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CISL SCUOLA ORISTANO

Segretaria Generale: ELENA AROFFU ***Segretari: BERNARDO CASU, BARBARA RASPA. -SEDE: 09170 ORISTANO P.za Roma Gall. Porcella 4 -tel. 0783.70674 /71003 Fax 71907 e-mail: CislScuola.Oristano@cisl.it - Orari di apertura: vedi link "CONTATTACI" in questa pagina* Per iscriverti:RSU CISL della SCUOLA o Sede Provinciale * Alle Elezioni ENAM hanno votato CISL SCUOLA: 3 insegnanti su 4, il 75,5%. - Webmaster: PINO CIULU

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venerdì 30 aprile 2010

I temi della scuola si affrontano seriamente

Ancora una volta si pretende di concentrare nel breve spazio di un'intervista una mole enormi di questioni che finiscono, così, inevitabilmente, per essere poste in modo superficiale, ridotte a slogan o battute. Il ministro Gelmini riesce a parlare in poche righe di reclutamento, qualità, merito, mobilità dei docenti. Su questo ultimo tema, peraltro, propone norme (come l'obbligo di permanenza nella sede di prima assunzione) già in vigore da anni e addirittura più rigorose.

Invece di attardarsi su un presunto strapotere sindacale, il ministro si impegni davvero in un confronto serio e approfondito sui problemi della scuola e del suo personale; si preoccupi, inoltre, di contrastare con più efficacia l'invadenza e lo strapotere, questo sì davvero evidente, del ministro dell'Economia, onorando gli impegni - da tempo annunciati - per quanto riguarda le assunzioni del personale docente ed ATA.

Da parte nostra, continua il serrato confronto sul tema degli organici, confronto che proseguirà nei prossimi giorni ai "tavoli" attivati presso il MIUR.

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola

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Centri d'istruzione per gli adulti. Richiesta di confronto con l'Amministrazione

CISL Scuola, Flc CGIL e UIL Scuola hanno chiesto unitariamente un incontro urgente al MIUR per discutere in merito alle prospettive aperte dalla imminente approvazione dello Schema di regolamento sulle "Norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei Centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali" (ex lege 133/08, art. 64, comma 4).

L'istituzione dei CPIA e il loro avvio, nonché il passaggio dall'attuale al futuro ordinamento, contribuiscono a determinare una fase delicata che richiede interventi coerenti sia sul piano degli assetti didattici e organizzativi sia nella determinazione degli organici: necessario è, pertanto, il confronto con le Organizzazioni Sindacali.

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Agenda sindacale

Contrattazione d'Istituto
lun 26 aprile IC Riola - IC Bosa - IC Simaxis
mar 27 aprile DD Terralba - IC Ghilarza - IC Samugheo
gio 29 aprile IC Mogoro
ven 30 aprile IPSAA - IC
Oristano 3 - ISIS Galilei-Contini

mar 27 aprile - Consiglio Regionale CISL Scuola

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Oggi su LA NUOVA. Denunzia della Cisl: " E' l'affossamento dell'istruzione di Stato". La scuola pubblica oristanese colpita dai tagli agli organici.


La Nuova Sardegna.

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Personale ATA. Concorsi per titoli "24 mesi", a.s. 2009/10 - Valutazione dei servizi. Il MIUR fornisce alcune indicazioni

In relazione alle sollecitazioni della CISL Scuola, il MIUR, con l'odierna nota prot. n. 4549, fornisce indicazioni in merito alla valutazione dei servizi (ex DD.MM. 82/09 e 100/09).

Al fine di evitare disparità di trattamento in relazione alla valutazione dei servizi prestati nell'a.s. 2009/10, l'Amministrazione afferma che il personale, che non si avvale (per aver stipulato un contratto di supplenza nel corrente anno scolastico) della normativa di cui ai suddetti decreti e/o della graduatoria prioritaria, può:

scegliere la graduatoria relativa al posto o profilo, se diverso da quello in cui è stato prestato il servizio nel 2008/09, al quale attribuire il punteggio;
chiedere, se più favorevole, la valutazione del periodo relativo al servizio prestato nell'anno scolastico 2008/09.
Nella nota 4549, inoltre, si chiarisce che il personale - che nell'a.s. 2008/09 ha sottoscritto un contratto fino al 31 agosto - ha comunque diritto al punteggio corrispondente, a prescindere dal fatto che nel corrente anno scolastico ne abbia stipulato uno sino al termine delle attività didattiche.

E' evidente che nella presente procedura il servizio deve essere valutato fino al termine di presentazione della domanda.

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giovedì 29 aprile 2010

"Indicazioni Nazionali" per i nuovi licei. Il parere del CNPI

Il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione ha espresso - in data odierna, a larga maggioranza - il prescritto parere sulle "Indicazioni Nazionali" per i Licei, facendo sostanzialmente proprio il documento elaborato in fase istruttoria dal Comitato Scuola Secondaria Superiore (COSSS) e dal Comitato Istituti di Istruzione Artistica (COIIA).


Leggi tutto il testo della notizia e la documentazione allegata e citata, sul sito della
CISL SCUOLA Nazionale il cui link trovi anche sulla colonna destra della pagina.

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Mobilità e organico di diritto della scuola primaria, a.s. 2010/11. Proroga funzioni

Il MIUR, facendo seguito alla nota prot. n. 4168 del 21.4.2010, comunica che - alla luce delle numerose richieste provenienti dagli Uffici periferici dell'Amministrazione, competenti a predisporre gli adempimenti necessari - le funzioni di organico di diritto e mobilità per la scuola primaria sono prorogate fino alle ore 18 di mercoledì 5 maggio 2010.
Leggi la documentazione allegata e citata, sul sito della CISL SCUOLA Nazionale il cui link trovi anche sulla colonna destra della pagina.

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mercoledì 28 aprile 2010

Alunni diversamente abili. Ore di sostegno ed integrazione scolastica nella recente giurisprudenza

La sentenza n. 2231/2010 del Consiglio di Stato (Sezione Sesta), decisa il 23 marzo e depositata il 21 aprile, non ha assolutamente contraddetto la recente pronuncia della Corte Costituzionale (sentenza n. 80/2010) in materia di determinazione della dotazione organica degli insegnanti di sostegno nella scuola statale.

Accogliendo, infatti, l'appello dei genitori di un alunno della scuola primaria di un istituto comprensivo in provincia di Udine avverso una sentenza di primo grado del TAR Friuli Venezia Giulia, sez. di Trieste, il Consiglio di Stato ha affermato il diritto dell'alunno stesso alla riconsiderazione del numero delle ore di sostegno assegnate, numero contestato dai genitori.

Nel riconoscere il diritto, il giudice amministrativo di seconda istanza ha comunque precisato quali sono i limiti entro i quali si può addivenire all'assegnazione delle ore di sostegno in deroga: nel caso in questione, infatti, l'alunno svolgeva un modulo didattico di 32 ore e i genitori sostenevano che doveva essere garantita la copertura dell'intero orario di permanenza scolastica del figlio.

Ciò, però, contraddirebbe con la regolamentazione legislativa della figura dell'insegnante di sostegno, che non svolge una funzione di assistenza dell'alunno in situazione di handicap ma - assumendo la contitolarità delle classi e sezioni in cui opera - svolge una attività di sostegno all'integrazione dell'alunno, partecipando alla programmazione didattica ed educativa al pari degli altri docenti.

Tra l'altro è di tutta evidenza che l'orario obbligatorio di servizio del docente (in questo caso 24 ore settimanali) non potrebbe essere sufficiente a coprire l'intero monte ore di frequenza dell'alunno. Questa eventualità, afferma il Collegio «tradirebbe lo spirito della normativa volta a favorire in ogni caso l'integrazione scolastica degli alunni e non si tradurrebbe in un intervento individualizzato e commisurato alle specifiche esigenze dell'alunno».

Il Consiglio di Stato, quindi, nel pieno rispetto della pronuncia della Corte Costituzionale, ha riconosciuto il diritto ad una rideterminazione del numero di ore di sostegno assegnate per l'integrazione dell'alunno, tenendo conto anche degli ulteriori strumenti (come il servizio socio-educativo) che potrebbero consentire anche la copertura integrale del periodo di frequenza, ma senza venir meno alle finalità che le norme assegnano all'attività di sostegno, che, come detto, non è finalizzata all'assistenza dell'alunno in situazione di handicap ma alla sua integrazione scolastica.

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PEC. Posta elettronica certificata.

Per attivare la tua casella PEC di Posta Elettronica Certificata, vai sulla colonna destra della pagina alla voce: Collegamenti a Siti Web - ** SITI UTILI -

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martedì 27 aprile 2010

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L'"Italiano di Adro". Intervento di Gabriele Uras pubblicato oggi su L'Unione Sarda.

Povero quel Paese che ha bisogno di eroi. E povera quella scuola che ha bisogno di un benefattore per assicurare il pasto ai propri alunni.

Ha fatto notizia il gesto di un imprenditore di Adro, cittadina in provincia di Brescia, che, per scongiurare il pericolo della sospensione dai pasti, ha saldato con un assegno tratto dal suo conto in banca il debito dei genitori che da tempo non pagavano la quota per la mensa fruita dai loro figli iscritti alla scuola a tempo pieno. Tra di loro molti extracomunitari, ma non mancava una rappresentanza di nativi dalla pelle bianca, non tutti nullatenenti. In tanti hanno lodato la generosità dell'opulento imprenditore. Tra loro anche il poeta Tonino Guerra, che giunge fino a chiamare in causa il Presidente Napolitano con una proposta a dir poco eccessiva, che suona, più o meno, così: Signor Presidente, c'è un seggio al Senato che alcuni miei amici ed estimatori propongono che sia attribuito alla mia persona. Le chiedo di destinarlo idealmente al generoso "italiano di Adro", perché mai come in questo caso imprenditore fa rima con senatore.

