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martedì 21 ottobre 2008

SCUOLA: SEI REGIONI RICORRONO ALLA CORTE COSTITUZIONALE

(regioni.it) Ricorsi di sei regioni (Marche, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Puglia, Sardegna) alla Corte Costituzionale sul ridimensionamento scolastico. Le Marche sono disposte “a farsi commissariare pur di non applicare la norma''. Lo ha deciso la giunta, su proposta del presidente Gian Mario Spacca e dell'assessore all'Istruzione Ugo Ascoli.

Le Marche ricorrono alla Consulta contro l'articolo 3 del decreto legge 154 del 7 ottobre 2008, secondo il quale le Regioni devono predisporre i piani di ridimensionamento entro il 30 novembre; quelle inadempienti verranno commissariate. Via le scuole con meno di 50 allievi istituzioni scolastiche accorpate a scuole con piu' alunni.

Secondo Spacca ''si tratta di tagli inaccettabili che penalizzano pesantemente uno dei diritti fondamentali dei cittadini, quello all'educazione''. Il provvedimento poi e' ''un vero colpo di mano contro l'autonomia regionale, cui la Costituzione affida l'organizzazione scolastica: un atto arrogante - rimarca il governatore - assunto proprio mentre si avvia il federalismo fiscale che coinvolgera' anche la scuola''.

Secondo la giunta la scelta dell'esecutivo ''e' illegittima e illogica, oltre a tentare di imporre soluzioni senza alcun raccordo con le Regioni e gli enti locali''. E anche se il Governo dovesse commissariarle, le Marche andranno per la sua strada.''Non ci facciamo impressionare da atti intimidatori - ha aggiunto Ascoli -, perche' la questione investe equilibri delicati nei territori, che coinvolgono modelli di convivenza e reti sociali, e non possono essere affrontati con logiche ragioneristiche. L'educazione e' il cuore di ogni comunita' locale, va salvaguardata e non penalizzata per esigenze di bilancio''. L'assessore campano alla Pubblica Istruzione, Corrado Gabriele, afferma che bisogna ''dire no alle scelte del Governo sulla scuola e l'universita'''. ''Dire no - sostiene Gabriele - e' l'unica strada che ha il Paese per evitare una disastro sociale''. L'unica possibilita' di fermare le scelte del Governo su scuola e universita' sta nel no delle Regioni.
Mentre la Regione Emilia-Romagna ricorre alla Corte Costituzionale contro la Finanziaria nazionale. "Invece di perseguire nel decentramento delle funzioni - scrive l'assessore regionale alla Pianificazione territoriale Luigi Gilli - il Governo invade materie di competenza delle Regioni, rendendo meno efficace il lavoro e le decisioni delle istituzioni che, al contrario, dovrebbero essere piu' coordinati e integrati". Sulla scuola è contestata l'incostituzionalita' del commissariamento delle Regioni che non ottemperino, nei modi e nei tempi previsti dal Governo, ala ridimensionamento degli edifici scolastici. Per la sanita', invece, il ricorso e' contro i tagli. Altro capitolo: edilizia. L'esecutivo Berlusconi, secondo la Regione, accentra funzioni e risorse in una materia di competenza regionale. Tra l'altro il Piano casa prevede il taglio di risorse (550 milioni complessivi) gia' stanziate. Per l'Emilia-Romagna significa dover rinunciare a 32 milioni e cioe' al recupero di 1830 alloggi sfitti (grazie ad un impegno di 15 milioni di risorse regionali). Non basta: il Governo promuove l'alienazione di un patrimonio non suo e regolamenta una materia sulla quale la Corte costituzionale si e' gia' pronunciata in passato, giudicando illegittimo l'intervento dello Stato. Senza contare la norma che obbliga a vendere il patrimonio regionale. Il contenzioso riguarda anche la formazione, perche' l'esecutivo "espropria" le Regioni del potere di determinare i contenuti formativi dell'apprendistato. E l'introduzione della 'social card': un'invasione di campo nei servizi sociali, insomma. "La Giunta regionale - commenta Gilli - ha deciso di contestare la manovra su quelle norme che tradiscono lo spirito del principio di leale collaborazione tra lo Stato e le Regioni".

Anche il Lazio farà ricorso.

La Regione Lazio fara' ricorso alla Corte Costituzionale per illegittimita' della riforma Gelmini. Lo stabilisce una delibera di giunta approvata su iniziativa dell'assessore all'Istruzione Silvia Costa. ''Fino ad ora - ha spiegato Costa - sono sei le regioni che faranno ricorso contro la riforma Gelmini: l'Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio, le Marche, la Puglia e la Sardegna. Si mette in discussione l'articolo 64 che lede le competenze regionali di programmazione scolastica oltre al principio della autonomia''. ''Tale articolo - ha proseguito l'assessore - e' in conflitto non solo con il titolo V della Costituzione ma anche con il Dpr 233 del 1998 che regola l'organizzazione della rete scolastica in funzione dell'attribuzione delle autonomie''. ''La riforma Gelmini in pratica - ha concluso Costa - interferisce con i piani di dimensionamento regionali e persino con l'organizzazione dei singoli plessi"

tratto da: http://www.cislscuolazio.it/

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