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CISL SCUOLA ORISTANO

Segretaria Generale: ELENA AROFFU ***Segretari: BERNARDO CASU, BARBARA RASPA. -SEDE: 09170 ORISTANO P.za Roma Gall. Porcella 4 -tel. 0783.70674 /71003 Fax 71907 e-mail: CislScuola.Oristano@cisl.it - Orari di apertura: vedi link "CONTATTACI" in questa pagina* Per iscriverti:RSU CISL della SCUOLA o Sede Provinciale * Alle Elezioni ENAM hanno votato CISL SCUOLA: 3 insegnanti su 4, il 75,5%. - Webmaster: PINO CIULU

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giovedì 31 marzo 2011

Dirigenti Scolastici. In arrivo il bando di reclutamento

Da “fonti” del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) si è appreso che la settimana scorsa è stata sciolta la riserva circa l’autorizzazione al numero di posti da mettere a concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici. Detta riserva è stata sciolta positivamente solo a seguito di un serrato confronto con il MIUR, all’esito del quale è stata ridotta di oltre 500 posti l’iniziale richiesta dell’Amministrazione (da 2871 a 2310).

Risulta alla CISL Scuola, inoltre, che lunedì scorso, 28 marzo, il Dipartimento per la Funzione Pubblica abbia predisposto il relativo Decreto Presidenza Consiglio Ministri di autorizzazione al bando, DPCM trasmesso al MEF per la dovuta “controfirma”.

Si è, quindi, alla vigilia del perfezionamento delle procedure formali che consentiranno al MIUR la pubblicazione del bando medesimo che, ragionevolmente, deve ritenersi imminente.

Ad indiretta conferma di ciò, le Organizzazioni Sindacali della scuola sono state convocate per mercoledì 6 aprile 2011, con all’ordine del giorno, tra l’altro, l’informativa (da tempo richiesta e sollecitata dalla CISL Scuola) sul predetto bando.

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mercoledì 30 marzo 2011

Personale ATA. Concorsi "24 mesi", a.s. 2010/11: "modello G on line"

Dalla mattinata del 28 marzo - e fino alle ore 14 del prossimo 28 aprile - sono aperte le funzioni SIDI per la scelta delle istituzioni scolastiche ("mod. G on line") ai fini dell'inserimento del personale interessato nelle graduatorie di istituto di prima fascia.

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Scrima: assumere a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili

Assumere a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili: è questa la via maestra da seguire per dare risposte alle attese dei precari ma anche per garantire che il reclutamento segua regole chiare e certe. Non è pensabile che siano i ricorsi e le sentenze a decidere chi e quando ha diritto di entrare in ruolo.

L’obiettivo che ci diamo non è demagogico, perché i posti vanno comunque coperti per far funzionare il servizio, e il costo di un precario equivale, almeno nell’immediato, a quello di un assunto a tempo indeterminato. Deve essere chiaro che non stiamo chiedendo “nuove” assunzioni, ma “diverse” assunzioni, che rendendo più stabile il lavoro possono anche favorirne la qualità e l’efficacia.

E’ fuori discussione che sulle politiche scolastiche si impone un cambio di passo, dopo un triennio di autentico stress: occorre assumere fino in fondo la consapevolezza che la scuola è una risorsa strategica, e farne discendere scelte di investimento e di sviluppo.

Ma intanto, da subito, si avvii un consistente piano di assunzioni: una scelta per la quale ci sono le disponibilità e che si può rivelare, anche rispetto al contenzioso in atto, utile e conveniente.

Con altrettanta urgenza vanno definite in termini chiari le modalità con cui gestire l’imminente aggiornamento delle “graduatorie ad esaurimento”.

Come avevamo da subito rilevato, il quadro normativo che consegue alla sentenza della Corte Costituzionale si rivela complesso e controverso: per quanto ci riguarda, riteniamo che la natura delle graduatorie, specie dopo la loro trasformazione in “graduatorie ad esaurimento”, imponga di salvaguardare quanto più possibile le aspettative di chi vi è incluso, senza continui e periodici stravolgimenti delle posizioni occupate.

