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martedì 10 giugno 2008

Il Ministro Gelmini alla Camera.Le linee guida: merito, valutazione e autonomia.

Merito, valutazione, autonomia. Sono queste le linee guida della scuola targata Mariastella Gelmini. Il ministro dell'Istruzione le ha spiegate alla commissione Cultura della Camera senza reticenze, partendo da un dato di fatto: gli studenti italiani risultano tra i piu' impreparati d'Europa.

Il Merito, secondo la Gelmini, "e' una delle piu' alte forme di democrazia". "Come dice Abravanel - ha rilevato il ministro riferendosi all'autore di un pamphlet sulla meritocrazia - e' riduttivo pensare che tutto si riduca a combattere fenomeni quali i fannulloni o le raccomandazioni. La meritocrazia e' un sistema di valori che promuove l'eccellenza delle persone indipendentemente dalla loro provenienza sociale, economica, etnica. In Italia si fa troppo spesso carriera solo per conoscenze o anzianita'. Il paradosso e' che a credere che la meritocrazia produca disuguaglianza sono proprio quelli che ne beneficerebbero. L'Italia e' uno dei Paesi piu' 'diseguali' al mondo. Il Merito e' intelligenza piu' impegno.
La scuola deve premiare gli studenti migliori. Nessuna ambiguita' su questo tema. Se i risultati sono uguali per tutti, saranno sempre i figli dei privilegiati a prevalere. Per il ministro della Pubblica Istruzione e' necessaria una rivoluzione culturale. "Non sara' semplice, non sara' immediato - ha detto - ma io voglio dare il mio contributo per spargere i 'semi del merito'. Germoglieranno ne sono sicura, l'Italia e' pronta. Il programma del Pd sulla scuola - cita il ministro - dice 'e' necessaria una vera e propria carriera professionale degli insegnanti che valorizzi il merito e l'impegno' e ancora 'realizzare un nuovo salto dell'autonomia degli istituti scolastici, facendo leva sulle capacita' manageriali dei loro dirigenti'. Sono d'accordo".

Per quel che rigurda la valutazione Mariastella Gelmini ha sottolineato che "deve essere sia degli studenti che dei professori". "Devono essere previsti sistemi premianti per il corpo docente e al contempo una valutazione del loro lavoro - ha affermato -. No a una a scuola che e' stata usata come un ammortizzatore sociale con il risultato di stipendi da fame, tramonto della cultura del merito, tramonto del senso della scuola. Lo stato da' poco, non puo' chiedere che poco. No alla scuola come semplice progettificio".

Inoltre, la Gelmini ha detto che "Il sistema scolastico italiano e' maturo per forme avanzate di autonomia". Per applicarle e' necessario "Valorizzare la governance degli istituti, dotarla di poteri e risorse adeguate. Dare agli istituti gli strumenti per operare ma pretendere da essi capacita' gestionale e di programmazione degli interventi".

Sul tema delle risorse il ministro ha rilevato che "Il governo Prodi ha varato un piano triennale che noi abbiamo ereditato e rispetto al quale non possiamo che procedere nel senso di un contenimento dei costi della spesa pubblica. I conti dello Stato e la situazione economica internazionale lo impongono. Ma la scuola e' una priorita' non e' un capitolo di bilancio qualsiasi. Da essa dipende il futuro del Paese, bisogna tenerne conto".

Nel suo elogio della fatica e del sudore la Gelmini ha citato l'ideologo del Partito Comunista Italiano. "Gramsci diceva - ha spiegato - che la fatica dello studio e' l'unico fattore di promozione sociale. Lo studio e' molto faticoso: e' un percorso di adattamento, e' un abito acquisito con lo sforzo, a volte con la noia e la sofferenza. Il nostro Presidente Napolitano ci ha rammentato che 'lo studio e' ad un tempo fatica e alta gratificazione'".

Nelle scuole, inoltre, e' necessario insegnare la lingua italiana e la Costituzione della Repubblica. "Oltre alle tre 'i' - ha detto il ministro - bisogna aggiungerne una quarta, quella di italiano. Oramai l'integrazione non e' piu' un problema filosofico e culturale. E' chiaro che la presenza degli stranieri nelle scuole e' un dato acquisito. Ma come sanno molte mamme il problema da culturale e' diventato didattico: nella classi con molti bimbi immigrati, gli italiani sono costretti a lezioni inevitabilmente piu' lente per venire in contro alle lacune di quelli stranieri. Anche su questo va fatto qualcosa, e anche su questo chiedo che il dibattito sia meno ideologico e piu' pragmatico possibile".

Quindi Mariastella Gelmini ha annunciato un giro di vite contro il bullismo, e un forte aiuto a quanti per motivi fisici, economici, sociali, incontrano difficolta' nell'apprendimento.

E anche l'adeguamento degli stipendi degli insegnanti alla media Ocse. Sulla scuola paritaria ha ricordato la legge garantisce in Italia un sistema pubblico di istruzione in cui convivono, in piena osservanza costituzionale, scuole che sono dello Stato e scuole paritarie istituite e gestite da privati.
Tutte svolgono un servizio pubblico, in quanto tenute a rispondere a precise indicazioni ordinamentali stabilite dal sistema legislativo. Ma ha anche sottolineato che "sta crescendo in tante zone d'Italia la domanda delle famiglie di percorsi educativi con specifiche connotazioni, cui la scuola paritaria puo' fornire risposte adeguate".

Il ministro dell'Istruzione ha concluso il suo intervento con una nota di ottimismo: "Non dobbiamo rassegnarci - ha detto -, non dobbiamo credere che la scuola italiana sia un malato terminale: e' necessario uno scatto d'orgoglio di tutti".
fonte: (AGI) - Roma, 10 giugno
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