I gravi problemi della scuola non si risolvono con atteggiamenti censori
Non si possono trattare alla stregua di "atti denigratori", specie nella situazione di grande difficoltà che sta vivendo la scuola, le denunce - per migliorare le condizioni di vivibilità organizzativa e di innalzamento della qualità dell'offerta formativa da parte delle istituzioni scolastiche - di chi contesta scelte gravide di nefaste conseguenze per il nostro sistema scolastico, la cui funzionalità sempre più è rimessa al generoso impegno di chi ci lavora con passione e abnegazione.
Una lettura molto discutibile e forzata di norme di legge e contrattuali, come avviene nella nota del Direttore Regionale dell'USR Emilia Romagna, si propone come supporto e invito ad atteggiamenti censori, volti anche ad intimidire i dirigenti scolastici, di cui non si ritrova traccia nella storia della scuola italiana dal dopoguerra ad oggi.
Nessun Ministro dell'istruzione, a nostra memoria - nemmeno quelli più bersagliati da contestazioni e critiche - ha mai sentito la necessità di simili "avvertimenti" esplicitamente finalizzati all'adozione di procedure sanzionatorie.
Un primato davvero triste, dunque, quello che si sta conseguendo con interventi del genere; ci attendiamo che dal Ministero giunga un forte richiamo alla dirigenza periferica perché sia evitato ogni inutile "eccesso di zelo" e sia rigorosamente bandito ogni atto che suoni limitazione della libertà di pensiero e di opinione che l'art. 21 della Costituzione garantisce a "tutti", diritto quindi, che in base al principio di uguaglianza solennemente sancito dall'art. 3 della Costituzione stessa, non può essere negato al personale della scuola.
Non denigra l'Amministrazione e non ne lede l'immagine chi chiede di poter svolgere al meglio il proprio lavoro.
Piuttosto che affaticarsi nella ricerca quotidiana di comunicati stampa e resoconti giornalistici, il Direttore Regionale dell'Emilia Romagna dedichi un maggiore e più pertinente impegno per contribuire a risolvere i numerosi e gravi problemi che affliggono la sua scuola regionale.
Roma, 24 maggio 2010
Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola
Una lettura molto discutibile e forzata di norme di legge e contrattuali, come avviene nella nota del Direttore Regionale dell'USR Emilia Romagna, si propone come supporto e invito ad atteggiamenti censori, volti anche ad intimidire i dirigenti scolastici, di cui non si ritrova traccia nella storia della scuola italiana dal dopoguerra ad oggi.
Nessun Ministro dell'istruzione, a nostra memoria - nemmeno quelli più bersagliati da contestazioni e critiche - ha mai sentito la necessità di simili "avvertimenti" esplicitamente finalizzati all'adozione di procedure sanzionatorie.
Un primato davvero triste, dunque, quello che si sta conseguendo con interventi del genere; ci attendiamo che dal Ministero giunga un forte richiamo alla dirigenza periferica perché sia evitato ogni inutile "eccesso di zelo" e sia rigorosamente bandito ogni atto che suoni limitazione della libertà di pensiero e di opinione che l'art. 21 della Costituzione garantisce a "tutti", diritto quindi, che in base al principio di uguaglianza solennemente sancito dall'art. 3 della Costituzione stessa, non può essere negato al personale della scuola.
Non denigra l'Amministrazione e non ne lede l'immagine chi chiede di poter svolgere al meglio il proprio lavoro.
Piuttosto che affaticarsi nella ricerca quotidiana di comunicati stampa e resoconti giornalistici, il Direttore Regionale dell'Emilia Romagna dedichi un maggiore e più pertinente impegno per contribuire a risolvere i numerosi e gravi problemi che affliggono la sua scuola regionale.
Roma, 24 maggio 2010
Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola
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