La politica urli di meno e ragioni di più.
Sul numero di domani di "Conquiste del Lavoro" sarà pubblicato l'articolo - che proponiamo in anteprima - di Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola sulla delicata attuale situazione politica contrassegnata sempre più dai toni rissosi e dalle grida dei suoi protagonisti.
* * *
Il Sindacato è abituato alle controversie ed ai confronti anche forti, anche aspri. Il suo essere dichiaratamente e onestamente di parte - e dalla parte più debole e in difficoltà - lo rende soggetto combattivo e tenace, capace di contrasto e mobilitazione, chiamato anche allo scontro e alla dura difesa delle idee e degli interessi che rappresenta.
Due i confini e i limiti di questo ruolo partigiano e di possibile scontro: il rispetto delle persone che stanno dall'altra parte e l'attenzione a quel bene comune che supera e garantisce anche ogni bene di parte.
E' su queste regole basilari che si costruisce e si mantiene il tessuto sociale di una nazione; tessuto che non può essere strappato da nessuno, pena la caduta rovinosa nell'inciviltà e nella barbarie. Solo a tale condizione è possibile che le diversità di idee, di interessi e posizioni, sviluppino quella dialettica e quel dinamismo che è sale di democrazia e motore di sviluppo.
Dovrebbero saperlo bene le forze e gli uomini della politica che della democrazia sono espressioni e custodi, che del bene comune sono garanti e responsabili.
Su questa grammatica basilare della convivenza si dovrebbe tornare a riflettere almeno ora e lo sconsiderato e insensato attacco aggressivo al Presidente del Consiglio dovrebbe convincere tutti che il livello di guardia della violenza verbale ha raggiunto quello della violenza materiale.
E' tempo di fermarsi e stare senza strumentalizzazioni o riserve mentali sulle chiare e decisive parole pronunciate dal Capo dello Stato.
Si dovrebbe cominciare con una breve moratoria per le dichiarazioni dei politici, almeno per non tornare subito al fanciullesco gioco del "sei stato il primo tu, la colpa è tua".
Più in generale è sul rissoso stile dei confronti politici in televisione che si dovrebbe intervenire. Se è un'utopia, in questo tempo, sperare in una politica mite non è eccessivo chiedere una politica capace di discussioni civili e ragionanti.
Si potrebbe, come per le partite di calcio, stabilire che chi si comporta scorrettamente, venga sospeso per gli incontri successivi.
Basterebbe un giurì d'onore e la convinzione che la politica non è politica se non ha anche un'attenzione educativa.
E' proprio ai giovani che dobbiamo pensare prima che alcune espressioni di intolleranza, la cui evidenza appare via via crescente, tornino ad essere quella pandemia che abbiamo conosciuto in anni passati.
La politica cominci, dunque, a fare la sua parte che non è mai quella di gridare e tanto meno di insultare, ma è quella di ragionare e discutere.
Con pacatezza, per cortesia. Un modo che si dovrebbe seguire poi anche per altre trasmissioni televisive che fanno invece dell'aggressività verbale il modello attuale di fare comunicazione ed intrattenimento.
I ragazzi e i giovani guardano e ci guardano. Che per intanto sia almeno il confronto/scontro politico a diventare un modello di relazioni rappresentabili e sensate.
Roma, 16 dicembre 2009
Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola
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Il Sindacato è abituato alle controversie ed ai confronti anche forti, anche aspri. Il suo essere dichiaratamente e onestamente di parte - e dalla parte più debole e in difficoltà - lo rende soggetto combattivo e tenace, capace di contrasto e mobilitazione, chiamato anche allo scontro e alla dura difesa delle idee e degli interessi che rappresenta.
Due i confini e i limiti di questo ruolo partigiano e di possibile scontro: il rispetto delle persone che stanno dall'altra parte e l'attenzione a quel bene comune che supera e garantisce anche ogni bene di parte.
E' su queste regole basilari che si costruisce e si mantiene il tessuto sociale di una nazione; tessuto che non può essere strappato da nessuno, pena la caduta rovinosa nell'inciviltà e nella barbarie. Solo a tale condizione è possibile che le diversità di idee, di interessi e posizioni, sviluppino quella dialettica e quel dinamismo che è sale di democrazia e motore di sviluppo.
Dovrebbero saperlo bene le forze e gli uomini della politica che della democrazia sono espressioni e custodi, che del bene comune sono garanti e responsabili.
Su questa grammatica basilare della convivenza si dovrebbe tornare a riflettere almeno ora e lo sconsiderato e insensato attacco aggressivo al Presidente del Consiglio dovrebbe convincere tutti che il livello di guardia della violenza verbale ha raggiunto quello della violenza materiale.
E' tempo di fermarsi e stare senza strumentalizzazioni o riserve mentali sulle chiare e decisive parole pronunciate dal Capo dello Stato.
Si dovrebbe cominciare con una breve moratoria per le dichiarazioni dei politici, almeno per non tornare subito al fanciullesco gioco del "sei stato il primo tu, la colpa è tua".
Più in generale è sul rissoso stile dei confronti politici in televisione che si dovrebbe intervenire. Se è un'utopia, in questo tempo, sperare in una politica mite non è eccessivo chiedere una politica capace di discussioni civili e ragionanti.
Si potrebbe, come per le partite di calcio, stabilire che chi si comporta scorrettamente, venga sospeso per gli incontri successivi.
Basterebbe un giurì d'onore e la convinzione che la politica non è politica se non ha anche un'attenzione educativa.
E' proprio ai giovani che dobbiamo pensare prima che alcune espressioni di intolleranza, la cui evidenza appare via via crescente, tornino ad essere quella pandemia che abbiamo conosciuto in anni passati.
La politica cominci, dunque, a fare la sua parte che non è mai quella di gridare e tanto meno di insultare, ma è quella di ragionare e discutere.
Con pacatezza, per cortesia. Un modo che si dovrebbe seguire poi anche per altre trasmissioni televisive che fanno invece dell'aggressività verbale il modello attuale di fare comunicazione ed intrattenimento.
I ragazzi e i giovani guardano e ci guardano. Che per intanto sia almeno il confronto/scontro politico a diventare un modello di relazioni rappresentabili e sensate.
Roma, 16 dicembre 2009
Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola
Etichette: conquiste del lavoro, dichiarazioni Scrima, stampa
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