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CISL SCUOLA ORISTANO

Segretaria Generale: ELENA AROFFU ***Segretari: BERNARDO CASU, BARBARA RASPA. -SEDE: 09170 ORISTANO P.za Roma Gall. Porcella 4 -tel. 0783.70674 /71003 Fax 71907 e-mail: CislScuola.Oristano@cisl.it - Orari di apertura: vedi link "CONTATTACI" in questa pagina* Per iscriverti:RSU CISL della SCUOLA o Sede Provinciale * Alle Elezioni ENAM hanno votato CISL SCUOLA: 3 insegnanti su 4, il 75,5%. - Webmaster: PINO CIULU

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lunedì 24 gennaio 2011

SCATTI E SCADENZE: AL DI LA' DEGLI ALLARMISMI, L'INTESA FUNZIONA

Sono disponibili da sabato scorso, sul Portale Stipendi P.A., i cedolini del mese di gennaio 2011. Ancora una volta, si tende ad alimentare dubbi e preoccupazioni, puntando ad oscurare con un diffuso allarmismo i risultati che un'azione sindacale seria e responsabile sta producendo. Per fare chiarezza proponiamo alcune note di illustrazione e commento su quanto appare nei cedolini di gennaio.

Da evidenziare, anzitutto, alcune modifiche di formato: il cedolino viene infatti compilato su due fogli, il primo dei quali riporta i dati che illustrano la posizione giuridico-economica, gli estremi di pagamento e i dati riepilogativi della retribuzione; il secondo contiene invece la descrizione in dettaglio di tutte le voci retributive (competenze e ritenute); può essere eventualmente presente un terzo foglio, qualora siano effettuate ritenute diverse da quelle ordinariamente previste, che in tale foglio trovano puntuale descrizione.

LO SCATTO C'E'

Come si potrà finalmente verificare "al di là di ogni ragionevole (o strumentale) dubbio", con lo stipendio di gennaio vengono messi regolarmente in pagamento gli scatti maturati alla data del 31 dicembre 2010, come già era avvenuto per quelli erogati nei mesi precedenti, anch’essi in parte maturati nel corso di un anno la cui efficacia ai fini del conseguimento del diritto alle progressioni di carriera era venuta meno per effetto di quanto disposto dalla “manovra” sull’emergenza economico finanziaria del giugno scorso (decreto-legge 78/2010), che aveva in tal senso “sterilizzato” il triennio 2010, 2011, 2012.

Con il decreto interministeriale 14 gennaio 2011, n. 3, attuativo di un’intesa fortemente voluta dalla CISL Scuola, si comincia col recuperare la piena validità dell’anno 2010 “ai fini della maturazione delle posizioni di carriera e stipendiali e dei relativi incrementi economici”, riducendo quindi da tre a due gli anni “sterilizzati” dal citato decreto-legge 78.

Si dovrà ora fare la stessa operazione anche per gli anni successivi, come espressamente indicato nel decreto all’art. 4; ciò in quanto il recupero avviene utilizzando le economie realizzate anno per anno, che devono essere opportunamente certificate prima di poterne disporre l’uso.

Di tale modalità abbiamo sempre dato conto con estrema chiarezza e senza alcuna reticenza, spiegando perché non era possibile ottenere in modo diverso un risultato che si è costretti a conseguire necessariamente per gradi. Non è tuttavia una “scommessa al buio”, dato che si fa riferimento a previsioni ampiamente attendibili, perché legate in gran parte a interventi sugli organici nel frattempo già realizzati.

L'intesa, nonostante diffidenza, preoccupazioni e interessati allarmismi, fin qui ha funzionato, consentendo a chi li ha maturati di vedersi attribuire gli scatti stipendiali dovuti. E’ chiaro che la progressiva attuazione dell’intesa su cui è costruito il decreto interministeriale 3/2011 costituisce fin d’ora un obiettivo prioritario nell’agenda dei nostri impegni.

LE SCADENZE PROROGATE: CHE VUOL DIRE?

Un’attenzione particolare va posta sulle variazioni che, da questo mese, si riscontreranno nei cedolini laddove essi riportano la scadenza che segna il passaggio alla successiva posizione stipendiale. Su quanto sopra si sta diffondendo una preoccupazione che appare in realtà priva di fondamento.

Fermo restando, infatti, il carattere meramente indicativo e formale di tale dato, che "registra" una situazione in corso di graduale modifica, non vi è dubbio che la scadenza, qualora non fosse intervenuta alcuna intesa col Governo, si sarebbe “allungata” per tutti di tre anni: l’incremento, invece, è di due anni (chi ad esempio a dicembre aveva come propria scadenza il mese di dicembre 2015, trova che la stessa è ora diventata dicembre 2017). E' dunque la conferma che l'intesa sta producendo i suoi frutti.

