Oggi su L'UNIONE SARDA. "Meglio pane oggi che brioches domani".
Un intervento del Dott. Gabriele Uras in merito al ruolo e alle funzioni del Direttore Generale Regionale.
Un titolo nella cronaca regionale dell’UNIONE SARDA del 14 maggio apre i cuori alla speranza, e parla di scuola: La Sardegna al centro d’Italia. Forse l’emozione ha conferito all’annuncio un’enfasi eccessiva, ma conviene crederci e cercare di mettere a frutto la promessa del ministro Gelmini di fare della nostra Isola un “laboratorio dell’eccellenza” nel campo dell’istruzione e della formazione. C’è da sperare che l’assessore regionale alla cultura e all’istruzione inserisca nel preannunciato elenco delle richieste solo le cose necessarie e lasci ad altra futura occasione le preannunziate eccellenze. Meglio il pane certo dell’oggi delle incerte brioches di domani.
I problemi non mancano: organici in via di ridimensionamento, dispersione scolastica a due cifre, bassi livelli negli apprendimenti, docenti disorientati e demotivati, edilizia scolastica bisognosa di urgenti interventi di manutenzione, piccole scuole dell’interno dall’incerto futuro. Tutto questo è sotto gli occhi di tutti, ma forse c’è anche dell’altro, che il cittadino non percepisce e le statistiche non rivelano, e che solo i diretti interessati sono in grado di verificare nel corso delle quotidiane esperienze dei rapporti con la scuola: le famiglie innanzitutto, e poi i docenti e gli alunni, e talvolta anche i dirigenti. Spesso queste esperienze restano tali, positive o negative, amare o gratificanti, perché dentro le cosiddette autonomie scolastiche si stenta a riflettere collegialmente su di esse per razionalizzarle e collocarle dentro orizzonti di significato e di senso.
Pare, stando ancora alle parole del giornale, che sia all’opera un tavolo tecnico, costituito da un gruppo misto di dirigenti del ministero e della Regione, con l’incarico di esaminare il dossier dei problemi della scuola sarda. Occorre sperare che a quel tavolo la scuola sia effettivamente rappresentata, se non a livello di persone fisiche, almeno al livello delle idee e delle consapevolezze, e che tale rappresentanza non sia limitata alla presenza del direttore regionale, il quale, tra l’altro, avrebbe qualche problema a scegliere la parte da rappresentare, dal momento che un significativo paragrafo del dossier dovrebbe riguardare l’amministrazione scolastica, che non può mai considerarsi estranea alle questioni riguardanti la scuola, sia nel bene che nel male, nelle giuste proporzioni.
Al riguardo, giova ricordare che in questi giorni il ministro sta procedendo al rinnovo dei contratti ai direttori regionali, che in tutto sono 18. Pare certo che anche la Sardegna avrà un nuovo direttore. E se la scuola sarda vorrà diventare un laboratorio di eccellenza, il nuovo direttore non potrà che essere, pure lui, eccellente, o almeno non inferiore all’uscente, perché il suo ruolo è essenziale per il buon funzionamento della scuola a tutti i livelli.
Egli vigila sul rispetto delle norme sull’istruzione. Attiva la politica scolastica nazionale sul territorio. Offre supporto alla flessibilità organizzativa, didattica e di ricerca delle istituzioni scolastiche autonome. Promuove la ricognizione delle esigenze formative e lo sviluppo della corrispondente offerta formativa. Svolge attività di verifica e di vigilanza per rilevare l’efficienza delle istituzioni scolastiche. Segue e coordina l’attività dei dirigenti scolastici e li orienta alla corretta interpretazione del loro ruolo e delle norme, così favorendo l’integrazione delle varie autonomie che convivono dentro la scuola e rendono difficile e complessa e spesso conflittuale la vita al suo interno.
Non è solo l’addetto al taglio degli organici, ma promuove qualità, stimola l’attività degli ispettori e conferisce ad essi, o a dirigenti scolastici a sua scelta, incarichi per verificare il corretto andamento delle scuole, per dirimere le immancabili controversie e accertare eventuali inadempienze, per elaborare e coordinare progetti di sperimentazione e di ricerca. La sua guida illuminata e saggia risulta particolarmente utile nelle fasi di avvio delle innovazioni che periodicamente intervengono a modificare gli ordinamenti scolastici, oggetto per alcuni di rifiuto per altri di adesione acritica e di applicazioni improvvisate.
Al prestigioso incarico aspirano in molti, in Sardegna e nella Penisola. L’augurio è che la scelta del ministro sia la migliore possibile. Mancando le brioches, andrebbe bene anche lo zicchi del Logudoro o il pistoccu dell’Ogliastra.
