Poesia. Girotondo del docente.
Girotondo del docente
Nuovo e antico ognun lo sente
Otto e trenta firma lesta
Già i pensieri per la testa
Vanno ai bimbi del momento
Giunti in classe a passo lento
E le ciglia pigre ancora
Per la sveglia nell’aurora.
Una penna presa a caso,
Neri occhiali fissi al naso,
Nella classe umor gelato
Per il primo interrogato.
Ampi gesti alle ore nove
Già suggellan prime prove
Mal riuscite o balbettate.
Circolari a suon di date
Portan voci e gorgoglìo
Che diventan bisbiglio
Presto e bene contenuto
Ad un cenno convenuto.
Del caffè non può far senza
Per sostegno alla docenza;
Un sorriso nel panino
Pur rilassa ogni bambino,
Giusto il tempo di sostare
Con l’amico a parlottare
L“un-due-tre” ancora è dato
e all’istante replicato.
Son domande son risposte,
Son richiami son proposte,
Son lezioni da imparare,
Sono compiti da fare.
Or che arriva la stanchezza
E in gola è la secchezza,
un sollievo finalmente
giunge atteso per la mente
Dall’amico campanello.
Banchi e sedie in mulinello
Nel frastuono di bambini.
Presto in fila, soldatini,
E di corsa a casa andare
Senza neanche più aspettare.
La sua scuola come a luglio
Non conosce alcun subbuglio.
Voci spente aule vuote
Del silenzio niun si duole
Fino all’alba rinnovata
or che torna mite armata.
Sta al mestiere di insegnare
Altro tempo da impegnare;
Nuovo stress c’è da smaltire
Scale e scale da salire.
Di fatiche è ognor lagnanza
Ma è pur viva la speranza
Che ogni bimbo in sé rinnovi
Arte antica e fatti nuovi,
Che sia reso più maturo
Del domani il suo futuro
Col forgiare nella scienza
Gran “virtute e conoscenza”.
Quando il viaggio volge al fine
Van coi bimbi le bambine,
Vanno in volo per danzare
Tra le nubi per cantare.
Dei docenti ognun vuol dire,
Di diritto intervenire
Per lodare o consigliare
E con cuore ringraziare;
O con astio apostrofare,
La pazienza ammirare,
Grato cuore rinnovare
O un torto lamentare.
Ma al mattino ogni astio è perso
Cielo azzurro, sole terso,
Un saluto ed un sorriso
Nuova vita in ogni viso.
Altri fiori da curare,
Altre fiabe da sognare,
Altre menti da forgiare,
Orizzonti da ampliare,
Altre storie da narrare,
Altre note da suonare,
Molte prove e tanti voti,
Foto vecchie e volti noti.
Girotondo del docente
Che fa rima con discente:
L’uno insegna con amore,
Vive il giovin sul suo cuore
Qual virgulto abbarbicato
Ad un tronco inveterato.
(Vittorio Boi
ins. Via Bellini - 2005)
Nuovo e antico ognun lo sente
Otto e trenta firma lesta
Già i pensieri per la testa
Vanno ai bimbi del momento
Giunti in classe a passo lento
E le ciglia pigre ancora
Per la sveglia nell’aurora.
Una penna presa a caso,
Neri occhiali fissi al naso,
Nella classe umor gelato
Per il primo interrogato.
Ampi gesti alle ore nove
Già suggellan prime prove
Mal riuscite o balbettate.
Circolari a suon di date
Portan voci e gorgoglìo
Che diventan bisbiglio
Presto e bene contenuto
Ad un cenno convenuto.
Del caffè non può far senza
Per sostegno alla docenza;
Un sorriso nel panino
Pur rilassa ogni bambino,
Giusto il tempo di sostare
Con l’amico a parlottare
L“un-due-tre” ancora è dato
e all’istante replicato.
Son domande son risposte,
Son richiami son proposte,
Son lezioni da imparare,
Sono compiti da fare.
Or che arriva la stanchezza
E in gola è la secchezza,
un sollievo finalmente
giunge atteso per la mente
Dall’amico campanello.
Banchi e sedie in mulinello
Nel frastuono di bambini.
Presto in fila, soldatini,
E di corsa a casa andare
Senza neanche più aspettare.
La sua scuola come a luglio
Non conosce alcun subbuglio.
Voci spente aule vuote
Del silenzio niun si duole
Fino all’alba rinnovata
or che torna mite armata.
Sta al mestiere di insegnare
Altro tempo da impegnare;
Nuovo stress c’è da smaltire
Scale e scale da salire.
Di fatiche è ognor lagnanza
Ma è pur viva la speranza
Che ogni bimbo in sé rinnovi
Arte antica e fatti nuovi,
Che sia reso più maturo
Del domani il suo futuro
Col forgiare nella scienza
Gran “virtute e conoscenza”.
Quando il viaggio volge al fine
Van coi bimbi le bambine,
Vanno in volo per danzare
Tra le nubi per cantare.
Dei docenti ognun vuol dire,
Di diritto intervenire
Per lodare o consigliare
E con cuore ringraziare;
O con astio apostrofare,
La pazienza ammirare,
Grato cuore rinnovare
O un torto lamentare.
Ma al mattino ogni astio è perso
Cielo azzurro, sole terso,
Un saluto ed un sorriso
Nuova vita in ogni viso.
Altri fiori da curare,
Altre fiabe da sognare,
Altre menti da forgiare,
Orizzonti da ampliare,
Altre storie da narrare,
Altre note da suonare,
Molte prove e tanti voti,
Foto vecchie e volti noti.
Girotondo del docente
Che fa rima con discente:
L’uno insegna con amore,
Vive il giovin sul suo cuore
Qual virgulto abbarbicato
Ad un tronco inveterato.
(Vittorio Boi
ins. Via Bellini - 2005)
Etichette: poesia
<< Home