Nel momento in cui, dando applicazione all’art. 4 del decreto, si recupererà la validità - ai fini della progressione di carriera – anche dell’anno 2011, gli interessati avranno il loro scatto e per tutti gli altri si renderà necessario correggere nuovamente le scadenze, riducendole di un anno; recuperato il 2012, si ripristineranno per tutti le scadenze originarie.

Le sedi territoriali della CISL Scuola sono comunque a disposizione per fornire a chi ne avesse bisogno ulteriori chiarimenti legati allo specifico della propria individuale situazione.

UN'INTESA CHE FUNZIONA

La CISL Scuola

continua con determinazione nel suo impegno, teso a rivendicare la puntuale attuazione di quanto recepito nel decreto interministeriale 3/2011 in riferimento al recupero di validità - ai fini della progressione di carriera - anche per gli anni successivi;
esprime grande soddisfazione perchè ad oggi i risultati attesi sono stati puntualmente ottenuti, smentendo quanti hanno dedicato il loro tempo soprattutto ad alimentare preoccupazioni e diffidenza, nel tentativo di sminuire il significato e la portata di intese il cui valore è infinitamente superiore alla vuota inconcludenza dei loro detrattori.

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domenica 23 gennaio 2011

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Le classi sovraffollate

"Se invece che in percentuale ragioniamo in cifra assoluta, le classi con più di 30 alunni sono oltre 1500. Potranno anche essere poche rispetto alle 370.000 fuinzionanti, ma non ci sembrano un fenomeno da liquidare come "inesistente".

Il concetto di affollamento, tuttavia, è diverso, e chiama in causa non solo il  numero di alunni, ma l'adeguatezza degli spazi in cui sono ospitati. In questo senso anche classi meno numerose possono risultare "affollate", se le aule in cui sono costrette a lavorare sono anguste e fatiscenti.

L'edilizia scolastica, in molte parti del Paese, continua ad essere un problema molto serio, che chiama in causa oltre a quella dello Stato anche le responsabilità degli Enti Locali, dato che gli edifici scolatici, dalla loro costruzione alla loro manutenzione, rientrano nelle loro competenze.
Una cosa è certa: la scuola ha davvero bisogno che i diversi soggetti che concorrono a determinare le condizioni in cui si svolge il servizio scolastico (lo Stato per gli organici, le Regioni per la programmazione della rete scolastica, i Comuni e le Province per quanto riguarda edilizia, e servizi di supporto, come trasporti e mense) lo facciano in un'ottica di più stretta e leale collaborazione, ma soprattutto in una logica di integrazione delle risorse, finalizzata a utilizzarle con più efficacia e maggior efficienza".

Roma, 22 gennaio 2011

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Contrattazione d'Istituto. Concluso nel 60% delle Scuole della Provincia.

Sono 23 su un totale di 39 le scuole della provincia nelle quali è stato firmato il Contratto Integrativo di Istituto entro il 31 dicembre del 2010.

E’ un dato significativo perché:
1) riguarda il 60% degli istituti;
2) è la prima volta che si raggiunge tale risultato in provincia;
3) gli operatori scolastici, docenti e personale ATA, hanno diritto di sapere all’inizio dell’anno scolastico con quali compensi vanno retribuite le attività aggiuntive.
Proprio per questo motivo il contratto nazionale stabilisce che le contrattazioni di istituto debbano concludersi entro il 30 novembre di ciascun anno scolastico.

Accanto a questi aspetti positivi, che comunque vanno migliorati, ne emergono due negativi:

1) il numero elevato di ore di lavoro straordinario a carico del personale amministrativo, tecnico e ausiliario come conseguenza dell’aumento delle competenze attribuite agli uffici di segreteria e della drastica riduzione del numero di unità lavorative operata dal ministero dell’istruzione.
Tutto ciò sta ponendo le singole istituzioni scolastiche in notevole difficoltà, impedendo loro di funzionare adeguatamente e di garantire totalmente la vigilanza e l’assistenza agli alunni;

2) il prevalere delle risorse economiche destinate agli aspetti gestionali ed organizzativi rispetto a quelle per il miglioramento dell’offerta formativa.

Si tratta di due aspetti solo apparentemente diversi tra di loro che hanno- comunque- una origine comune nella notevole riduzione dei finanziamenti alla scuola statale e che si ripercuotono negativamente sulla qualità del servizio offerto all’utenza.