Gabriele Uras
Dirigente Tecnico MIUR in pensione
già Presidente IRRE Sardegna
Un titolo nella cronaca regionale dell’UNIONE SARDA del 14 maggio apre i cuori alla speranza, e parla di scuola: La Sardegna al centro d’Italia. Forse l’emozione ha conferito all’annuncio un’enfasi eccessiva, ma conviene crederci e cercare di mettere a frutto la promessa del ministro Gelmini di fare della nostra Isola un “laboratorio dell’eccellenza” nel campo dell’istruzione e della formazione. C’è da sperare che l’assessore regionale alla cultura e all’istruzione inserisca nel preannunciato elenco delle richieste solo le cose necessarie e lasci ad altra futura occasione le preannunziate eccellenze. Meglio il pane certo dell’oggi delle incerte brioches di domani.
I problemi non mancano: organici in via di ridimensionamento, dispersione scolastica a due cifre, bassi livelli negli apprendimenti, docenti disorientati e demotivati, edilizia scolastica bisognosa di urgenti interventi di manutenzione, piccole scuole dell’interno dall’incerto futuro. Tutto questo è sotto gli occhi di tutti, ma forse c’è anche dell’altro, che il cittadino non percepisce e le statistiche non rivelano, e che solo i diretti interessati sono in grado di verificare nel corso delle quotidiane esperienze dei rapporti con la scuola: le famiglie innanzitutto, e poi i docenti e gli alunni, e talvolta anche i dirigenti. Spesso queste esperienze restano tali, positive o negative, amare o gratificanti, perché dentro le cosiddette autonomie scolastiche si stenta a riflettere collegialmente su di esse per razionalizzarle e collocarle dentro orizzonti di significato e di senso.
Pare, stando ancora alle parole del giornale, che sia all’opera un tavolo tecnico, costituito da un gruppo misto di dirigenti del ministero e della Regione, con l’incarico di esaminare il dossier dei problemi della scuola sarda. Occorre sperare che a quel tavolo la scuola sia effettivamente rappresentata, se non a livello di persone fisiche, almeno al livello delle idee e delle consapevolezze, e che tale rappresentanza non sia limitata alla presenza del direttore regionale, il quale, tra l’altro, avrebbe qualche problema a scegliere la parte da rappresentare, dal momento che un significativo paragrafo del dossier dovrebbe riguardare l’amministrazione scolastica, che non può mai considerarsi estranea alle questioni riguardanti la scuola, sia nel bene che nel male, nelle giuste proporzioni.
Al riguardo, giova ricordare che in questi giorni il ministro sta procedendo al rinnovo dei contratti ai direttori regionali, che in tutto sono 18. Pare certo che anche la Sardegna avrà un nuovo direttore. E se la scuola sarda vorrà diventare un laboratorio di eccellenza, il nuovo direttore non potrà che essere, pure lui, eccellente, o almeno non inferiore all’uscente, perché il suo ruolo è essenziale per il buon funzionamento della scuola a tutti i livelli.
Egli vigila sul rispetto delle norme sull’istruzione. Attiva la politica scolastica nazionale sul territorio. Offre supporto alla flessibilità organizzativa, didattica e di ricerca delle istituzioni scolastiche autonome. Promuove la ricognizione delle esigenze formative e lo sviluppo della corrispondente offerta formativa. Svolge attività di verifica e di vigilanza per rilevare l’efficienza delle istituzioni scolastiche. Segue e coordina l’attività dei dirigenti scolastici e li orienta alla corretta interpretazione del loro ruolo e delle norme, così favorendo l’integrazione delle varie autonomie che convivono dentro la scuola e rendono difficile e complessa e spesso conflittuale la vita al suo interno.
Non è solo l’addetto al taglio degli organici, ma promuove qualità, stimola l’attività degli ispettori e conferisce ad essi, o a dirigenti scolastici a sua scelta, incarichi per verificare il corretto andamento delle scuole, per dirimere le immancabili controversie e accertare eventuali inadempienze, per elaborare e coordinare progetti di sperimentazione e di ricerca. La sua guida illuminata e saggia risulta particolarmente utile nelle fasi di avvio delle innovazioni che periodicamente intervengono a modificare gli ordinamenti scolastici, oggetto per alcuni di rifiuto per altri di adesione acritica e di applicazioni improvvisate.
Al prestigioso incarico aspirano in molti, in Sardegna e nella Penisola. L’augurio è che la scelta del ministro sia la migliore possibile. Mancando le brioches, andrebbe bene anche lo zicchi del Logudoro o il pistoccu dell’Ogliastra.
Gabriele Uras
Dirigente Tecnico MIUR in pensione
già Presidente IRRE Sardegna
Etichette: direttore generale, gabriele uras, stampa
<< Home