Per questo avevamo condiviso, ritenendole sagge ed equilibrate, le modalità di aggiornamento individuate nel 2007, che per noi restano anche oggi, pur nel quadro determinato dagli esiti di un estenuante contenzioso, un importante punto di riferimento.

Roma, 29 marzo 2011

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola

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lunedì 28 marzo 2011

Mobilità del personale della scuola, a.s. 2011/12 - Il nuovo scadenzario

In considerazione sia della complessità delle operazioni propedeutiche alla mobilità del personale della scuola (previsione delle classi e degli organici) sia delle numerose segnalazioni degli uffici periferici dell’Amministrazione circa le difficoltà incontrate nello svolgimento delle attività necessarie entro i tempi stabiliti, il MIUR ha rideterminato (attraverso uno specifico decreto direttoriale del 25.3.2011, emanato con la nota 2563 di pari data) l’articolazione delle dei termini di acquisizione delle disponibilità e di pubblicazione dei movimenti relativi a tutto il personale scolastico.

La rideterminazione delle date di acquisizione al SIDI delle disponibilità proroga - ovviamente - per i docenti, il personale educativo ed il personale ATA anche i termini per la presentazione delle istanze di revoca delle domande di mobilità (vedi, in proposito, lo “scadenzario per qualifica professionale” e lo “scadenzario cronologico”, entrambi predisposti dalla Segreteria Nazionale CISL Scuola).

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Precariato, servono risposte forti

Quella emessa dal giudice di Genova si aggiunge ad una serie di sentenze che sanzionano il ricorso sistematico e troppo esteso al lavoro precario e ci vuol poco a capire che non sarà l’ultima, se perdura l’attuale politica delle assunzioni col contagocce. E’ vero che si tratta al momento di sentenze di primo grado, e l’esperienza suggerisce cautela nella valutazione e nella gestione di questi primi esiti: ma è chiaro che la questione del reclutamento non può essere lasciate alle aule giudiziarie, va affrontata e risolta in sede politica.

Da tempo stiamo denunciando l’anomalia dell’eccessivo numero di posti coperti con contratti a termine, specie per il personale a.t.a. dove la percentuale, che per i docenti è circa del 15%, sale fino al 28%.

Coprire con personale di ruolo tutti i posti vacanti e disponibili è la proposta che la CISL Scuola rinnova per l’ennesima volta al ministro e al Governo, al quale spetta autorizzare il contingente per le assunzioni. E’ un’operazione che può essere fatta senza oneri eccessivi, anzi oggi può essere vista addirittura come conveniente per l’Amministrazione.

Va fatto tutto il possibile perché il reclutamento del personale avvenga attraverso la strada maestra delle regole che lo governano, che devono essere certe, trasparenti, obiettive. Non conviene a nessuno, e men che meno ai lavoratori, una situazione che rende inevitabile cercare risposte attraverso il proliferare dei ricorsi e delle sentenze.

Roma, 27 marzo 2011.

Francesco Scrima, segretario generale CISL Scuola

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venerdì 25 marzo 2011

Contrattazione di istituto. Il giudice ci dà ragione

Il giudice del lavoro di Bologna ha accolto il ricorso per comportamento antisindacale proposto dalle strutture di Imola e Bologna della CISL Scuola e della Flc CGIL, dichiarando, con un importante e ben motivato decreto (emesso lunedì scorso, 21 marzo) l'antisindacalità del comportamento di tre dirigenti scolastici i quali si erano rifiutati di svolgere la contrattazione di istituto su alcune delle materie previste dall'art. 6 del CCNL Scuola (segnatamente le lettere h, i, m).

Il giudice ha basato la sua decisione sui sotto riportati elementi:

- le materie in contestazione sono “materie di confine” tra l'ambito della concreta organizzazione del lavoro (esclusa dalla contrattazione) e l'ambito dell'effetto che le scelte organizzative esercitano sulle condizioni di lavoro degli addetti, in quanto tale appartenente alla contrattazione integrativa;
- la trattativa sui criteri e le modalità non interferisce con le decisioni organizzative e di gestione di pertinenza del dirigente scolastico;
- i dirigenti scolastici in questione si sono posti in aperto e voluto contrasto con le indicazioni ricevute dal MIUR, che, con una pluralità di comunicazioni, aveva invitato i dirigenti scolastici ad applicare le norme contrattuali vigenti, e in particolare l'art. 6 del CCNL.