Dal suo canto, il Sindaco del Comune, gestore della mensa, si difende dall'accusa di avere mortificato i figli innocenti dei padri morosi, affermando di non avere fatto altro se non applicare le regole della corretta amministrazione. E intanto, i genitori in regola coi pagamenti, pentiti di aver pagato, minacciano di non pagare più, mentre una parte dei morosi ha già messo mano al portafoglio ed ha saldato il debito. C'è anche stato qualcuno in reale situazione di bisogno, che ha dichiarato di non poter pagare.

Adro è un centro di circa 7.000 abitanti, ma è noto a chi si occupa delle cose di scuola fin dai primi anni '70, allorché il direttore didattico Elio Damiano, oggi pedagogista di valore e professore all'Università di Parma, vi organizzò una delle prime sperimentazioni di scuola a tempo pieno, presto divenuta famosa e assunta a modello da moltissime altre scuole. A suo fondamento stava il principio della unitarietà della giornata scolastica, sulla cui base tutti i suoi momenti avevano pari dignità e valenza formativa, la lezione d'aula come la mensa, il laboratorio come la palestra. Immediatamente dopo venivano quelli, strettamente connessi al primo, della collegialità e dell'apertura alla comunità locale, ma soprattutto alle famiglie degli alunni, parte attiva e consapevole della comunità educante, direttamente coinvolte nell'organizzazione della mensa. Unitaria la giornata, unitaria la gestione della scuola, coordinata dal direttore didattico, figura centrale e di riferimento, chiamato ad armonizzare e a portare a sintesi le azioni delle diverse componenti di quella realtà complessa, a dirimere gl'inevitabili conflitti, a ricercare le possibili soluzioni agli immancabili problemi.

Quarant'anni, con tutta evidenza, non sono passati invano. Le famiglie, un tempo pilastro del tempo pieno ora sabotano, magari senza volerlo, uno dei suoi momenti più qualificanti. La giornata scolastica, un tempo fluidamente articolata in una pluralità di momenti convergenti in direzione dell'effettiva animazione del processo educativo dell'alunno, ha smarrito la sua unitarietà, fino a rendere legittimo il dubbio se il Sindaco, prima di passare alla denuncia delle morosità, abbia coinvolto il dirigente della scuola, che ha ancora oggi, e forse oggi più del suo collega di quarant'anni fa, ampie possibilità di intervento. Poteva intervenire sulle famiglie, coinvolgere gli organi collegiali della scuola, assumere a bilancio tutte le donazioni di questo mondo, compresa quella dell'opulento benefattore materializzatosi tra tanta pubblicità e lacrime di commozione.

Nel dibattito sulla stampa, e finanche nella loquace Ballarò, nessuno ha individuato il vero responsabile dell'accaduto, che è la scuola, che non ha saputo difendere la sua autonomia di comunità educante, ed ha permesso che venisse messa a rischio la sua organizzazione interna, di cui la mensa è parte integrante, e irrimediabilmente lacerato il suo tessuto formativo, che ha nel rispetto della dignità degli alunni l'ordito che lo regge. Qualcuno, e mi riferisco al dirigente della scuola, doveva rispettosamente far notare al Sindaco che il rispetto per gli alunni è più importante della corretta amministrazione, e che è possibile conciliare le due cose. E poi dare una mano a risolvere il problema.

Gabriele Uras
Dirigente tecnico del Miur in quiescenza
già Presidente IRRE Sardegna

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Corsi di perfezionamento in Europa per docenti italiani di lingua e letteratura straniera (francese/spagnolo/tedesco). Anno 2010

Il MIUR ha pubblicato sul proprio sito web la nota prot. n. 4997 del 23.4.2010 per la partecipazione ai "corsi di perfezionamento" in oggetto. Di seguito, i posti disponibili.(...)

Leggi tutto il testo della notizia e la documentazione allegata e citata, sul sito della CISL SCUOLA Nazionale il cui link trovi anche sulla colonna destra della pagina.

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Finanziamento diretto alle scuole. Indicazioni in merito alla gestione della cassa (nota MIUR 4316 del 23.4.2010)

Il MIUR - con nota prot. n. 4316 del 23.4.2010 - informa che è in corso di svolgimento da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri l'iter (previsto dalla Finanziaria 2010) per l'assegnazione dei fondi relativi alle spese per il personale con contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) e per l'esternalizzazione dei servizi di pulizia a mezzo dei contratti di servizio con ditte impieganti personale ex LSU. (...)


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lunedì 26 aprile 2010

Organici. La mannaia dei tagli sulla scuola Sarda. Ancora una volta. Il Comunicato del Regionale Cisl Scuola

Ci risiamo, per il terzo anno consecutivo la mannaia dei tagli si abbatte sulla scuola sarda con insostenibile puntualità. Il Direttore Generale ha comunicato ufficialmente che per l’anno scolastico 2010/2011 la situazione degli organici in regione Sardegna sarà la seguente:
336 nella scuola primaria; 55 nella scuola secondaria di 1° grado; 644 nella scuola secondaria di 2° Grado. Totale pari a 1037 unità, cioè 1037 posti li lavoro in meno nella scuola in Sardegna .

Il dato del Personale ATA non è ancora ufficiale ma si ritiene egualmente pesante!

Tagli agli organici condotti senza criterio, anzi con il solo criterio del contenimento della spesa, che stanno compromettendo, crediamo in maniera irreversibile, il servizio scolastico pubblico statale in Sardegna, servizio che in questi anni via via si sta riducendo non solo in quantità, con i tagli continui pesanti , ma anche nella qualità.

Illuminante a tale proposito è la situazione paradossale che avremo il prossimo anno scolastico relativamente all’insegnamento della Lingua Inglese nella Scuola Primaria.

Dal prossimo settembre, infatti, con scarso rispetto per la dignità professionale, docenti di scuola primaria saranno chiamati ad insegnare l'inglese anche se non avranno ancora completato il percorso di formazione necessario per acquisire il livello di competenza minima previsto dagli standard internazionali per l’insegnamento della lingua straniera, ma fatto ancora più grave, saranno chiamati in cattedra insegnanti senza alcuna preparazione di base, ma solo perché immessi in ruolo.

Pur di perseguire gli obiettivi di contenimento della spesa, il "piano di formazione linguistica" predisposto dal Ministero alla Pubblica Istruzione, l’Amministrazione ipotizza che una parte dei docenti in formazione, in Sardegna alcune centinaia, si possa considerare idonea all'insegnamento dell'Inglese con la sola frequenza di 50 ore di formazione.

Assurdo! Si chiede alla Scuola Pubblica sempre maggiore professionalità, e lo Stato che deve farsi garante e nel contempo primo interessato alla qualità del sistema di Formazione, ne diventa l’attore meno interessato, anzi il maggiore colpevole della deprofessionalizzazione del ruolo docente nel servizio pubblico.

Come CISL Scuola Sardegna nel denunciare in maniera forte tale scelta di Governo chiediamo che l’Amministrazione rispetti quegli impegni che ha dichiarato di voler assumere: formazione in servizio con esonero dal servizio; presenza di figure di supporto; ampliamento dell’offerta formativa; sostegno all’organico della specifica figura professionale.

L'efficacia e la qualità della didattica non possono continuare ad essere l'ultima preoccupazione di chi governa la nostra scuola pubblica!

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Le alte e appassionate parole dell'intervento del Presidente Napolitano al 65° anniversario della Liberazione

Milano (Teatro alla Scala, 24 aprile 2010)

- Signora Sindaco, Signor Presidente della Provincia, Signor Presidente della Regione, Signori rappresentanti del Comitato Antifascista e di tutte le associazioni partigiane e combattentistiche, Signor Presidente del Consiglio, Onorevoli parlamentari, Autorità, cittadini di Milano, si può facilmente comprendere con quale animo io abbia accolto l'invito a celebrare a Milano il 65° anniversario della Liberazione.

Con animo grato, per la speciale occasione che mi veniva offerta, con viva emozione e con grande rispetto per quel che Milano ha rappresentato in una stagione drammatica, in una fase cruciale della storia d'Italia. E tanto più forte è l'emozione nel rivolgere questo mio discorso al paese dal palcoscenico del glorioso Teatro La Scala, che seppe risollevarsi dai colpi distruttivi della guerra per divenire espressione e simbolo, nel mondo intero, della grande tradizione musicale e culturale italiana.

Si, viva e sincera è la mia emozione perché fu Milano che assunse la guida politica e militare della Resistenza. Nel gennaio del 1944, il Comitato di Liberazione Nazionale lombardo venne investito dal CLN di Roma - nella prospettiva di una non lontana liberazione della capitale, e di una separazione dell'Italia settentrionale dal resto d'Italia - dei poteri di "governo straordinario del Nord". Esso si trasformò così in Comitato Nazionale di Liberazione per l'Alta Italia e si mise all'opera per assicurare la massima unitarietà di orientamenti e di direttive al movimento di liberazione. Più avanti - superata la crisi dell'inverno 1944 e avvicinandosi la fase conclusiva della lotta - si costituirà, per assicurare anche sul piano militare la necessaria unitarietà di direzione, il Comando generale del Corpo Volontari della Libertà: lo guiderà il generale Raffaele Cadorna. Seguono ben presto i piani pre-insurrezionali, che vedono al primo posto il cruciale obbiettivo della difesa degli impianti dalle minacce di distruzione tedesche, e infine i piani operativi per l'insurrezione, soprattutto nelle tre città-chiave della Resistenza nel Nord, Torino, Milano, Genova.

Nel piano di Milano, di lì irradiandosi le direttive per tutta la periferia, è previsto l'impiego di 32 mila partigiani. L'insurrezione si prepara come sbocco, sempre più maturo, dello sviluppo - con l'approssimarsi della primavera, e al prezzo di duri sforzi e sacrifici - delle azioni partigiane (2 mila nell'area di Milano tra febbraio e aprile) ; essa non è dunque la fiammata di un giorno glorioso, ma il frutto di una lunga, eroica semina e di una sapiente organizzazione finale.

