Perchè la Scuola e la Formazione Professionale sarde aderiscono alla giornata di mobilitazione del 5 febbraio 2010.
LETTERA APERTA ALLA SOCIETA’ SARDA
PERCHE’ LA SCUOLA E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE SARDA ADERISONO ALLA GIORNATA DI MOBILITAZIONE DEL 5 FEBBRAIO 2010
La CISL Scuola della Sardegna ritengono non più prorogabile una forte iniziativa per contrastare la crisi del mondo dell’istruzione e della formazione in Sardegna.
Tra le priorità individuate dal sindacato sardo per il comparto della scuola e della formazione, per le quali si chiede l’apertura di confronto immediato con il Governo regionale e con il Governo nazionale si evidenziano:
- il continuo ed insostenibile taglio degli organici del Personale Docente ed ATA e la sempre più esigua disponibilità dei posti di sostegno, con la conseguente impossibilità di garantire un servizio scolastico di qualità, anche a causa dell'aumento del numero degli alunni per classe e dell’aumento delle pluriclassi, che stanno rendendo impossibili gli interventi individualizzati nei confronti degli alunni in difficoltà che il potenziamento dell'offerta formativa in regione;
- le prospettive di tensioni sociali legate ai processi di razionalizzazione e dimensionamento della rete scolastica, che oggi portano ad un abbassamento qualitativo del servizio, ma che domani avvieranno alla sua sparizione in molte delle nostre piccole realtà, proseguendo nella spirale della dismissione dei presidi statuali in molti paesi destinati, quindi, ad essere progressivamente abbandonati
- gli effetti dei ridimensionamenti sugli Organici regionali, che oggi ricadono in maniera esclusiva sulla componente più debole: i precari; con la cancellazione di ogni prospettiva di sostentamento per gran parte di quel personale precario di terza fascia delle graduatorie d'Istituto che da quest’anno scolastico ha viste ridotte o completamente azzerate le proprie possibilità di lavoro ( infoltendo le già ricche fila dei disoccupati della Regione);
- la definizione di un vero piano regionale per le immissioni in ruolo, adeguato alle attese e alle necessità del sistema scolastico regionale;
- una attenzione nuova per il personale ATA, sia sul versante delle immissioni in ruolo e sia sulle professionalità , scongiurando il taglio indiscriminato del personale ATA; fatto questo pregiudizievole non solo al buon funzionamento amministrativo delle Istituzioni Scolastiche, isolane ma anche alla stessa possibilità di garantire la realizzazione delle attività didattiche programmate nonché l'apertura e vigilanza delle sedi scolastiche;
- la improcrastinabile definizione di interventi efficaci e coordinati contro la dispersione scolastica; gli ultimi dati ci pongono di fronte a questa situazione:
Dal 22% al 28% l’indice di abbandono scolastico;
39,55% promossi senza debiti formativi;
24,55% bocciato
- la sempre più difficile situazione finanziaria delle scuole che vantano crediti per decine di migliaia di euro verso il Ministero dell'Economia, con la conseguenza di essere ormai al di sotto delle possibilità minime di funzionamento, tanto da arrivare a bloccare le sostituzioni del personale assente o da risultare debitrici degli ultimi stipendi nei confronti di quei supplenti non pagati direttamente dal Tesoro;
- la necessità di corposi interventi a favore dell’edilizia scolastica. La situazione dell'edilizia scolastica nella nostra realtà isolana introduce non solo considerazioni sullo star-bene a scuola, ma anche considerazioni sulla Legalità. Sollevano considerazioni che evidenziano lo scarso rispetto verso la garanzia delle condizioni igienico-sanitarie compatibili con l’attività didattica;
- il rilancio della Formazione Professionale, con l’avvio dei piani formativi, definendo le attività corsuali dei diversi livelli (formazione di base, continua, apprendistato, alta formazione, …).
In questo contesto, si ritiene non più rinviabile l’approvazione della Legge Regionale di riforma del Sistema Scolastico e della Formazione, in grado di costruire sinergie tra istruzione, formazione professionale e mondo del lavoro.
L’emergenza istruzione e formazione professionale, in un mercato del lavoro quale quello sardo sempre più povero, deprivato di risorse economiche e di opportunità lavorative, deve diventare scelta prioritaria nell’azione di governo della Giunta regionale.
Per queste motivazioni i Lavoratori del comparto della Scuola e della Formazione sarda saranno presenti in modo forte e partecipato all’iniziativa del 5 febbraio; giornata di mobilitazione generale a difesa delle prospettive lavorative del Comparto ma anche a difesa del primario diritto all’educazione alla formazione del Popolo sardo.