Dalle considerazioni svolte il giudice ha tratto la convinzione che i dirigenti hanno adeguato il loro comportamento agli orientamenti dell'associazione professionale di appartenenza (ANP). Essi non solo non potevano avere timore di porre in atto, svolgendo la contrattazione integrativa sulle materie contestate, comportamenti “contra legem”, ma dovevano considerare che l'art. 34 del decreto legislativo 165/01, attribuisce ai dirigenti scolastici la capacità e i poteri, compresa la capacità di negoziazione integrativa la quale, mantenuta nei limiti descritti, non poteva essere in nessun caso considerata “contra legem”.

Ritenendo, quindi, che i dirigenti chiamati in giudizio avessero agito con completa coscienza e volontarietà e con la consapevolezza che tale condotta poteva integrare gli estremi del comportamento antisindacale, il giudice ha riconosciuto con il decreto citato l'antisindacalità del rifiuto di contrattazione integrativa, ordinando la cessazione di tale comportamento e condannando i convenuti alla rifusione alle organizzazioni ricorrenti delle spese processuali, liquidate in € 1200,00 per diritti e in € 1800,00 per onorari.

La pronuncia del giudice conferma in gran parte, e rafforza, la posizione più volte espressa dalla CISL Scuola, che ha sempre sostenuto la legittimità della contrattazione dei criteri e delle modalità attraverso i quali viene data concreta applicazione alle scelte di natura organizzativa del lavoro, che non interferisce con i poteri dirigenziali neppure nell’accezione contenuta nel nuovo art. 5, comma 2, del decreto legislativo 165/01, come modificato dall'art. 34 del decreto legislativo 150/09.

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giovedì 24 marzo 2011

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Compagni che sbandano

Se si potesse liquidare tutto con una battuta, diremmo che lo stato di agitazione della Flc CGIL tende a collocarsi sempre più a livello psicomotorio. Questo però non è tempo di battute: siamo di fronte ad atteggiamenti che ormai travalicano i limiti di un civile confronto, col sistematico ricorso della Flc CGIL all’invettiva e alla calunnia verso quei sindacati – praticamente tutti – che hanno scelto di muoversi in modo diverso dal suo in una stagione politico-sindacale resa ancor più difficile da una crisi economica e finanziaria di dimensioni mondiali.

Nel recente comunicato sulle iniziative assunte per il 25 marzo la Flc CGIL ci rivolge per l’ennesima volta accuse false, ingiuste e gravemente offensive, rendendosi quasi irriconoscibile, lontana e diversa dall’organizzazione che ha scritto insieme a noi pagine importanti della storia sindacale italiana.

Chiunque capisce che siamo anche noi annoverati fra coloro che la Flc graziosamente definisce “comprimari scelti [dal governo] fra le parti sociali più accondiscendenti”: evitando ipocritamente di chiamarci per nome si rende ancor più insopportabile il vero e proprio insulto che ci viene rivolto.

Quanto alle accuse che ci vengono mosse – aver contribuito a “sottrarre” contratto nazionale e elezioni delle RSU – sono i fatti a dare le risposte più esplicite e chiare:

- è la CGIL ad essersi “sottratta”, per ragioni solo ed esclusivamente politiche, prima alle intese su un nuovo modello di relazioni sindacali e poi ad ogni tentativo di creare occasioni di confronto e di negoziato nonostante il blocco delle retribuzioni imposto dalla manovra correttiva dei conti pubblici;
- nessuno ha impedito alle RSU di svolgere il proprio ruolo, abbiamo fatto e stiamo facendo tutto il possibile per salvaguardarne le competenze, abbiamo indetto e svolto le elezioni laddove necessario e continueremo a farlo. Per noi le RSU sono e restano prima di tutto uno strumento essenziale per l’esercizio di prerogative contrattuali, non il pretesto per campagne elettorali fini a sé stesse. Si smetta di millantare per difesa della democrazia la sfacciata rincorsa di un auspicato tornaconto elettorale.
Ci rendiamo conto di come per la Flc CGIL sia indispensabile fare di tutto per accrescere i tassi di adesione alle sue azioni di sciopero, fin qui meno che modesti: sappia però che con atteggiamenti e dichiarazioni così allo sbando sta compromettendo in modo irreparabile ogni prospettiva di possibile ripresa dell’azione unitaria.

