Desertificazione scolastica in provincia. L'ennesimo passo avanti.
In questo modo l’invecchiamento e lo spopolamento dei nostri paesi, già in avanzato stato, prosegue in maniera irreversibile.
Ultimo atto di questa tragedia, che viene rappresentata puntualmente, è la soppressione di alcune piccole scuole situate in piccoli comuni: Nughedu, Ula Tirso, Curcuris e prima ancora Baressa.
Non ci stanchiamo di ripetere che la scuola non è un’azienda, non è un’impresa che produce reddito, e l’unità di misura con cui si valuta non può essere solo l’ammontare dei costi economici.
La scuola è un servizio fondamentale, irrinunciabile perché rivolto alla formazione del capitale umano, vera ricchezza di ogni comunità.
Anche quando il “capitale umano” sono bambini dai 3 ai 6 anni.
Non dimentichiamo che a livello nazionale i posti-organico assegnati alla scuola dell’infanzia non solo non sono stati tagliati (con i 10.000 complessivi) ma addirittura aumentati.
Alla Sardegna, le risorse-organico assegnate, sono state pari allo scorso anno scolastico.
In realtà poi all’interno della Sardegna, e quindi anche nella provincia di Oristano, le soppressioni sono avvenute anche nella scuola dell’infanzia per raggiungere “l’obiettivo” (sic! Così lo definisce l’Amministrazione!) di spazzare via dall’Isola la bellezza di 914 posti!
Bell’obiettivo per un servizio che tutti concordano, almeno a parole, essere di fondamentale importanza per i nostri giovani e per la società nel suo complesso!
Ora si continui pure a dissertare di qualità della scuola che resta tutta e solo a carico del Personale il quale ne dovrebbe rispondere e la dovrebbe realizzare nonostante debba operare in condizioni di lavoro sempre più insostenibili e nonostante ciò gli venga impedito perché gli strumenti primari vengono sistematicamente tolti alla scuola stessa ed agli Operatori.
Si continui pure a dissertare, magari in dotti convegni, di dispersione scolastica e delle sue cause....
Il Segretario Generale Pino Cìulu
La Responsabile Provinciale Consulta Scuola Infanzia Elena Aroffu
Etichette: infazia, organici, razionalizzazione
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