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sabato 22 gennaio 2011

Contrattazione integrativa: inaccettabile la nota dell'USR Veneto. La CISL Scuola chiede un incontro urgente al MIUR

E' inaccettabile il contenuto della nota emanata in data 13 gennaio dal Direttore Regionale dell'USR Veneto, in tema di contrattazione integrativa: esso contrasta con le indicazioni date dallo stesso Ministero lo scorso mese di settembre. E' quanto scrive al Capo di Gabinetto del Ministro il Segretario Generale della CISL Scuola, Francesco Scrima, che chiede per questo la convocazione di un incontro urgente con i sindacati.

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Personale ATA - Avvio delle procedure per la emanazione dei bandi "24 mesi", a.s. 2010/11 (concorsi per titoli)

Il MIUR, con nota 402 del 20.1.2011, inviata ai Direttori Generali Regionali, fornisce le annuali indicazioni per l'indizione dei concorsi per titoli relativi ai profili professionali dell'area A e B (ai sensi dell'articolo 554 del Decreto Legislativo 297/94 e O.M. 21 del 23.2.2009).La nota ricalca sostanzialmente quella dello scorso anno con la differenza che la scelta delle sedi scolastiche ("modello G") avverrà tramite le "istanze on line" con specifica applicazione web.

I modelli di domanda sono in corso di predisposizione.

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SCATTI ANZIANITA': GIA' PREVISTO IL RECUPERO ANCHE PER GLI ANNI SUCCESSIVI

Il decreto sul recupero degli scatti per il personale della scuola è un grande risultato, frutto di un'azione intelligente e determinata condotta in una situazione di straordinaria difficoltà. Il ripristino di validità del 2010, grazie al quale a gennaio sono regolarmente in busta paga gli scatti maturati, è solo il primo atto di un'intesa che troverà seguito anche per gli anni successivi.

La necessità di procedere in questo modo era chiara da subito, talmente chiara da farci chiedere - e ottenere - che la "chiave" per risolvere il problema fosse inserita esplicitamente nel decreto: non a caso l'art. 4 già prefigura le modalità da seguire per recuperare gli scatti anche negli anni successivi al 2010.

Chi ha lavorato con impegno e fatica per costruire le intese queste cose le sa; la preoccupata denuncia di altri assomiglia ad una "scoperta dell'acqua calda", di cui fatichiamo a comprendere il senso e l'utilità.

Roma, 20 gennaio 2011

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola

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giovedì 20 gennaio 2011

SCATTI ANZIANITA': IL DECRETO INTERMINISTERIALE AGLI ORGANI DI CONTROLLO

Come già annunciato, pubblichiamo il Decreto Interministeriale (numero 3 del 14.1.2011), firmato da entrambi i ministri del MIUR e del MEF.

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Contrattazione integrativa: inaccettabile la nota dell'USR Veneto. La CISL Scuola chiede un incontro urgente al MIUR

E' inaccettabile il contenuto della nota emanata in data 13 gennaio dal Direttore Regionale dell'USR Veneto, in tema di contrattazione integrativa: esso contrasta con le indicazioni date dallo stesso Ministero lo scorso mese di settembre. E' quanto scrive al Capo di Gabinetto del Ministro il Segretario Generale della CISL Scuola, Francesco Scrima, che chiede per questo la convocazione di un incontro urgente con i sindacati.

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mercoledì 12 gennaio 2011

"Il maggior attentato ai diritti è chiudere le fabbriche". Intervista a Bruno Manghi

Su "La Repubblica" dell'11 gennaio compare un'intervista a Bruno Manghi, sociologo, già dirigente della CISL e per anni direttore del Centro Studi CISL di Firenze, che ha per oggetto l'accordo per Mirafiori e le presunte violazioni di diritti che sarebbero contenute in tale intesa. Un importante contributo di riflessione che ci viene da un profondo conoscitore del mondo del lavoro, delle sue dinamiche e dei suoi valori.

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martedì 11 gennaio 2011

SCATTI, TREMONTI FIRMA IL DECRETO. UN IMPEGNO MANTENUTO

Il decreto interministeriale che consente il pagamento degli scatti è stato firmato  in via definitiva dal ministro Tremonti, in coerenza con le intese che avevamo raggiunto al termine di un serrato confronto sulle misure straordinarie varate l'estate scorsa.

Il testo è quello già presentato ai sindacati il 18 novembre al MIUR, firmato dal ministro Gelmini e quindi trasmesso al MEF per la controfirma. Un iter reso più complesso dalla concomitanza di tanti altri provvedimenti di fine anno, ma che oggi è pienamente concluso.

La CISL Scuola, che molto ha lavorato, insieme alla CISL, per trovare le intese necessarie a risolvere una questione così delicata e complessa, non può che esprimere grande soddisfazione per una firma che fa chiarezza anche rispetto a tanta disinformazione diffusa in modo superficiale, e non di rado strumentale, nei giorni scorsi.

