Preclusi ai lavoratori della F.P. gli spazi davanti al palazzo della Regione. I sindacati scrivono al Ministro dell'Interno (dies 346/2007)
(DIES, Agenzia giornalistica della CISL Sarda, la trovi in questo Blog, nella pagina della stampa, clikkando sull'omonimo [link], sulla colonna destra della pagina).
Le segreterie regionali Cgil, Cisl e Uil considerano «inaccettabile» e «incomprensibile» «la scelta di precludere l’uso di spazi storicamente significativi per il movimento sindacale, come quello antistante il Palazzo della Presidenza della Regione». La protesta dei vertici regionali del sindacato confederale è stata inviata al Ministro degli Interni,al Presidente della Regione, al Prefetto e al Questore di Cagliari, ai parlamentari sardi e ai capi gruppo in Consiglio regionale.
Cgil, Cisl e Uil si riferiscono al fatto accaduto nella serata di lunedì 12 novembre, allorché «le forze dell’ordine hanno impedito ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali di manifestare nelle forme e nei modi tradizionalmente e democraticamente praticati». Era intenzione dei manifestanti piazzare qualche tenda nel giardinetto davanti all’ingresso del palazzo della Regione, in viale Trento. E’ la prima volta che in 60 anni di regione autonoma che ai lavoratori viene impedito questo tranquillo modo di protestare e manifestare il proprio disagio per una situazione lavorativa a rischio.
C’è anche forte delusione tra le segreterie regionali CGIL CISL UIL che ricordano al Ministro e agli altri destinatari della protesta di essere «impegnate a fronteggiare un grave disagio sociale e occupativo che interessa ampi strati della società sarda. In questo contesto le manifestazioni sono un fatto non solo democratico nella rappresentanza degli interessi, ma anche un contributo necessario al rafforzamento della dialettica sociale e democratica».
Le segreterie regionali Cgil, Cisl e Uil considerano «inaccettabile» e «incomprensibile» «la scelta di precludere l’uso di spazi storicamente significativi per il movimento sindacale, come quello antistante il Palazzo della Presidenza della Regione». La protesta dei vertici regionali del sindacato confederale è stata inviata al Ministro degli Interni,al Presidente della Regione, al Prefetto e al Questore di Cagliari, ai parlamentari sardi e ai capi gruppo in Consiglio regionale.
Cgil, Cisl e Uil si riferiscono al fatto accaduto nella serata di lunedì 12 novembre, allorché «le forze dell’ordine hanno impedito ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali di manifestare nelle forme e nei modi tradizionalmente e democraticamente praticati». Era intenzione dei manifestanti piazzare qualche tenda nel giardinetto davanti all’ingresso del palazzo della Regione, in viale Trento. E’ la prima volta che in 60 anni di regione autonoma che ai lavoratori viene impedito questo tranquillo modo di protestare e manifestare il proprio disagio per una situazione lavorativa a rischio.
C’è anche forte delusione tra le segreterie regionali CGIL CISL UIL che ricordano al Ministro e agli altri destinatari della protesta di essere «impegnate a fronteggiare un grave disagio sociale e occupativo che interessa ampi strati della società sarda. In questo contesto le manifestazioni sono un fatto non solo democratico nella rappresentanza degli interessi, ma anche un contributo necessario al rafforzamento della dialettica sociale e democratica».
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