Genova è la prima ad insorgere, per decisione presa dal CLN già la sera del 23 aprile ; il piano si snoda attraverso momenti drammatici e prove magnifiche da parte delle squadre partigiane, e si conclude la sera del 25 con la firma, da parte del generale Meinhold, dell'atto di resa delle forze armate germaniche alle Forze Armate del Corpo Volontari della Liguria e, per esse, al Presidente del CLN di Genova. Ne dà l'annuncio alla radio Paolo Emilio Taviani, tra i protagonisti dell'insurrezione, con le solenni parole: "Per la prima volta nella storia di questa guerra un corpo d'Esercito si è arreso dinanzi alle forze spontanee di popolo".

A Milano, la decisione viene presa, l'ordine viene impartito, per il 25 aprile - in rapporto con le notizie provenienti da Genova - dal Comitato insurrezionale: Sandro Pertini, Emilio Sereni, Leo Valiani. Cade, già nel pomeriggio del 24, prima vittima, Gina Galeotti Bianchi, dirigente dei Gruppi di difesa delle donne, la partigiana Lia, ricordata e onorata proprio giorni fa alla Camera dei Deputati. La mattina del 25 Sandro Pertini, già impegnatosi in audaci azioni di attacco, accorre alla fabbrica CGE, dinanzi ai cui cancelli due operai, precedentemente rinchiusi a San Vittore, sono stati trascinati e brutalmente uccisi anche per intimorire le maestranze : Pertini parla ai lavoratori nel piazzale portando l'appello del Comitato insurrezionale. La sera del 26 Milano è praticamente liberata. Gli ultimi reparti tedeschi capitoleranno all'arrivo in città delle divisioni partigiane dell'Oltrepo pavese.

In quei tesissimi giorni, si consumeranno a Milano anche gli ultimi tentativi di impossibili trattative cui si erano mostrati ambiguamente disponibili i capi fascisti. E a Milano si compì poi il tragico epilogo dell'avventura mussoliniana, in uno scenario di orrore che replicò altri orrori inscenati nello stesso luogo di Piazzale Loreto. La guerra era finita, con la vittoria delle forze alleate; e insieme era finita, con la sconfitta del fascismo repubblichino, anche la guerra civile fatalmente intrecciatasi con la Resistenza.

Nel Campo della gloria al Cimitero maggiore verranno raccolti i resti mortali, verranno scolpiti i nomi, di 4.134 cittadine e cittadini milanesi caduti per la libertà tra l'8 settembre 1943 e la primavera del '45, di 2.351 partigiani del Corpo Volontari della Libertà. Ho voluto partire da un sommario richiamo a drammatici eventi, a memorabili momenti della storia della Resistenza - per quanto più volte e più puntualmente ripercorsi nelle celebrazioni del 25 aprile - perché mai in queste celebrazioni, e dunque nemmeno in quella di oggi, si può smarrire il riferimento ai fatti, al vissuto, a quel che fu un viluppo di circostanze concrete, di dilemmi, di scelte difficili, di decisioni coraggiose e costose, di sconfitte e di successi; non si può mai smarrire il riferimento a tutto ciò, rinunciare a ricostruire e tramandare costantemente quelle esperienze reali, se non si vuole ridurre il movimento di Liberazione a immagine sbiadita o ad oggetto di dispute astratte.

Nella mia rapida rievocazione del ruolo di Milano in quegli eventi, è risuonato il nome di Sandro Pertini. E non c'è migliore occasione di questa per ricordarlo a vent'anni dalla scomparsa. Perché il suo nome spicca in tutto il percorso della Resistenza, tra quelli che da Milano la guidarono, come protagonisti del Comitato di Liberazione Alta Italia, del Comando del Corpo Volontari della Libertà, del Comitato insurrezionale.

Fu combattente instancabile, senza eguali per slancio, audacia, generosità, a cominciare dalla partecipazione - all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre - al disperato tentativo di resistere ai tedeschi nel cuore di Roma, a Porta San Paolo, dopo che il Re è fuggito a Pescara e la capitale è stata militarmente abbandonata. Pertini è lì, reduce da lunghi anni di carcere, di confino e di esilio ; è lì anche da vecchio combattente, medaglia d'argento, della prima guerra mondiale. Ne uscirà capo dell'organizzazione militare del Partito socialista per l'Italia centrale occupata.Ma già il 15 ottobre viene arrestato, insieme con Giuseppe Saragat e altri socialisti, invano interrogato per due giorni e due notti in Questura, rinchiuso a Regina Coeli (inizialmente nel braccio tedesco), fino a quando tutto il gruppo dei sette socialisti poté evaderne grazie a un piano ingegnoso che ebbe tra i suoi registi un grande patriota, poi eminente giurista e uomo pubblico, Giuliano Vassalli.

Pertini riprese così il suo posto nella lotta contro l'occupazione tedesca, cui si dedicò, da Roma, in tutti i primi mesi del '44: il 3 aprile Vassalli fu trascinato nella famigerata via Tasso e sottoposto ad ogni violenza dalle SS. Nel mese successivo si avviano colloqui al più alto livello in Vaticano con il comandante delle SS in Italia per evitare la distruzione della capitale (e da quei contatti scaturì anche la liberazione di Vassalli). Il progetto dell'insurrezione a Roma viene accantonato; Pertini sceglie allora, a metà maggio, di partire per Milano, perché "lassù" - disse - "c'era tanto da fare e da combattere". E da Milano si muoverà per portare il suo contributo e il suo impulso in tutto il Nord.

A luglio è chiamato a Roma per consultazioni politiche: ma si ferma a Firenze per partecipare all'insurrezione fino a liberare la città dai tedeschi. Giunto a Roma, freme per tornare al più presto a Milano: e per raggiungere quella meta compie un viaggio quanto mai avventuroso, in aereo fino a Digione in Francia, e poi valicando con una guida il Monte Bianco. Di lì a Cogne e a Torino, e finalmente a Milano, in tempo per contribuire a organizzare e guidare la fase finale della guerra di Liberazione.

L'immagine conclusiva del suo impegno - come poi dirà la motivazione della medaglia d'oro al valor militare - di "prezioso e insostituibile animatore e combattente" della Resistenza, è rimasta consegnata alla fotografia che lo ritrae mentre tiene il suo primo discorso, dopo decenni di privazione della libertà, il 26 aprile 1945 a Piazza del Duomo.E' stato - dobbiamo dirlo - un onore per l'Italia, un onore per la Repubblica, avere tra i suoi Presidenti Sandro Pertini.

L'omaggio che oggi gli rendo, anche con forte sentimento personale per il rapporto che ci fu tra noi, vorrei fosse però incitamento ed auspicio per un nuovo, deciso impegno istituzionale, politico, culturale, educativo diretto a far conoscere e meditare vicende collettive ed esempi personali che danno senso e dignità al nostro essere italiani come eredi di ispirazioni nobilissime, di insegnamenti altissimi, più forti delle meschinità e delle degenerazioni da cui abbiamo dovuto risollevarci. Un impegno siffatto è mancato, o è sempre rimasto molto al di sotto del necessario. Abbiamo esitato, esitiamo a presentare in tutte le sue luci il patrimonio che ci ha garantito un posto più che degno nel mondo: esitiamo per eccessiva ritrosia, per timore, oltre ogni limite, della retorica e dei miti, o per sostanziale incomprensione del dovere di affermare, senza iattanza ma senza autolesionismi, quel che di meglio abbiamo storicamente espresso e rappresentiamo.

E questo amaro discorso vale per le grandi pagine e le grandi figure del processo che condusse, 150 anni fa, all'Unità d'Italia ; così come per le più luminose pagine e figure dell'antifascismo e della Resistenza. Perfino a Sandro Pertini, che pure è stato Presidente amato e popolare, non abbiamo - al di là di quel che con affetto lo ricorda nella sua terra natale - saputo dedicare un memorial, un luogo di memorie, come quelli che in grandi paesi democratici (si pensi agli Stati Uniti d'America) onorano e fanno vivere le figure dei maggiori rappresentanti della storia, per quanto travagliata, della nazione.

Eppure, l'identità, la consapevolezza storica, l'orgoglio nazionale di un paese traggono forza dalla coltivazione e valorizzazione di fatti, di figure, di simboli, in cui il popolo, in cui i cittadini possano riconoscersi traendone motivi di fierezza e di fiducia.

Naturalmente, l'impegno che sollecito, riferito alla Resistenza, esige - per dispiegarsi pienamente, per ottenere riscontri positivi e suscitare il più largo consenso - la massima attenzione nel declinare correttamente il significato e l'eredità della Resistenza, in termini condivisibili, non restrittivi e settari, non condizionati da esclusivismi faziosi.

Guardiamo, per intenderci, a quel che si legge nel Diario di Benedetto Croce, alla data del 26 aprile 1945: "Grande sollievo per la rapida liberazione dell'alta Italia dai tedeschi senza le minacciate e temute distruzioni, e per opera dei patrioti e partigiani, che è gran beneficio, anche morale, per l'Italia".

Poche essenziali parole, con le quali il grande uomo di pensiero e di cultura liberale scolpì il valore della conclusione vittoriosa della Resistenza. Valore nazionale, per il "gran beneficio anche morale" assicurato all'Italia restituendole piena dignità di paese libero, liberatosi con le sue forze, di concerto con la determinante avanzata degli eserciti alleati ma senza restare inerte ad attenderne il trionfo. Chi può negare che l'apporto delle forze angloamericane fu decisivo per schiacciare la macchina militare tedesca, per scacciarne le truppe dal territorio italiano che occupavano e opprimevano? Certamente nessuno, ma è egualmente indubbio che il generoso contributo italiano, contro ogni comodo e calcolato attendismo, ci procurò un prezioso riconoscimento e rispetto.

E ho citato Benedetto Croce perché le parole, prive di ogni ombra di retorica ma così significative e lineari, di un'eminente figura dell'Italia prefascista, lontanissima dalle correnti ideali e politiche che attraversarono più ampiamente il moto resistenziale e che sarebbero risultate maggioritarie al momento della nascita della Repubblica, danno il segno di un'obbiettiva definizione del 25 aprile come storica giornata di riscatto nazionale, al di là di ogni caratterizzazione di parte.

