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CISL SCUOLA ORISTANO

Segretaria Generale: ELENA AROFFU ***Segretari: BERNARDO CASU, BARBARA RASPA. -SEDE: 09170 ORISTANO P.za Roma Gall. Porcella 4 -tel. 0783.70674 /71003 Fax 71907 e-mail: CislScuola.Oristano@cisl.it - Orari di apertura: vedi link "CONTATTACI" in questa pagina* Per iscriverti:RSU CISL della SCUOLA o Sede Provinciale * Alle Elezioni ENAM hanno votato CISL SCUOLA: 3 insegnanti su 4, il 75,5%. - Webmaster: PINO CIULU

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martedì 1 giugno 2010

MANOVRA, RIMUOVERE L’INIQUO BLOCCO DELLE ANZIANITA’

Il testo definitivo del decreto legge sulle misure urgenti in materia di economia e finanza ha subìto, rispetto alla prima stesura, una serie di modifiche e integrazioni che risolvono solo in parte, ed in modo del tutto insufficiente, alcune delle criticità da noi più volte evidenziate e denunciate.

E’ certamente positivo:
l’aver ricondotto ad un’erogazione in soluzione unica, e non più in tre rate annuali, delle indennità di buonuscita fino all’importo di 90.000 euro (il che dovrebbe far salve praticamente tutte le liquidazioni del personale docente e ata)
l’aver previsto una generica destinazione “al settore scolastico” per la quota parte delle economie derivanti dai tagli, modificando la prima stesura che le indirizzava al ripiano dei debiti pregressi delle istituzioni scolastiche, alla copertura delle supplenze e delle spese di funzionamento, ivi compresi gli oneri derivanti dall’impiego di LSU, ponendo con ciò le premesse per “deviare” in modo significativo rispetto alla loro finalità originaria (valorizzazione
professionale del personale docente e ata)

Resta invece purtroppo confermata l’inaccettabile “sterilizzazione” degli anni 2010- 11-12 ai fini delle progressioni economiche per anzianità previste dal CCNL del comparto scuola, che grava sulla categoria come onere ulteriore e aggiuntivo rispetto a quello già derivante dal rinvio, per un triennio, del rinnovo dei contratti pubblici.

Per i lavoratori della scuola l’anzianità rappresenta, oggi, l’unico fattore che consente, con la progressione di carriera, di valorizzare almeno in parte retribuzioni ancora lontane dalla media di quelle erogate negli altri paesi europei.

Con i provvedimenti appena varati questa opportunità viene meno, quindi il personale docente e ata è chiamato a sacrifici ben più consistenti di quelli richiesti ad altri, con uno squilibrio che altera i connotati della manovra violando un fondamentale principio di equità.

Non è infatti accettabile che una maestra paghi, per il contenimento della spesa pubblica, 2.600 euro all’anno, mentre un alto dirigente, pur avendo uno stipendio che vale circa il triplo (100.000 euro), ne paga solo 500.

E’ facile calcolare a quanto ammonti, in tre anni, il danno che viene inferto ai lavoratori della scuola, a cui si aggiungono anche i riflessi che i mancati aumenti avranno sui trattamenti di pensione e buonuscita, per i quali peraltro non vengono riconosciute le garanzie di una valenza ai fini previdenziali offerte ad altre categorie di dipendenti pubblici “non contrattualizzati” (magistrati, alta dirigenza).

La CISL Scuola, in sintonia con la propria Confederazione, non si sottrae al dovere di mantenere atteggiamenti di grande responsabilità nel momento in cui in Italia, come in tutta Europa, si chiede ai lavoratori pubblici di assumere una parte rilevante dei sacrifici necessari per evitare al Paese altre e più pericolose derive in una drammatica congiuntura internazionale, e aderisce con convinzione all’appello rivolto a tutte le forze politiche e sociali dal Presidente della Repubblica.
Proprio per questo, con forte coerenza, non può accettare che al rigore imposto dall’emergenza non si accompagni il rispetto di un doveroso principio di equità, cui altri punti della manovra – come quelli volti a recuperare quote di evasione fiscale - positivamente si orientano, ma che per quanto riguarda gli stipendi del personale della scuola risulta clamorosamente violato.

In modo fermo e determinato, pur evitando comportamenti che alimentino,enfatizzando in modo strumentale e demagogico un diffuso e crescente disagio sociale, una conflittualità sterile e fine a se stessa, la CISL Scuola si attiverà in ogni modo per ottenere, in sede di conversione del decreto, le indispensabili modifiche al testo di legge, al fine di rimuovere quella che ritiene una misura ingiusta, iniqua e in quanto tale intollerabile.

Con questi intendimenti la CISL Scuola, ricercando il coinvolgimento delle altre organizzazioni sindacali rappresentative della categoria, promuoverà ogni necessaria azione di sensibilizzazione, anche nei confronti delle rappresentanze politiche e parlamentari, segnando in tal modo un percorso di mobilitazione e di confronto che si avvia con l’iniziativa del 5 giugno p.v. indetta a Roma dalla CISL.

Roma, 1 giugno 2010
LA SEGRETERIA NAZIONALE

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