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sabato 12 luglio 2008

Spigolature.

Perché...?

Perché la pennichella si chiama anche «siesta»?

Nel Medioevo la vita era regolata dalla scansione delle preghiere nei Conventi. Il Capitolo dei frati si riuniva a mezzanotte per il mattutino poi alle tre per le Laudi e poi per la Prima, la Terza, la Sesta e così via.

La Sesta era intorno a mezzogiorno, ora del pasto principale della giornata che, essendo appunto greve, poi richiedeva un riposino.

Invece dei piatti si usavano larghe fette di pane su cui si appoggiava la pietanza; il resto della fetta veniva messo in una scodella posta in mezzo alla tavola, che veniva data ai poveri.

La «sexta» divenne sinonimo di riposo pomeridiano e, passando per lo spagnolo, divenne siesta.

Da notare che le ore diurne erano più lunghe d'estate che d'inverno.

Perché, quando una persona ha un atteggiamento servile nei confronti di chi ha un rango superiore, si dice che è un «tirapiedi»?

RISPONDE Pietro Vaccari ESPERTO DI GEOGRAFIA UMANA
Quando in quasi tutti i Paesi del mondo esisteva la pena di morte e questa veniva spesso comminata tramite impiccagione, il tirapiedi era quell'aiutante del boia che tirava appunto i piedi all'impiccato per farlo morire più in fretta e abbreviame l'agonia.

Letto nella luce attuale il tirapiedi è una persona che fa un lavoro sgradevole e di servilismo assoluto, nella speranza, forse, di far carriera e assurgere al grado di «boia».

Del resto non è che il boia fosse più apprezzato e benvoluto. Pensi a Scarpia della Tosca - l'immortale opera lirica di Giacomo Puccini - che era un gradino sopra al boia, nel senso che comandava il boia. Quando Tosca, dopo averlo ucciso con un pugnale, annuncia gravemente: «Davanti a lui tremava tutta Roma», il pubblico batte le mani, io credo anche per il sollievo della sua eliminazione.

Tratto da Specchio - La Stampa, 7 settembre 2002, n° 340.

francobampi.it

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