Che cosa era in effetti accaduto in quei venti mesi tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945? Che cosa era accaduto a partire dal momento della presa d'atto - con l'armistizio - della disfatta in cui era culminata la disastrosa guerra voluta da Mussolini al fianco della Germania hitleriana? Che cosa era accaduto da quello che fu il momento del collasso dello Stato sabaudo fascistizzato e di un generale, pauroso sbandamento del paese, ma anche il momento dei primi segni di una nuova volontà di resistenza al sopruso e all'oppressione, di ritrovamento della propria fierezza e identità di italiani?

Era accaduto che nell'esperienza della partecipazione alla Resistenza, in tutte le sue forme ed espressioni, si era riscoperto, recuperato, rinnovato, un sentimento, un fondamentale riferimento emotivo e ideale che sembrava essersi dissolto. Praticamente dissolto, come aveva detto - già mesi prima della caduta del fascismo - lo stesso Benedetto Croce, in uno scritto che circolò clandestinamente: "Risuona oggi, alta su tutto, la parola libertà ; ma non un'altra che un tempo andava a questa strettamente congiunta: la patria, l'amore della patria, l'amore, per noi italiani, dell'Italia. Perché? Perché ... la ripugnanza sempre crescente contro il nazionalismo si è tirata dietro una sorta di esitazione e di ritrosia a parlare di 'patria' e di 'amor di patria'. Ma se ne deve riparlare, e l'amor della patria deve tornare in onore appunto contro il cinico e stolido nazionalismo, perché esso non è affine al nazionalismo, ma il suo contrario".

Ebbene, con la Resistenza, di fronte alla brutalità offensiva e feroce dell'occupazione nazista, rinacque proprio l'amore, il senso della patria, il più antico e genuino sentimento nazionale. "Le parole 'patria' e 'Italia'" - scrisse poi una sensibilissima scrittrice, Natalia Ginzburg - che erano divenute "gonfie di vuoto", ci apparvero d'un tratto senza aggettivi e così trasformate che ci sembrò di averle udite e pensate per la prima volta.

E Carlo Azeglio Ciampi ha richiamato autobiograficamente il momento del "collasso dello Stato" nel settembre '43, quando lui e tanti altri "trovarono nelle loro coscienze l'orientamento", perché in esse "vibrava profondo il senso della Patria".

Personalmente, ho più volte ribadito come non ci si debba chiudere in rappresentazioni idilliache e mitiche della Resistenza e in particolare del movimento partigiano, come non se ne debbano tacere i limiti e le ombre, come se ne possano mettere a confronto diverse letture e interpretazioni : senza che ciò conduca, sia chiaro, a sommarie svalutazioni e inaccettabili denigrazioni. E' comunque un fatto che anche studiosi attenti a cogliere le molteplici dimensioni del fenomeno della Resistenza, compresa quella di "guerra civile", non ne abbiano certo negato o sminuito quella di "guerra patriottica".

D'altronde, le "lettere dei condannati a morte della Resistenza" restano la più ricca, drammatica testimonianza delle motivazioni patriottiche dell'impegno e del sacrificio di tanti partigiani, soprattutto giovani partigiani. E quando parlo di tutte le forme e le espressioni di partecipazione alla Resistenza, attraverso le quali si è compiuta una vera e propria riscoperta del senso della patria e della nazione, mi riferisco in special modo alla rilevantissima componente costituita dal concorso dei militari al moto di liberazione, di riconquista della libertà e dell'indipendenza del paese: dai contingenti militari regolari chiamati a durissime prove all'indomani dell'armistizio - a Cefalonia, per non ricordare che un luogo-simbolo di quelle manifestazioni di eroico senso dell'onore e coraggio - agli ufficiali e ai soldati che si unirono alle formazioni partigiane, alle centinaia di migliaia di internati in Germania in campi di concentramento, alle nuove forze armate che si raccolsero nel Corpo Italiano di Liberazione.

A queste ultime ho dedicato lo scorso anno la cerimonia del 25 aprile a Mignano Montelungo, che fu teatro, nel dicembre 1943, di un'aspra battaglia e costituì "il battesimo di sangue del rinato Esercito italiano". Quell'azione dei nostri soldati fu esaltata dal Generale Clark, Comandante della V Armata americana, come esempio di determinazione per liberare il proprio paese dalla dominazione tedesca: "un esempio - egli disse - per i popoli oppressi d'Europa".

Naturali portatori, nella Resistenza, del senso della patria e della nazione furono i militari, e tra essi quelli che si unirono alle formazioni partigiane, che si collocarono nelle strutture clandestine del movimento di Liberazione. Ne furono portatori anche in termini di continuità, sia pure nel travaglio della partecipazione a una guerra antitetica a quella precedentemente combattuta. Un travaglio che si coglie nella lettera indirizzata alla moglie dal generale Giuseppe Perotti all'indomani della condanna a morte decretata dal Tribunale Speciale, e alla vigilia della fucilazione al Martinetto in Torino: egli scrive di un esito tragico, che "non so come classificare", di un "destino imperscrutabile" che comunque lo conduce a morire in guerra.

In quegli stessi giorni, il più giovane capitano Franco Balbis, arrestato e fucilato, il 5 aprile 1944, insieme col generale Perotti e con altri, tutti membri del Comitato Militare Regionale Piemontese, scrive alla madre di offrire la sua vita "per ricostruire l'unità italiana" dopo aver servito la Patria "sui campi d'Africa", e chiede che si celebrino "in una chiesa delle colline torinesi due messe", nell'anniversario della battaglia di Ain El Gazala e di quella di El Alamein, nelle quali aveva valorosamente combattuto.

Emerge in effetti da tante di quelle estreme motivazioni del proprio impegno e del proprio sacrificio, come nella scelta di schierarsi fino in fondo con la Resistenza avessero finito per confluire ideali di liberazione sociale, visioni universalistiche, aspirazioni a "un mondo migliore", consapevolezza antifascista, sete di libertà, e amore per l'Italia. E l'elemento unificante non poteva che essere questo, l'attaccamento alla propria terra, alla Patria, la volontà di liberarla. Ritorno sulle parole del capitano Balbis: "ricostruire l'unità italiana", come supremo obbiettivo per cui sacrificare la vita.

Si, vedete, amici, il 25 aprile è non solo Festa della Liberazione: è Festa della riunificazione d'Italia. Dopo essere stata per 20 mesi tagliata in due, l'Italia si riunifica, nella libertà e nell'indipendenza. Se ciò non fosse accaduto, la nostra nazione sarebbe scomparsa dalla scena della storia, su cui si era finalmente affacciata come moderno Stato unitario nel 1861, con il compimento del moto risorgimentale.

Gli storici hanno analizzato anche l'aspetto del ricollegarsi della Resistenza al Risorgimento, ne hanno con misura pesato i molti segni, nella pubblicistica politica, nelle dichiarazioni programmatiche, negli stessi nomi delle formazioni partigiane, nello spirito che animava i militari deportati e internati in Germania. E se hanno poi potuto apparire abusate certe formule, e poco fondate le facili generalizzazioni, resta il fatto che la memoria del Risorgimento, il richiamo a quell'eredità - per quanto venisse assunto ambiguamente anche dall'altra parte - fu componente importante della piattaforma ideale della Resistenza.

Si trattò di un decisivo arricchimento di quella che era e rimase la matrice antifascista della guerra di Liberazione: nel più ampio e condiviso sentimento della Nazione, nel grande alveo della guerra patriottica si raccolsero forze che non erano state partecipi dell'antifascismo militante e fresche energie rappresentative di nuove, giovanissime generazioni. E questa caratterizzazione più ricca, e sempre meno di parte, della Resistenza si rispecchiò più tardi nel confronto costituente, nel disegno e nei principi della Costituzione repubblicana.

Se nella Costituzione possono ben riconoscersi - come dissi celebrando il 25 aprile due anno orsono a Genova, e come voglio ripetere - anche quanti vissero diversamente dai combattenti della libertà i drammatici anni 1943-45, "anche quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi condivisi", è perché la Carta approvata nel '47 sancì - dandovi solide basi democratiche - una rinnovata identità e unità della nazione italiana.

Mi auguro che in questo spirito si celebri il 65° anniversario della Liberazione e Riunificazione d'Italia. "Il nostro paese ha un debito inestinguibile" - da detto un anno fa in un impegnativo discorso a Onna in Abruzzo il Presidente del Consiglio - "verso quei tanti giovani che sacrificarono la vita per riscattare l'onore della patria...........": ricordando con rispetto "tutti i caduti", senza che "questo significhi neutralità o indifferenza". Si tratta in effetti di celebrare il 25 aprile nel suo profondo significato nazionale; ed è così che si stabilisce un ponte ideale con il prossimo centocinquantenario della nascita dello Stato unitario.

Mi si permetterà, credo, di ignorare qualche battuta sgangherata, che qua e là si legge, sulla ricorrenza del prossimo anno. Siamo chiari. Se noi tutti, Nord e Sud, tra l'800 e il 900, entrammo nella modernità, fu perché l'Italia si unì facendosi Stato; se, 150 anni dopo, siamo un paese democratico profondamente trasformatosi, tra i più avanzati in quell'Europa integrata che abbiamo concorso a fondare, è perché superammo i traumi del fascismo e della guerra, recuperando libertà e indipendenza, ritrovando la nostra unità.

Quella unità rappresenta oggi, guardando al futuro, una conquista e un ancoraggio irrinunciabili. Non può formare oggetto di irrisione, né considerarsi un mito obsoleto, un residuo del passato. Solo se ci si pone fuori della storia e della realtà si possono evocare con nostalgia, o tornare a immaginare, più entità statuali separate nella nostra penisola. Come bene intesero tutte le correnti e le figure di spicco del Risorgimento, l'Italia è chiamata a vivere come nazione e come Stato nell'unità del suo territorio, della sua lingua, della sua storia. Se non si consolidasse questa unità, finiremmo ai margini del processo di globalizzazione - che vede emergere nuovi giganti nazionali in impetuosa crescita - e anche ai margini del processo di integrazione europeo.