La Segreteria Nazionale CISL Scuola

Roma, 24 marzo 2011

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mercoledì 23 marzo 2011

In Gazzetta Ufficiale il "salvascatti"

Il decreto interministeriale con cui si definiscono le modalità di recupero degli scatti di anzianità per il personale della scuola è da ieri in Gazzetta Ufficiale. Il testo, che recepisce le intese raggiunte dalla CISL, insieme a UIL, Snals e Gilda, è quello che a suo tempo abbiamo ampiamente illustrato e che prevede il graduale ripristino della validità degli anni 2010 (ripristino già operante), 2011 e 2012 ai fini delle progressioni di carriera.

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martedì 22 marzo 2011

L'intervento di Napolitano a Montecitorio

Il testo completo dell'intervento del Presidente della Repubblica durante la seduta comune del Parlamento in occasione dell'apertura delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia: "Reggeremo alle prove che ci attendono a condizione che operi nuovamente un forte cemento unitario".

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Istituzione di scuole e sezioni dell’infanzia: la Consulta dichiara le competenze delle Regioni

La Corte Costituzionale - con Sentenza n. 92, depositata in Cancelleria il 21 marzo - ha accolto parzialmente il ricorso per conflitto di attribuzioni tra Enti nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri, promosso dalle Regioni Toscana e Piemonte, tendente ad ottenere la dichiarazione di incostituzionalità dell’art. 2, commi 4 e 6, e dell’art. 3, comma 1, del dPR 20.3.2009, n. 89, per contrasto con gli articoli 117 e 118 della Costituzione e con i principi di leale collaborazione e di sussidiarietà.

Il dPR 89/09, come si ricorderà, ha per oggetto la revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, ai sensi dell’art. 64, comma 4, del decreto-legge 112/08, convertito nella legge 133/08 (“Tremonti”).

I commi 4 e 6 dell’art. 2 del dPR 89/09 stabiliscono, rispettivamente, che l’istituzione di nuove scuole dell’infanzia e di nuove sezioni avviene “in collaborazione” con gli enti territoriali (comma 4) e che le sezioni di scuola dell’infanzia con un numero di iscritti inferiori a quello previsto in via ordinaria, situati in comuni montani, piccole isole e in piccoli comuni privi di strutture educative per la prima infanzia, possono accogliere “piccoli gruppi” di bambini di età compresa tra i due e i tre anni, la cui “consistenza” è determinata nell’annuale decreto interministeriale sulla formazione dell’organico.

Le due disposizioni - nella presunzione che la materia rientri nell’ambito delle norme generali - demandano, dunque, allo Stato una competenza di merito, contestata dal ricorso delle Regioni Toscana e Piemonte, che la considerano un’invadenza delle prerogative che l’art. 117 della Costituzione affida alla competenza legislativa esclusiva delle Regioni.

Richiamando la precedente Sentenza n. 200/09 che, come si ricorderà, aveva già dichiarato l’incostituzionalità dell’art. 64, comma 4, lett. f-bis e f-ter della legge 133/08, la Corte Costituzionale ha ritenuto “fondate” le censure ai commi 4 e 6 dell’art. 2 del dPR 89/09, in quanto invasive della diretta competenza delle Regioni in materia di dimensionamento della rete scolastica e di relativo “adattamento” alle esigenze socio-economiche di ciascun territorio comunale. Tale competenza, che si traduce concretamente nell’adozione di misure volte alla riduzione del disagio sociale conseguente alla carenza di adeguati servizi per l’infanzia, comporta che il relativo apprezzamento non può che essere affidato ai soggetti esponenziali delle comunità locali.