Le modalità concordate per il recupero degli scatti sono state da noi ripetutamente illustrate e commentate con dovizia di particolari: il decreto riprende coerentemente quanto convenuto, ristabilendo la validità del 2010 ai fini della maturazione degli scatti e ponendo le premesse per un analogo intervento negli anni 2011 e 2012.

E' sorprendente come molti, con malcelato fastidio per un esito che forse preferivano non vedere raggiunto, nella perversa logica del "tanto peggio tanto meglio", si impegnino oggi soprattutto a ricercare e a evidenziare i presunti limiti dei risultati che abbiamo raggiunto: risultati che in ogni caso valgono infinitamente di più del nulla fin qui prodotto da chi ha scelto altre e diverse modalità di misurarsi col Governo sul difficile terreno dei provvedimenti di emergenza.

Così come sorprende - ma non troppo - la disinvoltura di chi definisce un "pateracchio", in questi giorni, quello stesso decreto che in precedenza aveva indicato, nel tentativo di intestarsi meriti mai avuti, come "importante risultato".

Con lo stesso impegno profuso fino ad oggi la CISL Scuola incalzerà ora l'Amministrazione perché si dia puntualmente seguito, con le modalità concordate e riportate nel testo del decreto, al successivo previsto recupero anche degli anni 2011 e 2012 ai fini della maturazione delle progressioni stipendiali.

Roma, 10 gennaio 2011

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola

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venerdì 7 gennaio 2011

Decreto "salva scatti": si concluda rapidamente il percorso

La CISL Scuola è fortemente impegnata perché si porti rapidamente a conclusione l'iter del decreto interministeriale che destina le risorse necessarie al pagamento degli scatti di anzianità maturati nel 2010, secondo le intese e i conseguenti impegni assunti dal Governo con i sindacati.

Impegni che devono concretizzarsi quanto prima nella pubblicazione definitiva del decreto, operante su risorse formalmente certificate e già trasmesso al Ministro dell'Economia e delle Finanze dal Ministro dell'Istruzione, che lo ha firmato nello scorso mese di dicembre.

La pubblicazione del decreto, probabilmente rallentata anche per la concomitanza delle festività natalizie, deve comunque avvenire in tempi rapidi, anche per fugare gli allarmismi suscitati dalla recente nota tecnica del Service Personale Tesoro del MEF, nota che per la verità conferma implicitamente la regolare attivazione degli scatti da inserire in busta paga nel mese di gennaio 2011.

La CISL Scuola sta seguendo in questi giorni - con impegno continuo e costante, insieme alla Confederazione - il percorso del provvedimento, di cui rivendica e sollecita una rapida e positiva conclusione, coerentemente alle intese raggiunte.

Con lo stesso impegno la CISL Scuola incalzerà l'Amministrazione perché si dia puntualmente seguito, con le modalità concordate e riportate nel testo dell'emanando decreto, al successivo previsto recupero - ai fini della maturazione delle progressioni stipendiali - anche degli anni 2011 e 2012.

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Bonanni: "Un segnale di fiducia e di speranza dagli accordi di Mirafiori e Pomigliano"

 Gli accordi di Mirafiori e Pomigliano "rappresentano un segnale di fiducia e di speranza per il paese". E' il commento del leader della CISL, Raffaele Bonanni, affidato ad una nota dopo la firma del nuovo contratto per la newco dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco.

Fiducia e speranza "perchè" - sottolinea Bonanni - "dimostrano che in Italia si può ancora investire, con il contributo determinante dei sindacati aumentando i salari e la produttività, senza intaccare i diritti fondamentali come qualcuno in malafede si ostina a far credere".

"Il Sud ha bisogno come il pane di accordi come quello di Pomigliano" - continua il segretario generale della CISL - "mentre un sindacato minoritario pensa solo al conflitto e ad organizzare scioperi, tutti gli altri sindacati pensano a come far uscire i lavoratori e le loro famiglie dalla precarietà e dall'incertezza. Questo è il significato di accordi importanti e positivi come quello siglato oggi su Pomigliano dove abbiamo assicurato lavoro, prospettive industriali, diritti e soprattutto maggiore salario per i lavoratori nonchè la condivisione di nuove relazioni sindacali incentrate sul modello partecipativo".

"Il compito dei sindacati è" - conclude Bonanni - "quello di fare accordi portando risultati concreti ai lavoratori, anche in situazioni difficili e complicate come quelle che stiamo vivendo, visto che ci sono pochissime imprese che investono nel nostro paese".