Un' Europa sempre più integrata e assertiva sulla base di istituzioni comuni è la sola dimensione entro la quale gli stessi Stati nazionali più forti del nostro continente potranno far valere insieme il loro patrimonio storico, la loro capacità di contribuire allo sviluppo di un più giusto e bilanciato sviluppo globale il cui baricentro si sta assestando lontano da noi. Ma non c'è nessuna contraddizione tra l'imperativo dell'integrazione, la salvaguardia della diversità delle tradizioni e delle culture nazionali, il rafforzamento della coesione e dell'unità nazionale di ciascuno Stato membro dell'Unione.

Per contare in Europa e per contare nel mondo di oggi e di domani, la nostra unità nazionale resta punto di forza e leva essenziale. Unità nazionale che non contrasta ma si consolida e arricchisce con il pieno riconoscimento e la concreta promozione delle autonomie, come d'altronde vuole la Costituzione repubblicana: quelle autonomie regionali e locali, di cui si sta rinnovando e accrescendo il ruolo secondo un'ispirazione federalistica.

Questa è la strada per far crescere di più e meglio tutto il nostro paese, in vista di obbiettivi che mai come ora ci appaiono critici e vitali per garantire innanzitutto il diritto al lavoro e prospettive di futuro per le giovani generazioni.

La complessità dei problemi che si sono venuti accumulando nei decenni dell'Italia repubblicana - talvolta per eredità di un più lontano passato - esige un grande sforzo collettivo, una comune assunzione di responsabilità. Questa esigenza non può essere respinta, quello sforzo non può essere rifiutato, come se si trattasse di rimuovere ogni conflitto sociale e politico, di mortificare una naturale dialettica, in particolare, tra forze di maggioranza e forze di opposizione.

Si tratta invece di uscire da una spirale di contrapposizioni indiscriminate, che blocca il riconoscimento di temi e impegni di più alto interesse nazionale, tali da richiedere una limpida e mirata convergenza tra forze destinate a restare distinte in una democrazia dell'alternanza. All'auspicabile crearsi di questo nuovo clima, può contribuire non poco il diffondersi tra gli italiani di un più forte senso dell'identità e unità nazionale.

Così ritengo giusto che si concepisca anche la celebrazione di anniversari come quello della Liberazione, al di là, dunque, degli steccati e delle quotidiane polemiche che segnano il terreno della politica. Le condizioni sono ormai mature per sbarazzare il campo dalle divisioni e incomprensioni a lungo protrattesi sulla scelta e sul valore della Resistenza, per ritrovarci in una comune consapevolezza storica della sua eredità più condivisa e duratura. Vedo in ciò una premessa importante di quel libero, lungimirante confronto e di quello sforzo di raccoglimento unitario, di cui ha bisogno oggi il paese, di cui ha bisogno oggi l'Italia.

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sabato 24 aprile 2010

Proverbio sardo (85)

Qui hat arte, hat parte.
(Chi ha un'arte, ha una parte)

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Citazione latina (54)

Mater certa est, pater numquam
La madre è certa, il padre sicuramente no

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Agenda sindacale

Contrattazione d'Istituto
lun 12 aprile IC Bosa - IC Ghilarza
mar 13 aprile IC OR3 - IC OR1- ISIS Galilei-Contini - IC Samugheo (assemblea)
gio 15 aprile ITC2
ven 16 aprile ISIS Terralba

lun 19 aprile IC Riola - IC Solarussa - IC Milis
mar 20 aprile Consiglio Territoriale
mer 21 aprile ITC2
gio 22 aprile IC Ales
ven 23 ISIS Galilei-Contini - IC Oristano 3 - IC Milis

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venerdì 23 aprile 2010

Graduatorie ad esaurimento, a.s. 2010/11: scioglimento della riserva e inserimento negli elenchi aggiuntivi di sostegno

Il MIUR - con il D.M. n. 39 del 22.4.2010, trasmesso attraverso l'odierna nota prot. n. 4333 - fissa al 30 giugno 2010 il termine per: a) lo scioglimento della riserva (con il conseguente inserimento a pieno titolo nelle graduatorie), a seguito del conseguimento dell'abilitazione (art. 4, comma 6, DM 42/09); b) l'inserimento negli elenchi aggiuntivi di sostegno da parte degli aspiranti che conseguano il titolo di specializzazione (art. 6, comma 1, DM 42/09).

Le domande devono essere trasmesse esclusivamente con modalità telematica utilizzando, come di consueto, la sezione "Istanze on line".
Le modifiche - che interverranno sulle graduatorie a seguito della presentazione dei titoli citati - produrranno effetti anche sulle graduatorie delle eventuali province opzionali e sulle correlate graduatorie di istituto.

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Mobilità territoriale/professionale, a.s. 2010/11 (scuola dell'infanzia e primaria). Chiarimenti ministeriali

Il MIUR ha diramato, in materia, le odierne due note, sollecitate e concordate con le Organizzazioni Sindacali. Con la prima disposizione (nota prot. n. 4334) si richiamano gli adempimenti dei Dirigenti Scolastici per la predisposizione/pubblicazione della graduatoria interna d'istituto e per l'immediata notifica delle eventuali posizioni di soprannumero ai docenti interessati (al fine di consentire loro l'immediata presentazione della domanda di mobilità, su modello cartaceo).

Con la seconda (nota prot. n. 4335), si forniscono chiarimenti in merito alle disposizioni contrattuali relative alla valutazione della laurea in scienze della formazione primaria (nota 12 della tabella di valutazione).

Al riguardo, si precisa che:

ai docenti di ruolo nella scuola primaria, in possesso di laurea in scienze della formazione indirizzo-infanzia (non utile ai fini dell'accesso al ruolo della scuola primaria), devono essere riconosciuti 5 punti in quanto titolo aggiuntivo a quello necessario per l'accesso al ruolo di appartenenza;
ai docenti di ruolo nella scuola dell'infanzia, in possesso di laurea in scienze della formazione indirizzo-primaria (non utile ai fini dell'accesso al ruolo della scuola dell'infanzia), devono essere riconosciuti - analogamente - 5 punti quale titolo aggiuntivo.

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Adiconsum. Tutti in aula!

Come sapete, per oggi alle ore 18:00 (23.04.2010) è stato convocato il Consiglio Comunale di Oristano con all'ODG la discussione sul PUC di Oristano.

Io credo che in questa occasione, attesa l'attuale situazione, sia quanto mai opportuno che la "Città" sia presente ai lavori del Consiglio...una presenza fisica, silenziosa (senza bandiere, cartelli o quant'altro), una presenza che abbia il senso di far capire ai consiglieri che la "Città" è vigile, attenta e che osserva con grande interesse.

Se la proposta vi pare condivisibile, allora è necessario fare in modo di garantire la presenza di più persone possibile: la Città osserva i consiglieri e i consiglieri vedono la Città.

L'obbiettivo potrebbe essere quello di riempire prima di tutto i banchi riservati al pubblico nell'aula consiliare, poi l'androne antistante l'aula, poi le scale....e se avanza, anche gente in piazza Eleonora.

Una tale presenza avrebbe sicuramente degli effetti utili e positivi per arrivare prima e meglio al nostro obbiettivo di dotare Oristano di un PUC adeguato alle esigenze e alle aspettative degli oristanesi.

La parola d'ordine è "Tutti in Aula".


Saluti.

Giorgio Vargiu

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giovedì 22 aprile 2010

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UNA BUONA NOTIZIA. I bimbi di Adro adottati dal Congo

Pubblichiamo - molto volentieri - un articolo apparso oggi sul quotidiano "Avvenire".

""Beneficenza a parti invertite. Dall'Africa all'Italia. Per la precisione dal Congo ad Adro, dove da giorni va avanti la polemica sulla mensa scolastica che avrebbe potuto essere negata ai figli dei genitori inadempienti nel pagamento della retta.

Dopo il gesto del benefattore che ha versato 10mila euro per coprire i debiti della scuola, è arrivato un messaggio che sa di ceffone morale: i bambini della Repubblica Democratica del Congo hanno raccolto 600 euro, tassandosi per aiutare i loro coetanei italiani.

Da anni, infatti, le scuole di Muhuanga e Bunyatenge, nella regione dei Grandi Laghi, ricevono solidarietà attraverso missionari italiani, e stavolta gli scolari congolesi hanno voluto ricambiare, come segnala il sito di Famiglia Cristiana.

Sono stati raccolti 600 euro, l'equivalente di un anno di mensa per uno scolaro di Adro.

La colletta è stata accompagnata da una lettera a Silvano Lancini, l'imprenditore che, per aver sanato i conti della scuola bresciana, si è attirato un fiume di polemiche da parte della giunta leghista e di molti suoi concittadini.

Un gesto che invece i ragazzini congolesi hanno scelto di condividere. (N.S.)""

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mercoledì 21 aprile 2010

Dirigenti Scolastici: CCNL. Urgente ed unitaria richiesta sindacale di incontro ai dirigenti MIUR

Sono trascorsi quasi quaranta giorni dalla sottoscrizione - da parte delle Organizzazioni Sindacali e del MIUR - del Protocollo d'Intesa necessario alla soluzione della problematica concernente i "fondi regionali" e gli effetti degli incrementi retributivi del nuovo CCNL per il biennio economico 2006-2007.

A tutt'oggi le Organizzazioni Sindacali non hanno avuto riscontro dell'attivazione delle procedure applicative da parte dei Direttori Regionali. In mancanza di tale riscontro, Flc CGIL, CISL Scuola, Snals Confsal, Anp Cida e UIL Scuola hanno richiesto, unitariamente, al MIUR un incontro urgente per avere la certezza delle risorse necessarie al proseguimento della trattativa contrattuale.

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Mobilità territoriale/professionale, a.s. 2010/11 (scuola dell'infanzia e primaria). Nuovi termini per le operazioni

Il MIUR, con circolare già inviata alla firma del Capo dipartimento e di prossima emanazione, ha disposto la modifica dei termini di comunicazione delle domande al SIDI e di pubblicazione dei movimenti per il personale docente della scuola dell'infanzia e della scuola primaria.