Il dispositivo della Sentenza 92, partendo dall’assunto che “non spettava allo Stato disciplinare l’istituzione di nuove scuole dell’infanzia e di nuove sezioni della scuola dell’infanzia, nonché la composizione di queste ultime nei termini stabiliti dall’art. 2, commi 4 e 6, del dPR 20.3.2009, n. 89 …”, annulla l’art. 2, commi 4 e 6, del decreto in questione (disponendone, conseguentemente, la cancellazione dall’ordinamento scolastico fin qui vigente).

* * *

Diverso orientamento ha invece assunto la Corte rispetto alla censure all’art. 3, comma 1, del decreto stesso, dichiarate “infondate”. E’ riconosciuta, infatti, l’esigenza ineludibile che l’istituzione e il funzionamento delle scuole statali del primo ciclo (come del resto per tutti gli ordini di scuole) rispondano a criteri di qualità ed efficienza del servizio scolastico.

Si tratta, pertanto, di una norma generale che legittimamente rientra tra le competenze legislative esclusive dello Stato, nello stabilire i criteri ai quali debbono rispondere l’istituzione e il funzionamento delle scuole statali del primo ciclo “… nei termini stabiliti dall’art. 3, comma 1, del suddetto d.P.R. n. 89 del 2009”.

* * *

Si impone, adesso, una doverosa riflessione sulle conseguenze organizzative e ordinamentali derivanti dalla Sentenza 92, a partire dall’inevitabile impatto sui criteri di determinazione degli organici e, ancor più, sul provvedimento ministeriale concernente la consistenza numerica e le condizioni di funzionamento delle sezioni ospitanti bambini di età compresa tra i 24 e 36 mesi.

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lunedì 21 marzo 2011

E' il ministro finora a deludere

''Se c'è qualcuno che ha deluso ad oggi nella scuola, non sono i sindacati ma è proprio il responsabile della politica scolastica del Paese''. Così risponde il Segretario Generale della CISL Scuola, Francesco Scrima, al ministro Mariastella Gelmini, che in una sua dichiarazione ha definito deludente il confronto con i sindacati.

''Prima di tutto il ministro ci dica cosa la delude e perché. Noi ci aspettiamo ancora oggi che chi è responsabile del ministero difenda e tuteli la scuola, che promuova una politica scolastica finalizzata a valorizzare le professionalità, a qualificare il sistema e a dare stabilità al lavoro. Finora siamo noi che aspettiamo su tutto questo risposte chiare. Il sindacato ha fatto sempre la sua parte: faccia il ministro altrettanto bene la sua, sostenendo con forza le ragioni della scuola all'interno della compagine governativa: troppo spesso ci si rivolge quasi con fastidio a chi lavora nella scuola, se non addirittura con atteggiamenti sprezzanti''.

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Mobilità “on line”, proroga al 24

Il gestore del sistema informativo del MIUR ha prorogato eccezionalmente fino alle ore 14.00 di giovedì prossimo, 24 marzo, le funzioni POLIS per consentire ai docenti della scuola primaria e secondaria di I e II grado la completa e corretta conclusione delle operazioni di compilazione “on line” della domanda di mobilità e della relativa convalida. Coloro i quali ancora non avessero provveduto in tal senso, devono effettuare quanto prima l’operazione di “INVIO” della domanda predisposta e memorizzata in bozza,

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martedì 15 marzo 2011

SCRIMA: Più bidelli che carabinieri? E' normale che sia così

In Italia più bidelli che carabinieri? Ci mancherebbe ancora che non fosse così, visto che le stazioni dei carabinieri sono meno di cinquemila, mentre le sedi scolastiche sono ben oltre quarantamila. Sedi che ogni giorno vanno aperte e chiuse, ma anche tenute in ordine e sorvegliate.