***

Sulle intese per Pomigliano e Mirafiori segnaliamo anche il
comunicato stampa del 2 gennaio 2011 del segretario generale della FIM CISL, Giuseppe Farina.

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NAPOLITANO: SERVE SPIRITO DI CONDIVISIONE E UN SALTO DI QUALITA' DELLA POLITICA

Pubblichiamo il testo integrale del messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Buona sera e Buon Anno a voi tutti, italiane e italiani di ogni generazione. Non vi stupirete, credo, se dedico questo messaggio soprattutto ai più giovani tra noi, che vedono avvicinarsi il tempo delle scelte e cercano un'occupazione, cercano una strada.

Dedico loro questo messaggio, perché i problemi che essi sentono e si pongono per il futuro sono gli stessi che si pongono per il futuro dell'Italia.

Incontrando di recente, per gli auguri natalizi, i rappresentanti del Parlamento e del governo, delle istituzioni e dei corpi dello Stato, ho espresso la mia preoccupazione per il malessere diffuso tra i giovani e per un distacco ormai allarmante tra la politica, tra le stesse istituzioni democratiche e la società, le forze sociali, in modo particolare le giovani generazioni.

Ma non intendo tornare questa sera su tutti i temi di quell'incontro. Ribadisco solo l'esigenza di uno spirito di condivisione - da parte delle forze politiche e sociali - delle sfide che l'Italia è chiamata ad affrontare; e l'esigenza di un salto di qualità della politica, essendone in giuoco la dignità, la moralità, la capacità di offrire un riferimento e una guida.

Ma a questo riguardo voi che mi ascoltate non siete semplici spettatori, perché la politica siete anche voi, in quanto potete animarla e rinnovarla con le vostre sollecitazioni e i vostri comportamenti, partendo dalle situazioni che concretamente vivete, dai problemi che vi premono.

Siamo stati anche nel corso di quest'anno 2010 dominati dalle condizioni di persistente crisi e incertezza dell'economia e del tessuto sociale, e ormai da qualche tempo si è diffusa l'ansia del non poterci più aspettare - nella parte del mondo in cui viviamo - un ulteriore avanzamento e progresso di generazione in generazione come nel passato.

Ma non possiamo farci paralizzare da quest'ansia: non potete farvene paralizzare voi giovani. Dobbiamo saper guardare in positivo al mondo com'è cambiato, e all'impegno, allo sforzo che ci richiede. Che esso richiede specificamente e in modo più pressante a noi italiani, ma non solo a noi: all'Europa, agli Stati Uniti. Se il sogno di un continuo progredire nel benessere, ai ritmi e nei modi del passato, è per noi occidentali non più perseguibile, ciò non significa che si debba rinunciare al desiderio e alla speranza di nuovi e più degni traguardi da raggiungere nel mondo segnato dalla globalizzazione.

E innanzitutto è conquista anche nostra, è conquista della nostra comune umanità il rinascere di antiche civiltà, il travolgente sviluppo di economie emergenti, in Asia, in America Latina, in altre regioni - anche in Africa ci si è messi in cammino - rimaste a lungo ai margini della modernizzazione. E' conquista della nostra comune umanità il sollevarsi dall'arretratezza, dalla povertà, dalla fame di centinaia di milioni di uomini e donne nel primo decennio di questo nuovo millennio. Paesi e popoli con i quali condividere lo slancio verso un mondo globale più giusto, più comprensivo dell'apporto di tutti, più riconciliato nella pace e in uno sviluppo davvero sostenibile.

E' in effetti possibile un impegno comune senza precedenti per fronteggiare le sfide e cogliere le opportunità di questo grande tornante storico. Siamo tutti chiamati a far fronte ancora alla sfida della pace, sempre messa a dura prova da persistenti e ricorrenti conflitti e da cieche trame terroristiche: della pace e della sicurezza collettiva, che esigono tra l'altro una nuova assunzione di responsabilità nella Comunità Internazionale da parte delle grandi potenze emergenti. Siamo chiamati a cogliere le opportunità di un processo di globalizzazione tuttora ambiguo nelle sue ricadute sul terreno dei diritti democratici e delle diversità culturali, ed estremamente impegnativo per continenti e paesi - l'Europa, l'Italia - che tendono a perdere terreno nell'intensità e qualità dello sviluppo.

Ecco, da questo scenario non possono prescindere i giovani nel porsi domande sul futuro. Non possono porsele senza associare strettamente il discorso sull'Italia e quello sull'Europa, senza ragionare da italiani e da europei. Molto dipenderà infatti per noi dalla capacità dell'Europa di agire davvero come Unione: Unione di Stati e di popoli, ricca della sua pluralità, e forte di istituzioni che sempre meglio le consentano di agire all'unisono, di integrarsi più decisamente.

