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CISL SCUOLA ORISTANO

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venerdì 18 settembre 2009

Le risposte della CISL Scuola alle esternazioni del ministro Gelmini

"Un anno scolastico reso difficile dalla politica del Governo" - Contrariamente a quanto si vuol dare ad intendere, non sarà un anno scolastico facile quello che si avvia in questi giorni, e alcune dichiarazioni del ministro Gelmini non aiutano certo a rasserenare un clima segnato prevalentemente da disagio, incertezza e preoccupazione.

Gli insegnanti e i dirigenti che in questi giorni si preoccupano di come far funzionare al meglio le scuole impoverite di risorse umane e finanziarie starebbero, secondo il ministro Gelmini, "facendo politica". Forse li si vorrebbe, nel loro impegno professionale, pedissequi esecutori di leggi e regolamenti, in modo che l'unico autorizzato a far politica, nella scuola, continui ad essere ... il ministro dell'Economia.

E' vero, alle leggi non si può disubbidire: è un principio sacrosanto, che deve però essere fatto valere per tutte le leggi, ivi comprese quelle che riconoscono e assicurano ai docenti la libertà di insegnamento e alle scuole l'esercizio pieno dell'autonomia organizzativa e didattica.

L'emergenza dei precari non riconfermati è solo la punta più drammatica di una situazione ben lontana da quella descritta dal MIUR: le scuole aprono all'insegna del disagio, dell'incertezza e della preoccupazione, che si registrano in particolare nel settore più toccato dal processo di "rinnovamento", ovvero il primo ciclo (primaria e secondaria di I grado).

Comuni a tutti gli ordini di scuola sono i problemi che certamente deriveranno dalla forte contrazione degli organici del personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Difficoltà per gli uffici, che vedono ridursi il personale mentre aumentano ogni giorno le competenze affidate alle scuole autonome; ma in molti casi sarà difficile anche provvedere all'ordinaria manutenzione, e addirittura all'apertura e chiusura dei plessi scolastici, per il minor numero di collaboratori scolastici a disposizione. Un problema che si profila soprattutto nella scuola primaria e dell'infanzia, che hanno una vasta e capillare diffusione sul territorio.

Sono mesi che denunciamo l'insostenibilità di interventi talmente pesanti sugli organici della scuola da condizionare la qualità dei processi di cambiamento, orientati esclusivamente al contenimento della spesa.

Per questo siamo impegnati a rivendicare una diversa attenzione alle politiche scolastiche in sede di definizione della prossima legge finanziaria: la scuola italiana non può reggere il peso che le è stato caricato addosso con la manovra del 2008, che va rivista nella sua entità e nei suoi tempi.

Sulla scuola si deve investire, perchè è una risorsa strategica per il Paese, per la sua ripresa, per la sua crescita.

* *

"Meno scuola nell'a.s. che inizia, nonostante gli spot del Ministro" - Si è detto che le famiglie avrebbero scelto a larga maggioranza (circa il 70%) il modello del "maestro unico": si tratta di una clamorosa mistificazione! In realtà il modello del "maestro unico", proposto per le sole classi prime con orario di 24 ore, è stato scelto da una percentuale irrisoria di famiglie (meno del 3% secondo dati di fonte ministeriale diffusi dopo le iscrizioni), mentre di gran lunga prevalente è stato il gradimento espresso per i modelli a 27 e soprattutto a 30 ore, ritenendo che venissero confermate le stesse modalità di organizzazione della didattica.

Purtroppo non potrà essere così, per via delle mancate compresenze: le famiglie, quindi, avranno sì il tempo scuola consueto, ma una modalità organizzativa che comporta più rigidità e offre meno opportunità.

Nessuno tuttavia potrà imporre alle scuole, dotate di autonomia didattica e organizzativa, un'adozione forzata e generalizzata del modello del "docente unico", addirittura esteso anche nelle classi con orario diverso dalle 24 ore.

Al di là dell'impossibilità concreta di coprire con un solo docente (che lavora 22 ore) le trenta ore di funzionamento di una classe, saranno le scuole, in autonomia, a decidere i modelli organizzativi, anche se saranno costrette a farlo in una condizione di organico ridotto all'osso.

Anche nella scuola secondaria si riducono fino ad annullarsi gli spazi di flessibilità, poiché nessun docente avrà ore a disposizione.

Una situazione che solleva immediatamente il problema delle sostituzioni in caso di assenza (si tenga presente che nelle medie il supplente si assume, di norma, quando l'assenza supera i 15 giorni!), ma che sta creando non poche difficoltà anche nella gestione delle ore alternative alla religione cattolica.

* *

"L'attacco alla mobilità del personale: altro spot del ministro" - Le odierne esternazioni del Ministro - che definisce "demenziale" l'alto numero di trasferimenti e di cambiamenti di sede - non citano, però, i due fattori che insieme concorrono a determinare l'estesa mobilità del personale: i "tagli", con il conseguente incremento di personale soprannumerario trasferito d'ufficio (e non a domanda!), e la percentuale troppo alta di lavoro precario, che costituisce di per sè un ostacolo alla continuità.

Si vada a vedere quanto ha inciso, quest'anno, la mobilità d'ufficio, e si capirà il perchè di tanti spostamenti di sede.

Per non parlare dei pensionamenti (che comportano necessariamente un avvicendamento del personale) e delle norme - prima fra tutte la legge 104 - che tutelano, anche nella scuola, condizioni di particolare disagio del lavoratore.

Al ministro che dice di voler mettere mano alle regole sulla mobilità, ricordiamo che già da tempo i sindacati si sono detti disponibili ad una diversa cadenza delle operazioni, che infatti avrebbe potuto essere biennale (e non annuale) se il Governo (questo e per la verità anche quelli precedenti) avesse accettato di assicurare, per un tempo corrispondente, la stabilità degli organici, cosa che sarebbe andata anche a vantaggio della programmazione del lavoro nelle scuole.

Se manca questa corrispondenza, la stabilità non è possibile e parlarne non ha senso: i problemi non si risolvono con gli spot pubblicitari, ma con scelte di politica scolastica coerenti e conseguenti alle affermazioni che si fanno.

Roma, 14 settembre 2009

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola

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