Sedi più o meno grandi, dalla scuoletta di montagna al grande istituto nel centro metropolitano, che assicurano a milioni di studenti, in ogni angolo del Paese, l’esercizio del diritto allo studio. A questo personale competono poi anche delicati compiti di accoglienza, vigilanza ed assistenza.
Non è uno spreco la spesa che si fa per l’istruzione: è, o dovrebbe essere, un terreno prioritario di investimento, come ci ricorda oggi il Presidente della Commissione europea, Barroso.
I tagli alla scuola non sono stati affatto indolori: hanno ridotto i posti in organico di percentuali che oscillano fra il 12 e il 15 per cento fra i docenti, e addirittura del 17% quelli del personale amministrativo e ausiliario, mandando per questo in affanno l’intero sistema.
Se ne convinca il ministro, e invece di spendersi in difesa dei tagli si intesti le ragioni della scuola e le sostenga con più convinzione e con più forza all’interno della compagine di governo
Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola

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17 MARZO 2011: i permessi non si riducono

Il decreto-legge 22 febbraio 2011, n. 5, ha dettato disposizioni per la festa nazionale del 17 marzo 2011, prevedendo che limitatamente all’anno 2011, tale giorno sia considerato giorno festivo ai sensi degli articoli 2 e 4 della legge 27 maggio 1949, n. 260. Riteniamo giuridicamente infondata la tesi per cui le disposizioni del decreto inciderebbero sul computo delle giornate corrispondenti alle festività soppresse, riducendole da 4 a 3; il nostro parere si basa su un attento esame delle disposizioni del decreto-legge 5/2011 e di quelle legislative e contrattuali che regolamentano la materia.
Il comma 2 dell’articolo 1 del citato provvedimento recita: “Al fine di evitare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese private, derivanti da quanto disposto nel comma 1, per il solo anno 2011 gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festività soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale per il 150° anniversario dell’Unita’ d’Italia proclamata per il 17 marzo 2011.” E chiaro, a nostro avviso, che questa disposizione ha semplicemente trasferito (per il solo 2011) sulla festività del 17 marzo gli effetti di natura giuridica e contrattuale che già produceva il 4 novembre, che, per quest’anno, non produrrà gli effetti civili della festività.
Ora, se l’effetto giuridico e contrattuale della festività del 4 novembre fosse quello di istituire una giornata di ferie o di permesso retribuito, tale effetto per quest’anno si trasferirebbe sul 17 marzo, lasciando quindi inalterato (e a costo zero) il quadro economico e giuridico. Ma le cose non stanno così: né la legge 937/1977 (istitutiva delle sei giornate di “festività soppresse”) né i contratti collettivi nazionali di lavoro hanno infatti mai collegato le singole festività di cui erano stati soppressi gli effetti civili all’utilizzazione di giornate di ferie o di permesso. La legge 937, infatti, dispone all’articolo 1, che “ai dipendenti civili e militari delle pubbliche amministrazioni centrali e locali, anche con ordinamento autonomo, esclusi gli enti pubblici economici, sono attribuite, in aggiunta ai periodi di congedo previsti dalle norme vigenti, sei giornate complessive di riposo da fruire nel corso dell'anno solare come segue:
a) due giornate in aggiunta al congedo ordinario;
b) quattro giornate, a richiesta degli interessati, tenendo conto delle esigenze dei servizi.” Come si nota non vi è nessun riferimento alle festività soppresse e tantomeno alle singole giornate.
I Contratti collettivi nazionali di lavoro si comportano in termini analoghi. Il CCNL del Comparto scuola prevede, all’articolo 14 che “a tutti i dipendenti sono altresì attribuite 4 giornate di riposo ai sensi ed alle condizioni previste dalla legge 23 dicembre 1977, n. 937.” E all’articolo 13 che “la durata delle ferie è di 32 giorni lavorativi comprensivi delle due giornate previste dall'art. 1, comma 1, lett. a), della legge 23 dicembre 1977, n. 937”.