I nuovi termini - ferme restando le altre date precedentemente fissate - sono così stabiliti:



SCUOLA DELL'INFANZIA

Comunicazione delle domande al SIDI: 17 maggio 2010
Pubblicazione dei movimenti: 7 giugno 2010


SCUOLA PRIMARIA

Comunicazione delle domande al SIDI: 30 aprile 2010
Pubblicazione dei movimenti: 24 maggio 2010

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martedì 20 aprile 2010

Organici ATA, a.s. 2010/11 - Prima informativa al MIUR

Si è tenuto, nella mattinata odierna, un incontro sugli organici del personale ATA per l'a.s. 2010/11 durante il quale i dirigenti MIUR hanno fornito alle Organizzazioni Sindacali una prima informativa sia sulla circolare di accompagnamento del decreto interministeriale sia sui criteri di determinazione dell'organico in relazione agli obiettivi di contenimento che l'Amministrazione deve conseguire.

E' stato comunicato che lo schema di decreto riproporrà, nella sostanza, le disposizioni già applicate nel corrente anno scolastico, considerato che è prevista (ultimo anno del triennio 2008/09 - 2010/11) la terza tranche di riduzione di ulteriori 1000 posti come disposto dalla Finanziaria 2008.

Il mancato conseguimento di riduzione dei posti di DSGA a seguito del dimensionamento sarà compensato con il decremento dei posti di organico degli altri profili.

Il taglio complessivo dovrebbe essere quindi di 15.156 unità, così articolato:

64 DSGA
3.040 assistenti amministrativi
1.176 assistenti tecnici
10.876 collaboratori scolastici
L'Amministrazione

si è dichiarata, tuttavia, impegnata a garantire i livelli di funzionalità delle scuole attraverso le quantità minime necessarie in relazione ai punti di erogazione funzionanti. Tutto ciò anche attraverso l'adeguamento in organico di fatto;
intende altresì realizzare un piano di ottimizzazione del personale ex LSU, al fine di un utilizzo riequilibrato a sostegno delle situazioni più critiche.

La CISL Scuola
ha riaffermato il totale dissenso contro la politica dei "tagli", orientata esclusivamente al conseguimento di risparmi, che sempre più determina problemi di funzionalità per le istituzioni scolastiche e compromette il buon andamento e la qualità del servizio;
ritiene, pur prendendo atto degli impegni dell'Amministrazione, che questi non possano risolvano le crescenti difficoltà delle scuole: sono più che mai necessari interventi sul piano politico e normativo volti ad una modifica sostanziale dei provvedimenti che riducono le risorse umane e finanziarie.

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Per la Birmania democratica. Raccolta firme.

la CISL ha lanciato sul suo sito e sul sito http://www.birmaniademocratica.org/Home.aspx una raccolta firme per un impegno contro le elezioni farsa in Birmania, che perpetueranno la dittatura in abiti civili, la violazione dei diritti umani, il lavoro forzato e il divieto di libertà politica e sindacale, garantendo l'impunibilità della giunta militare per i crimini contro l'umanità e il lavoro forzato.

Vi chiediamo di firmare tale appello, di volerlo diffondere ed ospitare sul vostro sito
Grazie

Cecilia Brighi
CISL International Policy Department
Responsible international institutions and Asia
Via Po 21
00199 ROME
tel. +39068546706
fax: +39068413782

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lunedì 19 aprile 2010

Sulla scuola serve chiarezza, non estemporaneità

Sulla scuola serve un ragionamento serio, non si possono affrontare i problemi con sortite estemporanee che non sempre hanno il pregio della chiarezza quando trattano questioni come reclutamento, valutazione, carriere, merito. Al ministro Gelmini chiediamo di mantenere gli impegni assunti in avvio di Legislatura, quando affermò di voler promuovere un ampio e approfondito confronto sui temi delle riforme e dell'innovazione.

Nel frattempo, se davvero si ha a cuore la continuità didattica, ci si impegni a garantire da subito, e non dal 2011, la stabilità degli organici. Se questa garanzia non è data, non serve a nulla rincorrere assurde e antistoriche "vicinanze" fra luogo di residenza e di lavoro.

E ci si impegni a rendere stabile il lavoro nella scuola: non ci può essere continuità quando la percentuale di lavoro precario resta vicina al 20%.

Roma, 19 aprile 2010

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola

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domenica 18 aprile 2010

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Proverbio sardo (84)

Niunu naschet in s'arte imparadu.
(Nessuno nasce istruito in un'arte)

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Citazione latina (53)

Manus manum lavat
(Una mano lava l'altra)
Seneca

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sabato 17 aprile 2010

Quotidiani e periodici on-line.

Li trovi alla voce "STAMPA, RADIO, TV" con accesso dalla colonna destra di questa pagina.

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Umorismo.

Il marito ritorna a casa alle ore piccole, naturalmente sbronzo. La moglie lo aspetta con la scopa in mano. Nonostante i fumi dell'alcol, il marito dice alla donna: "Ti sei alzata presto per pulire la casa oppure stai per prendere il volo con la scopa?"

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Proverbio

Il silenzio, spesso, è una predica eloquente

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Assunzione diretta dei docenti: non è la soluzione giusta. La CISL Scuola risponde alle dichiarazioni di Formigoni

E' giusto che le Regioni dedichino grande attenzione alla scuola, ma quella del reclutamento è questione che riguarda l'intero sistema, nella sua dimensione unitaria e nazionale, e a quel livello va affrontato e discusso. Solo allora vedremo se e quanto i sindacati possano condividere progetti che per quanto ci riguarda oggi non lo sono.

Non possiamo avere venti modalità diverse di reclutamento in Italia: sarebbe davvero paradossale che inaugurassimo con la balcanizzazione del sistema scolastico le celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia!

Far crescere la qualità della scuola è obiettivo sacrosanto e condivisibile, che si impone come priorità specie in realtà territoriali ben più svantaggiate di quella lombarda: ma la proposta di far assumere i docenti direttamente dalle scuole, se può far contento qualche alleato di giunta e di Governo, non offre alcuna soluzione ai problemi che Formigoni dice di voler affrontare.

Va bene far leva sul merito e sulla stabilità del personale, ma per questo non bastano le affermazioni di principio, servono impegni veri e adeguate risorse. Difficile premiare il merito quando non si è in grado di assicurare a tutti un livello decente di retribuzione ordinaria; impossibile favorire la stabilità quando si tagliano decine di migliaia di posti, costringendo il personale a cambiare la sede di servizio, o finché rimane troppo alta la percentuale di personale precario, destinato inevitabilmente a cambiare scuola ogni anno.

Non c'è stabilità del personale senza stabilità degli organici.

Su questi temi in ogni caso non ci si può affidare alle azioni di singole realtà regionali: una sede giusta per affrontarli e tentare almeno in parte di risolverli c'è, ed è quella del rinnovo contrattuale.

A monte, bisogna che cambi radicalmente l'approccio ai temi della scuola, che attende e merita scelte di investimento e non tagli indiscriminati.

Roma, 17 aprile 2010

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola

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Pensionamento all'USP.

Ha lasciato il servizio
l'ins. Giannella Allegretti
in servizio presso l'Ufficio Scolastico Provinciale
Settore Scuola dell'Infanzia.

Alla neo pensionata, i migliori auguri dalla CISL SCUOLA.

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venerdì 16 aprile 2010

Normattiva. Il portale della legge vigente.

Trovi il link tra i "SITI UTILI" con accesso dalla colonna destra di questa pagina.

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Il Federalismo e il Sud

di Francesco Scrima
Pubblicato oggi su "Conquiste del lavoro".

************************
Parrebbe che uno dei frutti più gustosi delle elezioni regionali sia il rilancio delle riforme istituzionali: in primo luogo del federalismo, per ora fiscale poi chissà. C’è una legge che lo annuncia da un anno, una commissione parlamentare che ci sta lavorando, uno schieramento politico vincente pronto a partire e andare all’incasso. Restiamo in attesa, sicuri che non saremo interpellati e abbastanza scettici sull’esito finale dell’ operazione.

Di riforme istituzionali si parla invano da un trentennio, sul suo altare si sono sacrificati le intelligenze più vive, le proposte più ambiziose, gli inganni più sfacciati. All’ultimo minuto, qualcuno a turno faceva saltare il tavolo avendo scoperto che il gioco non gli conveniva. Temiamo sarà così anche stavolta. Invocare l’anima dei padri costituenti della Repubblica suona velleitario e grottesco. Gli uomini non sono gli stessi, e non è solo questione di facce ma anche di cervelli e statura morale. Il paese non è lo stesso, poiché cominciano a venire meno quei legami di appartenenza, solidarietà, storia che fanno forte e fiduciosa una nazione e la spingono a riprogettare il futuro.

Da questo punto di vista il federalismo - per altri versi salutare e benvenuto: alzi la mano chi non vuole più chiare responsabilità per gli eletti, più vicinanza delle istituzioni al territorio, più vincoli agli sprechi e all’anarchia fiscale, più attenzione ai servizi locali, più poteri sanzionatori per gli elettori- rischia di dare colpi ulteriori a favore della “disunità d’Italia”, di allungare e sformare ancora lo stivale, lasciando irrisolto il grande nodo del Sud che, ha ricordato Mario Draghi, è “il territorio arretrato più esteso e popolato dell’Unione europea”.
Lo diciamo da tempo come persone che operano nella scuola, ragionando sulle periodiche tabelle di agenzie nostrane e internazionali che vedono gli studenti meridionali ultimi per apprendimento, profitto, sbocchi occupazionali e primi per bocciature, abbandono, dispersione, carenza di basi formative. Queste statistiche però raccontano solo parte della verità ignorando quello che costringerebbe tutti a risalire alle cause di questa situazione: più bassi redditi familiari, meno aule, minori opportunità culturali, maggiore disagio ambientale, amministratori latitanti, incapaci o irresponsabili, e poi ministri distratti o prevenuti, ecc. E’ scorretto ed esiziale usarle per rivendicare il federalismo, con lo specioso argomento che non c’è rimedio ai ritardi del Sud e tanto vale metterlo di fronte alle sue colpe, sperando che rinsavisca.