Solo così si potrà non solo superare l'attacco all'Euro e una insidiosa crisi finanziaria nell'Eurozona, ma aprire una nuova prospettiva di sviluppo dell'economia e dell'occupazione nel nostro continente, ed evitare il rischio della sua irrilevanza o marginalità in un mondo globale che cresca lontano da noi. Sono convinto che questa sia una verità destinata a farsi strada anche in quei paesi europei in cui può serpeggiare l'illusione del fare da soli, l'illusione dell'autosufficienza.

Pensare con positivo realismo in termini europei equivale a non illuderci, in Italia, di poter sfuggire agli imperativi sia della sostenibilità della finanza pubblica sia della produttività e competitività dell'economia e più in generale del sistema-paese. D'altronde, sono convinto che quando i giovani denunciano un vuoto e sollecitano risposte sanno bene di non poter chiedere un futuro di certezze, magari garantite dallo Stato, ma di aver piuttosto diritto a un futuro di possibilità reali, di opportunità cui accedere nell'eguaglianza dei punti di partenza secondo lo spirito della nostra Costituzione.

Nelle condizioni dell'Europa e del mondo di oggi e di domani, non si danno certezze e nemmeno prospettive tranquillizzanti per le nuove generazioni se vacilla la nostra capacità individuale e collettiva di superare le prove che già ci incalzano. Tanto meno, ho detto, si può aspirare a certezze che siano garantite dallo Stato a prezzo del trascinarsi o dell'aggravarsi di un abnorme debito pubblico. Quel peso non possiamo lasciarlo sulle spalle delle generazioni future senza macchiarci di una vera e propria colpa storica e morale.

Trovare la via per abbattere il debito pubblico accumulato nei decenni; e quindi sottoporre alla più severa rassegna i capitoli della spesa pubblica corrente, rendere operante per tutti il dovere del pagamento delle imposte, a qualunque livello le si voglia assestare. Questo dovrebbe essere l'oggetto di un confronto serio, costruttivo, responsabile, tra le forze politiche e sociali, fuori dall'abituale frastuono e da ogni calcolo tattico.

Ma affrontare il problema della riduzione del debito pubblico e della spesa corrente, così come mettere mano a una profonda riforma fiscale, vuol dire compiere scelte significative anche se difficili. Si debbono o no, ad esempio, fare salve risorse adeguate, a partire dai prossimi anni, per la cultura, per la ricerca e la formazione, per l'Università?

Che questa scelta sia da fare, lo ha detto il Senato accogliendo espliciti ordini del giorno in tal senso prima di approvare la legge di riforma universitaria. Una legge il cui processo attuativo - colgo l'occasione per dirlo a coloro che l'hanno contestata - consentirà ulteriori confronti in vista di più condivise soluzioni specifiche, e potrà essere integrato da nuove decisioni come quelle auspicate dallo stesso Senato.

Occorre in generale individuare priorità che siano riferibili a quella strategia di più sostenuta crescita economico-sociale che per l'Italia è divenuta - dopo un decennio di crescita bassa e squilibrata - condizione tassativa per combattere il rischio del declino anche all'interno dell'Unione Europea. Vorrei fosse chiaro che sto ragionando sul da farsi nei prossimi anni; giudizi sulle politiche di governo non competono al Capo dello Stato, ma appartengono alle sedi istituzionali di confronto tra maggioranza e opposizione, in primo luogo al Parlamento.

E vorrei fosse chiaro che parlo di una strategia, e parlo di priorità, da far valere non solo attraverso l'azione diretta dello Stato e di tutti i poteri pubblici, ma anche attraverso la sollecitazione di comportamenti corrispondenti da parte dei soggetti privati.

Abbiamo, così, bisogno non solo di più investimenti pubblici nella ricerca, ma di una crescente disponibilità delle imprese a investire nella ricerca e nell'innovazione. Passa anche di qui l'indispensabile elevamento della produttività del lavoro: tema, oggi, di un difficile confronto - che mi auguro evolva in modo costruttivo - in materia di relazioni industriali e organizzazione del lavoro. Reggere la competizione in Europa e nel mondo, accrescere la competitività del sistema-paese, comporta per l'Italia il superamento di molti ritardi, di evidenti fragilità, comporta lo scioglimento di molti nodi, riconducibili a riforme finora mancate.

E richiede coraggio politico e sociale, per liberarci di vecchie e nuove rendite di posizione, così come per riconoscere e affrontare il fenomeno di disuguaglianze e acuti disagi sociali che hanno sempre più accompagnato la bassa crescita economica almeno nell'ultimo decennio. Disuguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza. Impoverimento di ceti operai e di ceti medi, specie nelle famiglie con più figli e un solo reddito. E ripresa della disoccupazione, sotto l'urto della crisi globale scoppiata nel 2008.