E’ quindi di tutta evidenza che:

quand’anche vi fossero effetti direttamente collegati alla festività del 4 novembre (e così non è!) questi, per disposto esplicito del decreto-legge 5, si produrrebbero per il 2011 in riferimento al 17 marzo;
né la legge 937/1977 né i contratti collettivi nazionali di lavoro hanno ricollegato alle singole giornate di festività soppressa l’effetto istitutivo delle giornate di ferie (2) e di permesso (4) fruibili nel corso dell’anno. Tra l’altro, lo ricordiamo, le festività dell'Epifania e del 2 giugno erano state reistituite senza che ciò abbia prodotto alcun effetto riduttivo sull’istituto delle cosiddette “giornate compensative”, che vivono pertanto – fino a modifica della legge istitutiva e delle previsioni contrattuali – di vita propria.
Per queste ragioni, riteniamo assolutamente ingiustificata qualsiasi decisione di attribuzione forzosa di ferie per la giornata del 17 marzo, di per sé festiva per tutti.
Riteniamo parimenti infondata e illegittima la pretesa di ridurre da 4 a 3 le giornate di permesso di cui all’art. 14 del CCNL, ancorchè avvalorata dalle indicazioni comparse, in modo irrituale, sul sito della Funzione Pubblica; ci stiamo attivando per ottenere, sulla questione, gli indispensabili e opportuni chiarimenti.

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venerdì 11 marzo 2011

ATA: concorso 24 mesi e scelta sedi

Con nota 1950 dell’8 marzo 2011 il Miur comunica l’apertura delle funzioni per l’inserimento on-line delle istituzioni scolastiche nelle quali l’aspirante vuole essere inserito nelle graduatorie di circolo e d’istituto di 1° fascia.

La domanda (allegato G) deve essere inviata esclusivamente tramite le “istanze on-line” dal 29 marzo 2011 alle ore 14 del 28 aprile 2011 senza l’invio del modello cartaceo.

Gli aspiranti che intendono confermare le scuole già espresse per l’anno scolastico in corso non devono presentare tale modello giacché le medesime restano automaticamente convalidate al sistema per l’anno scolastico 2011/2012.

Prima di procedere all’inserimento dell’istanza è necessaria la registrazione da parte dell’aspirante al sistema tramite la sezione dedicata “istanze on line – registrazione” che prevede anche il riconoscimento fisico presso una istituzione scolastica statale

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NAPOLITANO: investire su scuola e ricerca

"E' essenziale promuovere l'innalzamento degli standard formativi e valorizzare le migliori energie intellettuali e creative: soltanto investendo su tali priorità sarà possibile superare le attuali difficoltà di ordine economico e sociale ed affrontare efficacemente le grandi sfide del nostro tempo … Occorre, come ho più volte sottolineato, prestare ascolto alle pressanti richieste provenienti dal mondo giovanile e fornire risposte concrete a generazioni di studenti che troppo spesso vedono ostacolato il percorso di crescita personale e professionale e vanificate la fiducia e la speranza che hanno motivato il loro impegno nello studio e nella ricerca".

(dal messaggio di saluto del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla conferenza internazionale "Capitale umano e occupazione nell'area europea e mediterranea", in corso a Bologna, 10 marzo 2011)

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TAGLI: tre anni dopo ...

La CISL Scuola ha voluto fare un po' i conti sulla pesante operazione triennale di taglio agli organici del personale docente che, come è noto vanno a sommarsi alla fortissima riduzione del personale ATA. Un nuovo dossier, un'analisi accurata e minuziosa dell'impatto nelle diverse regioni: sono dati che sollecitano considerazioni per le ricadute sull'offerta formativa e sul servizio.

"Un'operazione che ha reso più gravose le condizioni di lavoro del personale - dichiara Francesco Scrima - che ha determinato una vera e propria emergenza occupazionale, rendendo indispensabili le misure cosiddette 'salva precari' ma ha anche negativamente condizionato i pur necessari processi di riforma della secondaria e, nella scuola primaria, ha messo in crisi assetti consolidati e collaudati della didattica, fondamento di buone performance riconosciute anche in ambito internazionale.
I dati sono stati raccolti in una pubblicazione consultabile nella sezione "Dossier".

