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CISL SCUOLA ORISTANO

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martedì 3 giugno 2008

Progetto di Legge Aprea.“Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e per la riforma dello stato giuridico degli insegnanti.

Di seguito le prime nostre riflessioni a proposito del Progetto di Legge n. 953, “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti”, presentato lo scorso 12 maggio dall’on.le Valentina Aprea (da tempo, responsabile “Scuola” di “Forza Italia”, ora PdL) eletta recentemente Presidente della VII Commissione della Camera dei Deputati.

La Segreteria Nazionale CISL SCUOLA


Dal sito della Camera dei Deputati - riservato alla divulgazione degli Atti Parlamentari concernenti le varie iniziative legislative - abbiamo preso visione dell’articolato, preceduto dalla Relazione di rito, del Progetto di Legge n. 953, “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti”, presentato lo scorso 12 maggio dall’on.le Valentina Aprea, recentemente eletta Presidente della VII Commissione Cultura della Camera e, da tempo, Responsabile Scuola di “Forza Italia”, ora PdL.

Non ci stupisce, quindi, più di tanto la circostanza della tempestiva assegnazione del provvedimento in sede referente alla stessa VII Commissione, avvenuta il 27 maggio u.s. e la contestuale richiesta di parere alle Commissioni I, V, XI, XII e alla “Commissione parlamentare per le questioni regionali”.

Da ciò è desumibile la volontà “politica” di garantire al provvedimento un iter parlamentare abbastanza spedito.

Pur nel rispetto dell’autonomia e della sovranità legislativa del Parlamento, ci lascia molto perplessi l’iniziativa dell’on.le Aprea che consideriamo quanto meno intempestiva nel prevedere una complessiva riorganizzazione del sistema di governo delle istituzioni scolastiche, della riforma degli Organi Collegiali, di una nuova disciplina dello stato giuridico dei docenti e degli organismi della loro rappresentanza, della formazione iniziale e del reclutamento dei docenti, in attesa delle indicazioni programmatiche in materia scolastica che, a nome del Governo, il neo-ministro del MIUR, on.le Mariastella Gelmini, si appresta a rendere nei prossimi giorni.

La Proposta di Legge è costituita da 23 articoli distribuiti in 3 Capi concernenti, rispettivamente:
* governo delle istituzioni scolastiche;
* autonomia delle istituzioni scolastiche e libertà di scelta educativa delle famiglie;
* stato giuridico, modalità di formazione iniziale e reclutamento dei docenti.

Nel Capo I viene di fatto affrontata la riforma degli OO.CC. di istituto, con la sostanziale riproposizione dei principi contenuti nella Proposta di Legge n. 2226 “Norme sugli organi di governo delle istituzioni scolastiche” d’iniziativa del deputato Aprea ed Altri, presentata nel settembre del 1996, defluita e in gran parte cancellata nel Testo Unificato predisposto dall’On. Acciarini ed Altri, approdato in Aula ma senza esito della relativa discussione.

A parte ogni valutazione di merito che pur ci riserviamo di fare quanto prima, riteniamo paradossale la prevista possibilità consentita ad ogni istituzione scolastica di costituirsi in “fondazioni” la cui disciplina, com’è noto, è definita dal Codice Civile e rimessa all’attività di controllo del Prefetto.

Come nella richiamata Proposta 2226/96, l’organo di governo è individuato nel Consiglio di Amministrazione, che richiama esplicitamente la cultura aziendalistica, la cui presidenza viene affidata al Dirigente Scolastico, in evidente contraddizione con il principio della netta separazione tra indirizzo e gestione che nella Relazione introduttiva si proclama di voler assumere.

Nel Capo II, costituito da un unico articolo, si affrontano le modalità e i tempi di trasferimento alle Regioni e agli Enti Locali dei beni e delle risorse finanziarie, umane e strumentali, in ossequio a quanto previsto dagli artt. 117 e 118 della Costituzione e si prevede l’assegnazione alle istituzioni scolastiche di risorse finanziarie sulla base del criterio principale della “quota capitaria”, tenendo conto del numero effettivo degli alunni iscritti.

Nel Capo III, cuore del provvedimento, nel disciplinare le nuove modalità di reclutamento, si proclama la libertà di insegnamento e se ne declinano i contenuti, partendo dal presupposto che la Repubblica “… promuove, riconosce e valorizza le libere associazioni professionali dei docenti”.

Su questa materia si fa un poderoso “copia e incolla” con i principi dell’art. 5 della legge “Moratti” e con il D.L.vo 227/05 (ambedue abrogati dalla Finanziaria 2008) e si attinge a piene mani ai contenuti delle Proposte di Legge n. 4091 e n. 4095 “Stato giuridico e diritti degli insegnanti”, presentate nel giugno 2003 rispettivamente dai deputati Santulli e Napoli, riproponendone pressoché testualmente gli articoli sullo stato giuridico dei docenti, la loro articolazione in tre fasce (iniziale, ordinario, esperto) le modalità di passaggio e di carriera, la valutazione, l’albo regionale, l’indizione di concorsi da parte di ciascuna istituzione scolastica, l’istituzione della vice-dirigenza, la costituzione di organismi tecnici rappresentativi, la previsione di un’area contrattuale autonoma e di una rappresentanza regionale sindacale unitaria d’area, con conseguente soppressione delle RSU.

C’è materia più che sufficiente per un programma di Legislatura.

Ma noi ci poniamo un interrogativo di fondo che va oltre il merito, per noi assolutamente inaccettabile: chi è il soggetto politico e istituzionale con il quale dovremo confrontarci?

Roma, 3 giugno 2008

CISL Scuola – Segreteria Nazionale

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