Gli ultimi dati ci dicono che le persone in cerca di occupazione sono tornate a superare i due milioni, di cui quasi uno nel Mezzogiorno; e che il tasso di disoccupazione nella fascia di età tra i 15 anni e i 24 - ecco di nuovo il discorso sui giovani, nel suo aspetto più drammatico - ha raggiunto il 24,7 per cento nel paese, il 35,2 nel Mezzogiorno e ancor più tra le giovani donne. Sono dati che debbono diventare l'assillo comune della Nazione. Se non apriamo a questi ragazzi nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l'Italia: ed è in scacco la democrazia.

Proprio perché non solo speriamo, ma crediamo nell'Italia, e vogliamo che ci credano le nuove generazioni, non possiamo consentirci il lusso di discorsi rassicuranti, di rappresentazioni convenzionali del nostro lieto vivere collettivo.

C'è troppa difficoltà di vita quotidiana in diverse sfere sociali, troppo malessere tra i giovani. Abbiamo bisogno di non nasconderci nessuno dei problemi e delle dure prove da affrontare: proprio per poter suscitare un vasto moto di energie e di volontà, capace di mettere a frutto tradizioni, risorse e potenzialità di cui siamo ricchi. Quelle che abbiamo accumulato nella nostra storia di centocinquant'anni di Italia unita. Celebrare quell'anniversario, come abbiamo cominciato a fare e ancor più faremo nel 2011, non è perciò un rito retorico.

Non possiamo come Nazione pensare il futuro senza memoria e coscienza del passato. Ci serve, ci aiuta, ripercorrere nelle sue asprezze e contraddizioni il cammino che ci portò nel 1861 a diventare Stato nazionale unitario, ed egualmente il cammino che abbiamo successivamente battuto, anche fra tragedie sanguinose ed eventi altamente drammatici. Vogliamo e possiamo recuperare innanzitutto la generosità e la grandezza del moto unitario: e penso in particolare a una sua componente decisiva, quella dei volontari. Quanti furono i giovani e giovanissimi combattenti ed eroi che risposero, anche sacrificando la vita, a quegli appelli per la libertà e l'Unità dell'Italia! Dovremmo forse tacerne, e rinunciare a trarne ispirazione?

Ma quello resta un patrimonio vivo, cui ben si può attingere per ricavarne fiducia nelle virtù degli italiani, nel loro senso del dovere comune e dell'unità, e nella forza degli ideali. Ed è patrimonio vivo quello del superamento di prove meno remote e già durissime, come il liberarci dalla dittatura fascista, il risollevarci dalla sconfitta e dalle distruzioni dell'ultima guerra, ricostruendo il paese e trovando l'intesa su una Costituzione animata da luminosi principi. No, nulla può oscurare il complessivo bilancio della profonda trasformazione, del decisivo avanzamento che l'Unità, la nascita dello Stato nazionale e la sua rinascita su basi democratiche hanno consentito all'Italia.

Di quel faticoso cammino è stato parte il ricercare e stabilire - come ha voluto sottolineare ancora di recente il Pontefice, indirizzandoci un pensiero augurale che sentitamente ricambio - "giuste forme di collaborazione fra la comunità civile e quella religiosa". Sono convinto che nelle nuove generazioni sia radicato il valore dell'unità nazionale, e insieme il valore dello Stato unitario come presidio irrinunciabile nell'era del mondo globale.

Uno Stato, peraltro, in via di ulteriore rinnovamento secondo un disegno di riforma già concretizzatosi nella legge sul federalismo fiscale. Sarà essenziale attuare quest'ultima in piena aderenza ai principi di "solidarietà e coesione sociale" cui è stata ancorata. Sarà essenziale operare su tutti i piani per sanare la storica ferita di quel divario tra Nord e Sud che si va facendo perfino più grave, mentre risulta obbiettivamente innegabile che una crescita più dinamica dell'economia e della società nazionale richiede uno sviluppo congiunto, basato sulla valorizzazione delle risorse disponibili in tutte le aree del paese.

Il futuro da costruire - guardando soprattutto all'universo giovanile - richiede un impegno generalizzato. Quell'universo è ben più vasto e vario del mondo studentesco. A tutti rivolgo ancora la più netta messa in guardia contro ogni cedimento alla tentazione fuorviante e perdente del ricorso alla violenza. In particolare, poi, invito ogni ragazza e ragazzo delle nostre Università a impegnarsi fino in fondo, a compiere ogni sforzo per massimizzare il valore della propria esperienza di studio, e li invito a rendersi protagonisti, con spirito critico e seria capacità propositiva, dell'indispensabile rinnovamento dell'istituzione Università e del suo concreto modo di funzionare.

