Sul disegno di legge varato oggi dal Consiglio dei Ministri una prima valutazione “a caldo” del segretario generale della CISL Scuola Francesco Scrima
Nel testo è presente un articolo che dispone, con norma inderogabile contrattualmente, la cadenza biennale per le operazioni di mobilità, a partire dal 2009/10.
Affidare ai docenti, anche sugli aspetti comportamentali e di condotta, una valutazione da portare a sintesi nelle sedi collegiali, può essere una scelta opportuna, che investe su un esercizio responsabile e competente della professionalità, cui deve corrispondere un adeguato sostegno anche da parte delle famiglie.
All’esigenza, fortemente avvertita, di un recupero di serietà e rigore nello studio e nei comportamenti a scuola non si risponde con l’illusoria scorciatoia di un impossibile “ritorno al passato”. Serve anche un profondo ripensamento dei contenuti e delle modalità che devono contraddistinguere i percorsi scolastici.
La scelta di mantenere sostanzialmente l’impianto definito dalla normativa sul recupero dei debiti, intervenendo per creare condizioni che rendano più omogenea e praticabile la fase conclusiva delle procedure, la cui programmazione e gestione resta affidata all’autonomia delle scuola, è sicuramente preferibile rispetto alla ventilata ipotesi di un ripristino “secco” degli esami di riparazione.
E’ evidente che il tutto va adeguatamente sostenuto con risorse aggiuntive assegnate alle scuole, perchè quelle che il contratto destina alle attività di recupero, attraverso il fondo di istituto, da sole non bastano.
Non condividiamo l’ipotesi di assegnare alla diretta competenza delle singole scuole il reclutamento dei supplenti annuali e fino al termine delle lezioni, una scelta che rende più gravoso il lavoro delle segreterie e più complicate le procedure, generando quindi effetti diametralmente opposti alle intenzioni dichiarate.
Ancor più negativo sarebbe il nostro giudizio se questo fosse il prologo a quel generale cambiamento delle modalità di reclutamento del personale, con la chiamata diretta da parte delle singole scuole, su cui ribadiamo in modo fermo e determinato il nostro netto dissenso.
Il meccanismo della conferma dei supplenti appare un’ipotesi suggestiva ma assai difficilmente praticabile. Vale a questo proposito l’esperienza già fatta in passato con le supplenze su posto di sostegno, sulla quale non a caso si è poi deciso di soprassedere.
Più opportuno sarebbe orientarsi verso modalità di gestione degli organici che assicurino una maggiore stabilità degli stessi nel tempo: a fronte di ciò, nell’ultimo contratto ci siamo resi disponibili a valutare una diversa cadenza della mobilità del personale. Per questo consideriamo un vero e proprio atto di arroganza la scelta di sancirne per legge la biennalità, soluzione che avevamo già ipotizzato nell’esercizio responsabile delle prerogative negoziali, rispetto alle quali il disegno di legge prefigura una inaccettabile invasione di campo.
E’ senz’altro positivo il ripristino del valore abilitante della laurea in Scienze della Formazione Primaria, che risolve il problema indotto dall’abrogazione dell’art. 5 della legge 53/03, avvenuta con l’ultima Finanziaria.
Roma, 1 agosto 2008
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