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sabato 5 marzo 2011

SCRIMA: se davvero è questo il pensiero del Ministro, non le potrà sfuggire la gravità di tale affermazione

La CISL Scuola e tutte le sue strutture regionali e Provinciali conoscono molto bene che cosa hanno significato e significano i tagli agli organici decisi con la finanziaria del 2008: hanno reso più gravoso il lavoro nella scuola e hanno condizionato pesantemente anche la qualità dei processi di riforma. Negarlo vuol dire, questo sì, non vedere la realtà.

Così come si nega l'evidenza quando si dice che i tagli non hanno fatto perdere il lavoro a nessuno: se così fosse, non si spiegherebbe perchè da due anni sono adottate misure, quelle cosiddette "salva precari", che sono state concordate ai"tavoli di confronto" tra Amministrazione e sindacati.

Oggi scopriamo che per il ministro Gelmini quello sarebbe stato "tempo perso": se è una battuta è di pessimo gusto, se davvero corrisponde al suo pensiero, non le potrà sfuggire la gravità di tale affermazione.

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giovedì 3 marzo 2011

Oggi su LA NUOVA SARDEGNA. La CISL: scuola, hanno fatto il deserto.

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martedì 1 marzo 2011

Conguaglio Fiscale 2010 sulla pensione INPDAP di marzo 2011

Anche quest’anno sulle pensioni INPDAP, conformemente all’art. 23 D.P.R. 600/1973, verrà effettuato il conguaglio tra le ritenute erariali mensili effettivamente operate nell’anno 2011 e l’importo a debito risultante a saldo dell’anno fiscale 2010, risultante dal CUD 2011.

Anche le ritenute applicate sui redditi corrisposti entro il 12.01.2011, se riferiti al 2010, saranno comprese nel conguaglio.

Il recupero della somma dovuta all’erario – che inizierà dalla pensione di importo maggiore in caso di titolari di più pensioni -  partirà dal corrente mese di marzo 2011 e proseguirà, ove necessario, nei mesi successivi fino ad esaurimento del debito.

Le somme trattenute, a partire da aprile 2011, sulle pensioni di importo superiore a € 18.000 annui lordi saranno gravate da un interesse mensile dello 0,50%.

Le modalità di recupero saranno le seguenti:

·         pensioni superiori a € 1.168,57 mensili -  il debito sarà recuperato assicurando il pagamento di un importo mensile netto minimo di € 934,86, pari al doppio del t rattamento minimo INPS 2011. Ciò fino alla totale eliminazione del debito fiscale, utilizzando anche l’importo della tredicesima eccedente € 934,86 ove il debito non sia estinto prima.

·         pensioni uguali o inferiori ad € 1.168,57 mensili -  il debito sarà recuperato mediante trattenuta di un quinto sulla pensione fino alla totale eliminazione del debito fiscale, utilizzando anche l’importo della tredicesima ove il debito non sia estinto prima.

Il pensionato potrà rinunciare alla rateizzazione, con applicazione della ritenuta nella misura massima, solo mediante espressa richiesta scritta.

In ogni caso la rateizzazione avrà termine nel mese di dicembre 2011: le eventuali somme insolute dovranno essere corrisposte dal debitore all’erario mediante pagamento con F24 entro il 15.01.2012.

In caso di conguaglio a credito del pensionato, la somma dovuta sarà erogata:

·         se di importo pari o inferiore a € 1.500,00 - automaticamente dal sistema informativo INPDAP sulla rata di marzo 2011;

·         se di importo superiore a € 1.500,00 – con provvedimento della Sede Provinciale INPDAP di Oristano, previa verifica dei requisiti di spettanza.

Il Dirigente
Direttore della Sede
f.to Dott. Luca Cancelliere

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PART-TIME. Trasformazione del rapporto di lavoro da tempo "pieno" a "parziale" - La domanda entro il 15 marzo

Martedì 15 marzo 2011 è il termine ultimo di presentazione - per il personale docente ed ATA con contratto a tempo indeterminato - della domanda di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale (anche al fine di svolgere un'eventuale altra attività di lavoro subordinato o autonomo).Leggi tutto il testo della notizia e la documentazione allegata e citata, sul sito della CISL SCUOLA Nazionale il cui link trovi anche sulla colonna destra della pagina.

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