Investire sui giovani, scommettere sui giovani, chiamarli a fare la propria parte e dare loro adeguate opportunità. Che questa sia la strada giusta, ho potuto verificarlo in tante occasioni. Dall'incontro, nel gennaio scorso, con gli studenti di Reggio Calabria impegnati sul tema della legalità, a quello, in novembre, con i giovani volontari di Vicenza mobilitatisi per far fronte all'emergenza alluvione; e via via potendo apprezzare realtà altamente significative.

Penso ai giovani che con grandissima consapevolezza e abnegazione fanno la loro parte nelle missioni militari in aree di crisi: alle famiglie di quelli tra loro che sono caduti - purtroppo ancora oggi - e di tutti gli altri che compiono il loro dovere esponendosi a ogni rischio, desidero rinnovare stasera la mia, la nostra gratitudine e vicinanza. Penso ai giovani magistrati e ai giovani appartenenti alle forze di polizia, che contribuiscono in modo determinante al crescente successo nella lotta per liberare l'Italia da uno dei suoi gravi condizionamenti negativi, la presenza aggressiva e inquinante della criminalità organizzata.

Sì, possiamo ben aprirci la strada verso un futuro degno del grande patrimonio storico, universalmente riconosciuto, della Nazione italiana. Facciano tutti la loro parte : quanti hanno maggiori responsabilità - e ne debbono rispondere - nella politica e nelle istituzioni, nell'economia e nella società, ma in pari tempo ogni comunità, ogni cittadino.

Dovunque, anche a Napoli: lasciatemi rivolgere queste parole di incitamento a una città per la cui condizione attuale provo sofferenza come molti in Italia. Faccia anche a Napoli la sua parte ogni istituzione, ogni cittadino, nello spirito di un impegno comune, senza cedere al fatalismo e senza tirarsi indietro. Sentire l'Italia, volerla più unita e migliore, significa anche questo, sentire come proprio il travaglio di ogni sua parte, così come il travaglio di ogni sua generazione, dalle più anziane alle più giovani.

A tutti, dunque, agli italiani e agli stranieri che sono tra noi condividendo doveri e speranze, il mio augurio affettuoso, il mio caloroso buon 2011.

Palazzo del Quirinale, 31.12.2010

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ISCRIZIONI 2011/12, SCADENZA 12 FEBBRAIO

E' stata emanata la Circolare Ministeriale 101, contenente le disposizioni per le iscrizioni degli alunni alle scuole di ogni ordine e grado per l'a.s. 2011/12. La data di scadenza per le iscrizioni è fissato al 12 febbraio 2011

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CESSAZIONI DAL SERVIZIO 2011 - DOMANDE ENTRO L'11 FEBBRAIO. EMANATI DECRETO E CIRCOLARE

Il MIUR ha emanato il D.M. 99 del 28.12.2010 e la C.M. 100 del 29.12.2010, contenenti indicazioni e scadenze per le cessazioni dal servizio del personale scolastico a far data dal 1° settembre 2011.

Di seguito, i contenuti essenziali.

Termine di presentazione delle istanze

11 febbraio 2011 (per i Dirigenti Scolastici 28 febbraio)
La scadenza è riferita a:


istanze di collocamento a riposo (40 anni di contributi) o in pensione di anzianità
istanze di trattenimento in servizio oltre i 65 anni di età (per chi li compie entro il 31 agosto 2011)
revoca di precedenti istanze di dimissioni
cessazione anticipata rispetto a precedente trattenimento in servizio
trasformazione rapporto a part time con contestuale trattamento di pensione
Modalità di presentazione delle istanze

procedura POLIS istanze on line

Personale docente, educativo e ATA (funzioni disponibili dal 12 gennaio all’11 febbraio 2011). Eventuali istanze già prodotte in cartaceo devono essere ripresentate attraverso POLIS
modalità cartacea
Dirigenti Scolastici, personale non di ruolo, ivi compresi gli incaricati di religione, personale in carico presso le scuole delle province di Trento, Bolzano ed Aosta.
Istanze di trattenimento in servizio
Cessazioni ex art. 72 legge 133/08

Sono confermati, con alcune indicazioni integrative, i criteri stabili dalla Direttiva Ministeriale 94 del 4.12.2009, per quanto riguarda l’applicazione dell’art. 72, comma 7 e comma 11 della legge 133/08 (trattenimento in servizio oltre il 65° anno, risoluzione del rapporto di lavoro al compimento dei 40 anni di contribuzione).

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