Il federalismo – che non è una prescrizione medica né un destino inevitabile– non è di per sé una cura. Non lo è sicuramente quel federalismo di bassa lega che, rifacendosi a inconsistenti miti identitari, propone per il personale della scuola forme di reclutamento regionale che privilegiano gli indigeni o un po’ pseudoassimilati con cinque anni di residenza in loco . Per servire a qualche cosa il federalismo deve essere serio. Lo può essere solo se può giovarsi di una classe politica onesta, che non moltiplichi centri di potere e accaparramento delle risorse, e di comunità mature, che coltivino attese eque e compatibili; se è animato da uno spirito di coesione e di reciproco affidamento; se è davvero un nuovo “patto” ( è questa l’origine della parola) di unione. In altri termini, un federalismo “solidale, realistico e unitario” in grado di rafforzare l’intero Paese, “rinnovando il modo di concorrervi da parte delle diverse realtà regionali, nella consapevolezza dell’interdipendenza crescente in un mondo globalizzato”. Un federalismo che, al contrario, “accentuasse la distanza fra le diverse parti d’Italia sarebbe una sconfitta per tutti”. Il richiamo, accolto da uno stordito silenzio, è venuto qualche mese fa dalla CEI nel documento Per un paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno, che è pure un pesante atto d’accusa contro le inadeguatezze delle classi dirigenti meridionali, tetragone a qualunque mutamento (“l’elezione diretta dei sindaci, dei presidenti delle province e delle regioni non ha scardinato meccanismi perversi o semplicemente malsani nell’amministrazione della cosa pubblica”) e un appello a un più alto senso civico delle popolazioni perché diventino artefici del loro riscatto.

Per la CEI un sano federalismo, ispirato alla visione autonomista di Sturzo e Moro (condividiamo), sarebbe una sfida per il Mezzogiorno e potrebbe risolversi a suo vantaggio, “se riuscisse a stimolare una spinta virtuosa nel bonificare il sistema dei rapporti sociali, soprattutto attraverso l’azione dei governi regionali e municipali, nel rendersi direttamente responsabili della qualità dei servizi erogati ai cittadini, agendo sulla gestione della leva fiscale”.

Ma, ripetiamo, il federalismo fiscale non sarà sufficiente a sanare il divario di redditi, occupazione, dotazioni civili, infrastrutturali, produttive senza interventi pubblici straordinari e investimenti privati supplementari; senza una lotta, convinta e unanime, alla criminalità e all’emarginazione sociale.
In un simile contesto, la scuola dovrà condurre sino in fondo la sua partita. Non potrà tirarsi indietro, invocando le insufficienze altrui, dovrà evitare ogni tentazione di isolamento e ogni pretesa di innocenza. Dovrà continuare a sporcarsi le mani, chiedendo analogo impegno a tutti i soggetti. Come negli anni dell’uscita dal dopoguerra in cui riuscì essere grande fattore di cambiamento, la scuola è chiamata a riappropriarsi anche nel Sud della sua vocazione democratica e liberatrice, di umile, indispensabile, operaia nella costruzione di cattedrali che non marciscono nel deserto ma fecondano i territori trasformandoli in luoghi di civiltà e di sviluppo.

I giovani saranno i nostri alleati, se è vero che a loro spetta di essere i messaggeri e i testimoni di un nuovo Mezzogiorno.

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Bollettino di guerra.

Cronache degli incidenti sul lavoro /346

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giovedì 15 aprile 2010

Università e scuola. Le riforme di taglio.

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Scrima: difficoltà famiglie non le paghino bimbi (ANSA)

Le difficoltà economiche delle famiglie "non devono essere pagate dai bambini comprimendo i loro diritti". Lo ha detto il Segretario Generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, riferendosi ai casi, riportati dalla cronaca anche oggi, di alunni non ammessi alla mensa scolastica perché i loro genitori non sono in regola con i pagamenti.

"E' un'ingiustizia sociale ed è un fatto altamente diseducativo" - ha affermato Scrima - "che ciò avvenga nell'ambiente della scuola, che è un fattore di crescita".

"Se si tratta di morosità da parte di famiglie disagiate" - ha aggiunto e concluso Scrima - "è l'istituzione locale che deve intervenire per garantire il diritto dei bambini. E' un fatto di civiltà. Se c'é un servizio pubblico che tutti pagano è giusto che siano davvero tutti a pagarlo, ma se ci sono difficoltà se ne deve fare carico la collettività".

(ANSA, San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, 15.4.2010, ore 20.05).

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Scrima: senza soldi contratto andremo a mobilitazione e la faremo con CGIL e UIL (ANSA)

"Chiederemo con forza le risorse per il rinnovo del contratto della scuola per il prossimo triennio. Se non ci saranno, andremo alla mobilitazione e ci andremo tutti insieme", con gli altri sindacati. Francesco Scrima, Segretario Generale della Cisl Scuola, nel corso di una "tavola rotonda" al Palariviera di San Benedetto del Tronto, dove si svolge il congresso della Flc Cgil, ha detto con chiarezza che il sindacato non intende fare sconti sul fronte caldo dei contratti.

"C'é un impegno del governo sottoscritto, la partita si chiude a giorni, perché" - ha osservato Scrima - "si toccherà il nodo delle risorse". E il fronte del rinnovo contrattuale potrebbe perciò essere l'occasione per un ricompattamento di Cgil, Cisl e Uil.

"C'é la volontà di puntare su obiettivi rivendicativi unitari. La partita del rinnovo contrattuale sulla scuola può essere un momento di ripresa del confronto unitario, sulla base naturalmente di obiettivi praticabili".

I contratti degli ultimi bienni economici sono stati firmati solo da Cisl e Uil; un aumento inferiore alla perdita del potere d'acquisto non è stato infatti giudicato dignitoso dalla Flc che non ha firmato.

Sempre rimanendo in tema di contratti, il Segretario Generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo, ha rilanciato, durante la "tavola rotonda", la proposta di un contratto ad hoc per tutto il comparto dell'istruzione, dalla scuola materna agli enti di ricerca.

Un'ipotesi sulla quale Scrima è sembrato possibilista: "All'interno della Cisl" - ha detto il Segretario Generale della Cisl Scuola - "spesso sono prevalse le ragioni identitarie dei singoli settori, ma si deve lavorare per raggiungere l'obiettivo condiviso da tutti", di un contratto unico.

Scettico, invece, il segretario della Uil Università, Alberto Civica, secondo il quale "le specificità dei singoli settori vanno mantenute. Non ha mai funzionato" - ha detto - "un comparto in cui si mettono insieme settori sproporzionati dal punto di vista dei numeri, in cui le singole forze sono diverse".

(ANSA, San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, 15.4.2010, ore 19.40).

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Personale docente: pubblicata la circolare sull'organico di diritto (a.s. 2010/11)

Il MIUR ha emanato - circa la determinazione della dotazione organica di diritto del personale docente per l'a.s. 2010/11 e in attesa di pubblicizzare lo specifico schema di Decreto Interministeriale - la circolare n. 37 del 13.4.2010. In materia, rimandiamo all'articolato recente commento, nel quale si ribadisce la posizione della CISL Scuola circa l'impossibilità per la scuola di sostenere un ulteriore pesante taglio di posti sia per il personale docente che per il personale ATA.

Leggi tutto il testo della notizia e la documentazione allegata e citata, sul sito della CISL SCUOLA Nazionale il cui link trovi anche sulla colonna destra della pagina.

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Avviare, da subito, il confronto per il rinnovo dei contratti pubblici: ridare, nei fatti, giusta e forte dignità ai lavoratori

In base a quanto previsto dalla legge finanziaria 2010, il Ministro della Funzione Pubblica ha disposto che sia erogata ai dipendenti pubblici l'indennità di vacanza contrattuale. Si tratta in altre parole dell'anticipo corrisposto ai lavoratori alla scadenza di un contratto, in attesa che si sottoscriva quello successivo.

Gli importi risultano, come ben si sapeva, addirittura risibili per la loro esiguità (tra i 5 e gli 8 euro circa mensili lordi): si può, quindi, ben vedere, oggi, quanto fossero prive di senso le indignate proteste con le quali negli anni scorsi qualche sigla sindacale minoritaria reagiva alla mancata corresponsione di somme di modestissima entità, destinate comunque ad essere riassorbite nei benefici contrattuali.

Come già affermato nei giorni scorsi dalla CISL Scuola (attraverso la dichiarazione congiunta del suo Segretario Generale, Francesco Scrima, e dell'omologo della CISL Funzione Pubblica, Giovanni Faverin) non serve attardarsi in polemiche sull'indennità di vacanza contrattuale, mentre occorre invece avviare, immediatamente, il confronto per il rinnovo dei contratti pubblici.

Nel privato, com'è noto, molte categorie hanno già chiuso i loro, peraltro sottoscritti quasi tutti unitariamente.

Sarà proprio il nuovo CCNL a dover stabilire, fra l'altro, i meccanismi per il calcolo della copertura economica da garantire nell'intervallo fra la scadenza di un contratto e la firma del successivo, meccanismi che andranno a sostituire quello usato, nella presente circostanza, dal Ministro della Funzione Pubblica.

La CISL Scuola ha accettato di misurarsi con i temi del cambiamento e dell'innovazione degli assetti contrattuali, riprendendo gli impegni già assunti nella precedente Legislatura con il "Memorandum sul Lavoro Pubblico" e l'"Intesa sulla Conoscenza": ora si chiede a questo Governo di essere conseguente con quanto ha sottoscritto nell'"accordo quadro" sulle nuove regole della contrattazione, correggendo le incoerenze contenute in successivi atti di legge e avviando, da subito, le trattative per il rinnovo di un contratto che risponda concretamente all'esigenza di ridare nei fatti - e non solo a parole - giusta e forte dignità ai professionisti della scuola.

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mercoledì 14 aprile 2010

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Trasmissione per via telematica dei certificati di malattia. Al via il periodo di sperimentazione

Facendo seguito all'analoga nostra notizia dello scorso 25 marzo, si segnala l'inizio - in data odierna - dei tre mesi di sperimentazione della trasmissione elettronica all'INPS dei certificati di malattia, così come previsto dal decreto legislativo 150/09 (vedi comunicato del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione).

