L'Irre, una risorsa poco utilizzata dalla Regione. A quando un Centro Pedagogico Regionale?
Il problema delle consulenze ordinate a esperti esterni dagli Assessori della Regione sarda continua a destare l’interesse dell’opinione pubblica e del mondo politico. Anche gli Assessori alla Cultura e all’Istruzione si sono trovati nella necessità di chiedere il contributo di qualificate competenze esterne per fare fronte agli svariati compiti istituzionali. Chi scrive conosce solo i dati relativi agli anni dal 2003 al 2006 e precisa che non intende entrare nel merito delle scelte riguardanti le persone incaricate delle consulenze, ma fare solo alcune considerazioni a margine.
La prima si riferisce al fatto che alcune delle materie affidate ai consulenti non hanno carattere eccezionale o straordinario, non erano cioè tali da rendere necessario il ricorso ad aiuti esterni “una tantum”, ma avrebbero potuto essere istruite e studiate da dipendenti dell’Assessorato nello svolgimento dei normali compiti d’istituto. Se ciò non è accaduto, le ragioni possono essere due: o gli uffici regionali erano privi delle competenze necessarie allo svolgimento degli ordinari compiti d’istituto, e allora c’è da chiedersi come mai non si sia provveduto in tempo utile a colmare tale vuoto; o ne erano dotati, ma gli Assessori non sapevano di averle belle e pronte già in casa.
La seconda considerazione riguarda la mancata utilizzazione di una opportunità che l’amministrazione regionale ha per anni avuto e trascurato. Ci si riferisce alla presenza, in Sardegna come in tutte le altre Regioni d’Italia, dell’IRRSAE prima e dell’IRRE dopo, istituti di ricerca educativa aventi tra i loro compiti istituzionali anche quello di collaborare e dare consulenza, in materia scolastica, agli Enti locali e alla Regione. Dotati di personale pedagogicamente qualificato e di autonomia amministrativa e gestionale, avrebbero potuto assolvere, senza sensibili aggravi di natura economica, una parte dei compiti di ricerca affidati ai consulenti, ed anche offrire collaborazione agli uffici dell’Assessorato nella cura dei rapporti tecnico-operativi col mondo della scuola.
Queste appena enunciate non sono mere ipotesi. Nel corso degli anni, tra la Regione e questi Istituti si sono realizzate valide iniziative in comune. Per fare solo due esempi, si può menzionare il monitoraggio delle iniziative sperimentali di applicazione delle L.R. n. 26/97 sulla cultura e la lingua sarde, in collaborazione con la fondazione Sardinia e l’istituto Bellini, con la supervisione scientifica dell’Università di Cagliari, o un’altra precedente sugli alfabeti del Mediterraneo.
In altre Regioni gli IRRE hanno avuto contributi e progetti in affidamento sia da parte della Regione sia da parte degli enti locali, sopperendo per tale via alla carenza di risorse dovuta alla “parsimonia” dello Stato che, nel passaggio dagli IRRSAE agli IRRE, aveva incrementato le uscite senza integrare le entrate. Nella nostra Isola non fummo altrettanto fortunati, e nell’ultimo anno si è lavorato solo ai progetti del Ministero, o su finanziamento di una provincia (Ogliastra) o col contributo della Fondazione Banco di Sardegna. E molte brillanti idee sono rimaste sulla carta.
Gli IRRE sono stati soppressi dalla Legge Finanziaria dello scorso anno e sostituiti da un nuovo organismo allocato presso l’Ufficio scolastico regionale, l’ANSAS (Agenzia per lo sviluppo dell’autonomia scolastica), il cui profilo istituzionale è ancora in attesa di definizione, ma appare comunque privo dei requisiti di flessibilità e autonomia che avevano caratterizzato i due precedenti Istituti di ricerca. Pertanto, allo stato, non esiste la possibilità di utilizzare il suo contributo tecnico nella gestione delle cose scolastiche da parte della Regione.
Dal futuro non provengono segnali tranquillizzanti. Stenta a farsi strada l’idea che la Regione ha urgente necessità di un organismo che offra validi supporti tecnici nella gestione dei compiti riguardanti il settore scolastico, ad integrazione dei contributi di carattere scientifico offerti dalle due Università. Non può esser tale, per la composizione e per i compiti prefigurati, l’affollato Comitato regionale per il sistema educativo delineato nel d.d.l. riguardante Principi e norme per l’istruzione, l’educazione e la formazione professionale, all’esame del Consiglio Regionale, molto politico, assai rappresentativo, ma inevitabilmente poco tecnico e quasi per nulla scientifico.
Gabriele Uras
Dirigente Tecnico del Ministero P.I. in quiescenza
Già Presidente dell'Irsae e poi dell'Irre Sardegna.
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