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martedì 16 dicembre 2008

Donne e pensioni. Quale sarebbe la penalizzazione?

Nessuna donna è obbligata, nella scuola e nel pubblico impiego, ad andare in pensione a 60 anni: per le donne, come per gli uomini, la data del collocamento a riposo per raggiunti limiti di età è stabilita, infatti, al compimento dei 65 anni. Alle donne, e solo ad esse, è invece consentito lasciare il servizio, percependo la pensione, al compimento dei 60 anni, anche nel caso in cui non abbiano ancora maturato i requisiti prescritti per aver diritto alla pensione di anzianità.

Risulta francamente difficile considerarla, come sostiene il ministro Brunetta, una "penalizzazione": si tratta infatti di un'opportunità, e non di un obbligo, che non pregiudica affatto la possibilità, per chi lo desidera, di proseguire nella propria attività lavorativa.

Sulla questione, cui dedicano largo spazio in questi giorni gli organi di informazione, proponiamo una nota di approfondimento a cura dell'Ufficio Legislativo della CISL Scuola.

In termini più generali, detto che a nostro avviso non esistono oggi ragioni che rendano necessario e urgente un ulteriore intervento sul sistema previdenziale, le cui regole sono state più volte modificate negli ultimi anni, esprimiamo ancora una volta le nostre riserve circa l'opportunità di sollevare questioni che finiscono solo per alimentare confusione e allarmismo su un tema così delicato, sul quale ragionevolezza e buon senso consiglierebbero di pronunciarsi con minor superficialità e maggior prudenza.


Leggi tutto il testo della notizia e la documentazione allegata e citata, sul sito della CISL SCUOLA Nazionale il cui link trovi anche sulla colonna destra della pagina.

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