Cagliari, 1 febbraio 2010
PERCHE’ LA SCUOLA E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE SARDA ADERISONO ALLA GIORNATA DI MOBILITAZIONE DEL 5 FEBBRAIO 2010
La CISL Scuola della Sardegna ritengono non più prorogabile una forte iniziativa per contrastare la crisi del mondo dell’istruzione e della formazione in Sardegna.
Tra le priorità individuate dal sindacato sardo per il comparto della scuola e della formazione, per le quali si chiede l’apertura di confronto immediato con il Governo regionale e con il Governo nazionale si evidenziano:
- il continuo ed insostenibile taglio degli organici del Personale Docente ed ATA e la sempre più esigua disponibilità dei posti di sostegno, con la conseguente impossibilità di garantire un servizio scolastico di qualità, anche a causa dell'aumento del numero degli alunni per classe e dell’aumento delle pluriclassi, che stanno rendendo impossibili gli interventi individualizzati nei confronti degli alunni in difficoltà che il potenziamento dell'offerta formativa in regione;
- le prospettive di tensioni sociali legate ai processi di razionalizzazione e dimensionamento della rete scolastica, che oggi portano ad un abbassamento qualitativo del servizio, ma che domani avvieranno alla sua sparizione in molte delle nostre piccole realtà, proseguendo nella spirale della dismissione dei presidi statuali in molti paesi destinati, quindi, ad essere progressivamente abbandonati
- gli effetti dei ridimensionamenti sugli Organici regionali, che oggi ricadono in maniera esclusiva sulla componente più debole: i precari; con la cancellazione di ogni prospettiva di sostentamento per gran parte di quel personale precario di terza fascia delle graduatorie d'Istituto che da quest’anno scolastico ha viste ridotte o completamente azzerate le proprie possibilità di lavoro ( infoltendo le già ricche fila dei disoccupati della Regione);
- la definizione di un vero piano regionale per le immissioni in ruolo, adeguato alle attese e alle necessità del sistema scolastico regionale;
- una attenzione nuova per il personale ATA, sia sul versante delle immissioni in ruolo e sia sulle professionalità , scongiurando il taglio indiscriminato del personale ATA; fatto questo pregiudizievole non solo al buon funzionamento amministrativo delle Istituzioni Scolastiche, isolane ma anche alla stessa possibilità di garantire la realizzazione delle attività didattiche programmate nonché l'apertura e vigilanza delle sedi scolastiche;
- la improcrastinabile definizione di interventi efficaci e coordinati contro la dispersione scolastica; gli ultimi dati ci pongono di fronte a questa situazione:
Dal 22% al 28% l’indice di abbandono scolastico;
39,55% promossi senza debiti formativi;
24,55% bocciato
- la sempre più difficile situazione finanziaria delle scuole che vantano crediti per decine di migliaia di euro verso il Ministero dell'Economia, con la conseguenza di essere ormai al di sotto delle possibilità minime di funzionamento, tanto da arrivare a bloccare le sostituzioni del personale assente o da risultare debitrici degli ultimi stipendi nei confronti di quei supplenti non pagati direttamente dal Tesoro;
- la necessità di corposi interventi a favore dell’edilizia scolastica. La situazione dell'edilizia scolastica nella nostra realtà isolana introduce non solo considerazioni sullo star-bene a scuola, ma anche considerazioni sulla Legalità. Sollevano considerazioni che evidenziano lo scarso rispetto verso la garanzia delle condizioni igienico-sanitarie compatibili con l’attività didattica;
- il rilancio della Formazione Professionale, con l’avvio dei piani formativi, definendo le attività corsuali dei diversi livelli (formazione di base, continua, apprendistato, alta formazione, …).
In questo contesto, si ritiene non più rinviabile l’approvazione della Legge Regionale di riforma del Sistema Scolastico e della Formazione, in grado di costruire sinergie tra istruzione, formazione professionale e mondo del lavoro.
L’emergenza istruzione e formazione professionale, in un mercato del lavoro quale quello sardo sempre più povero, deprivato di risorse economiche e di opportunità lavorative, deve diventare scelta prioritaria nell’azione di governo della Giunta regionale.
Per queste motivazioni i Lavoratori del comparto della Scuola e della Formazione sarda saranno presenti in modo forte e partecipato all’iniziativa del 5 febbraio; giornata di mobilitazione generale a difesa delle prospettive lavorative del Comparto ma anche a difesa del primario diritto all’educazione alla formazione del Popolo sardo.
Cagliari, 1 febbraio 2010
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