Buon giorno scuola!
E’ con questo augurio che il Paese, oggi, dovrebbe rivolgersi a quella sua parte grande e nobile che riapre il cantiere della conoscenza, dell’apprendimento e dell’insegnamento, della speranza, dello sviluppo, del futuro.
Dovrebbe essere un augurio fatto con occhi che regalano fiducia e cuore che assicura attenzione concreta, vicinanza vera, risorse larghe e sicure.
Dovrebbe essere, questo, un giorno in cui le scuole si riempiono di fiori, di sorrisi, di energia vitale; un giorno in cui si aprono sfide, si fissano traguardi, si scambiano promesse e reciproci impegni: un giorno di festa, di orgoglio, di certezze.
Così dovrebbe essere il primo giorno dell’anno scolastico di un Paese capace di credere in se stesso e investire nei suoi giovani; di una società matura e responsabile; di una politica seria e attenta al bene comune.
Misurando la distanza da questo profilo della nostra realtà nazionale di questa stagione, non possiamo che chiedere ed impegnarci per ottenere un cambio di politica; un’attenzione sociale più rispettosa e sollecita; una nuova capacità di dialogo tra il Paese e le sue istituzioni con la scuola.
Rivendicando la dignità e il valore della gente di scuola e il delicato compito educativo che oggi riprende, con l’orgoglio di lavorare in questa importante istituzione, in questo delicato servizio pubblico, in questa fabbrica di futuro, diciamo, almeno noi, buon giorno scuola.
Dovrebbe essere un augurio fatto con occhi che regalano fiducia e cuore che assicura attenzione concreta, vicinanza vera, risorse larghe e sicure.
Dovrebbe essere, questo, un giorno in cui le scuole si riempiono di fiori, di sorrisi, di energia vitale; un giorno in cui si aprono sfide, si fissano traguardi, si scambiano promesse e reciproci impegni: un giorno di festa, di orgoglio, di certezze.
Così dovrebbe essere il primo giorno dell’anno scolastico di un Paese capace di credere in se stesso e investire nei suoi giovani; di una società matura e responsabile; di una politica seria e attenta al bene comune.
Misurando la distanza da questo profilo della nostra realtà nazionale di questa stagione, non possiamo che chiedere ed impegnarci per ottenere un cambio di politica; un’attenzione sociale più rispettosa e sollecita; una nuova capacità di dialogo tra il Paese e le sue istituzioni con la scuola.
Rivendicando la dignità e il valore della gente di scuola e il delicato compito educativo che oggi riprende, con l’orgoglio di lavorare in questa importante istituzione, in questo delicato servizio pubblico, in questa fabbrica di futuro, diciamo, almeno noi, buon giorno scuola.
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