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Resoconto convocazione Direzione Generale Regionale 13 aprile 2010

Nella mattinata di Martedì 13 aprile 2010, presso la Direzione Generale, alla presenza del Direttore Gen.le Dott. Enrico TOCCO, le OOSS Regionali sono state convocate per discutere sulla situazione generale del Sistema Scolastico Regionale.
La riunione, che si è protratta per tutta la mattinata, ha riguardato i seguenti aspetti:

1.Gestione degli Organici a livello regionale.
Stante la grave situazione degli organici regionali, e nella prospettiva di una ulteriore diminuzione, la discussione si è focalizzata sulla possibilità di un’azione di recupero degli esuberi a livello provinciale, anche attivando la possibilità di creare contingenti a livello di singola Istituzione Scolastica, oppure, sempre a livello di singola Autonomia scolastica, attivare Progetti estensivi dell’Offerta Formativa, in grado di recuperare, se non totalmente, almeno parzialmente l’esubero di organico.
Dopo un ampio confronto con l’Amministrazione si è convenuto di aggiornare il tavolo di confronto a Lunedì 19 aprile per proseguire nella disamina della problematica;

2.Situazione della stipula dei Contratti decentrati di Istituto.
Rispetto a questo problema l’Amministrazione ha accolto la nostra richiesta per intervenire con un monitoraggio regionale al fine di chiarire quale sia la situazione rispetto al numero dei contratti decentrati d’Istituto definitivamente siglati. L’Amministrazione ha convenuto inoltre sulla necessità di attivare la Commissione bilaterale Regionale di supporto alla contrattazione di istituto, art. 4 CCNL;

3.Utilizzo degli insegnanti di lingua 2.
Abbiamo chiesto che la Direzione Generale intervenga con una Nota ufficiale per richiamare quei Dirigenti che in maniera imperativa stanno imponendo ai Docenti “non formati”per l’insegnamento della lingua inglese, di insegnare la Lingua inglese nel prossimo anno scolastico.
Il Direttore Generale ci ha assicurato un suo immediato intervento;

4.Fruizione senza limitazioni delle 150 ore al diritto allo studio.
Si è segnalata la necessità di comunicare a quelle Istituzioni Scolastiche, che secondo noi con una interpretazione non corretta, stanno riducendo le ore del diritto allo studio proporzionalmente al periodo di incarico temporaneo.
L’Amministrazione si è riservata di meglio studiare la situazione per poi esprimere un parere definitivo;

5.Contratto Integrativo DS.
Riguardo a tale questione il Direttore Generale ha confermato che l’Ufficio sta procedendo al ricalcolo delle diverse posizioni stipendiali dei Dirigenti Scolastici in regione, relativamente alle voci stipendiali di competenza della contrattazione decentrata regionale, e che in tempi brevi sarà trasmesso al Ministero della P.I. l’esatta situazione del fabbisogno finanziario per sanare la situazione di incapienza, con la conseguente messa a regime in maniera corretta degli emolumenti economici per i Dirigenti;

6.Titoli per la formazione delle Graduatorie di Istituto.
Il problema riguarda i titoli di Glottodidattica e i Servizi prestati in Scuole di montagna.
La nostra richiesta è stata quella di una definizione, con una Nota dell’Amministrazione nei confronti degli USP e alle singole Istituzioni Scolastiche, in grado di chiarire quali debbano essere i criteri per il riconoscimento dei titoli per una applicazione che sia univoca in tutta la realtà regionale.
Il Direttore Generale convenendo sulla nostra richiesta ha assicurato che in tempi brevi avrebbe disposto in merito;

7.Monitoraggio delibera regionale 41/09.
Segnalando la mancanza, anzi l’assoluto silenzio dell’Assessore regionale alla P.I., relativamente a quale tipo di Offerta Formativa in regione si sia potuto offrire con la delibera 41/09, abbiamo chiesto all’Amministrazione che si facesse carico di questa richiesta in Assessorato e che ci informasse compiutamente sulla reale situazione.
Il Direttore generale, pur segnalando il fatto che l’Ufficio Regionale non ha competenze in merito al monitoraggio in questione, ma nel contempo riconoscendo fondate le nostre richieste, ha assicurato un suo immediato intervento per conoscere la reale situazione dell’offerta di servizio attivata con la delibera Regionale 41/09 e successivamente comunicarla alle OOSS;

8.Carenza Organici Uffici Scolastici Provinciali.
Il problema che riguarda tutti gli U.S.P., ma in maniera maggiore quello di Sassari, che a nostro parere, per la mancanza di risorse umane sta determinando una situazione sempre più grave tanto da portare al collasso gli Uffici provinciali.
Il Direttore Generale, comprendendo le nostre preoccupazioni, ha ribadito che la situazione è determinata dalla fuoriuscita per pensionamento di un numero sempre maggiore di personale amministrativo.
Ritiene però che con l’imminente riordino del sistema regionale ( Direzione generale ed USP) si possa arrivare ad una situazione più soddisfacente sotto il profilo della funzionalità del servizio.
La giustificazione addotta dal Direttore Generale evidentemente non ci ha soddisfatto, tanto che abbiamo ribattuto che se non si interviene in maniera più robusta, anche con modalità di inserimento negli organici degli USP con personale diverso, la situazione arriverà al collasso in modo definitivo nel breve volgere di tempo.

Con queste ultime considerazioni si è aggiornato l’incontro a Lunedì 19 aprile p.v. con all’ordine del giorno il proseguo della disamina dei problemi relativi agli Organici.

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martedì 13 aprile 2010

Incarichi di presidenza per l'a.s. 2010/11 (conferma di quelli già conferiti)

Il MIUR, con la direttiva n. 36 del 12.4.2010, disciplina per l'a.s. 2010/11 - in applicazione dell'art. 1-sexies del decreto-legge n. 7/05, convertito con modificazioni, nella legge n. 43/05 - la conferma degli incarichi di presidenza già conferiti. Si ricorda che dall'a.s. 2006/07 detti incarichi non sono più assegnati ex novo.


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lunedì 12 aprile 2010

Organici 2010/2011: un ulteriore pesante taglio di posti

L’impossibilità per la scuola di sostenere un ulteriore pesante taglio di posti sia per il personale docente che per il personale ATA è stata ribadita con forza dalla CISL Scuola nel corso dell’informativa sugli organici del personale docente per il 2010/11, conclusasi nella mattinata di venerdì scorso, 9 aprile.

La decisione di procedere, anche quest’anno, ad un’operazione in due fasi, rinviando all’organico di fatto una parte dei 25.600 tagli (circa 3.600), anche se nell’immediato attenua l’impatto dell’intervento non risolve il problema di una contrazione di posti che risulta eccessiva, inaccettabile e insostenibile per tutti gli ordini di scuola, non solo per la secondaria di II grado.

La CISL Scuola ha già avuto modo di denunciare come l’intero processo di riordino del secondo ciclo stia subendo un vero e proprio “inquinamento da tagli”, che rischia di condizionare anche quanto di positivo era venuto da un qualificato lavoro istruttorio (su istituti tecnici e professionali) avviato già nella scorsa Legislatura.

Del tutto inaccettabile, e la CISL Scuola l’ha ribadito nel corso degli incontri, la riduzione dei "quadri orari" nelle classi successive alla prima degli istituti tecnici e dei professionali, che contravviene ai più elementari principi di doverosa gradualità nel passaggio al nuovo ordinamento, stravolgendo i percorsi di studio già in atto.

Nel frattempo, sul primo ciclo i nuovi tagli renderanno ancor più difficile soddisfare la domanda di "tempo scuola" espressa dalle famiglie, se non a prezzo di maggiori difficoltà organizzative e a scapito della qualità.

Un segno eloquente dei guasti che produce il prevalere di logiche mirate unicamente al contenimento dei costi è dato dalle modalità più che discutibili con cui ci si avvia nella scuola primaria a formare i docenti di inglese che dovranno colmare i vuoti lasciati dalla pesante riduzione dei posti di specialista. Anche questa è un’operazione che si sarebbe dovuto condurre con altri tempi e ben altre modalità.

La revisione del piano dei tagli, nella sua entità e nella sua scansione temporale, resta l’obiettivo di una vertenza che la CISL Scuola considera tuttora aperta, come esplicitamente dichiarato nel corso dell’informativa.

Nel merito dei documenti sottoposti all’attenzione delle Organizzazioni Sindacali, l’Amministrazione ha presentato una bozza di Circolare Ministeriale che, salvo per quanto riguarda la secondaria di II grado, riprende in larga parte quella dello scorso anno.

La CISL Scuola ha evidenziato diverse criticità, richiamando in particolare la necessità che sia garantita nella scuola primaria un’articolazione di "moduli orario" rispettosa delle attese delle famiglie e dell’autonomia organizzativa e didattica delle scuole, evitando improprie forzature su particolari tipologie (vedi "maestro unico") su cui peraltro si è registrato un interesse fortemente minoritario da parte dell’utenza.

La CISL Scuola ha chiesto che l’eventuale formazione - nella scuola secondaria - di cattedre con più di 18 ore sia indicata come eventualità del tutto residuale, consentendo invece la costituzione di cattedre ad orario inferiore per contenere il fenomeno della soprannumerarietà e liberare risorse per interventi di arricchimento dell’offerta formativa.

Con riferimento alla delicata questione delle riduzioni orarie nelle classi seconde terze e quarte abbiamo chiesto che si adottino soluzioni tali da evitare l’innesco di pericolose tensioni e conflittualità nelle singole istituzioni scolastiche.

Sui posti di sostegno - preso atto che l’Amministrazione intende dare piena applicazione ai contenuti del recente pronunciamento della Corte Costituzionale - la CISL Scuola ha chiesto che la gestione del fabbisogno di tale tipologia di posti continui ad avvenire senza alcuna interferenza con le operazioni riguardanti i posti comuni. Come già anticipato è comunque confermato il completamento del consolidamento dei posti in organico di diritto previsto dalla finanziaria 2007, con un incremento di 4.885 unità, per complessivi 63.348 posti.

Oltre alla bozza di circolare, l’Amministrazione ha reso noto un prospetto riguardante la suddivisione dei tagli nelle diverse regioni e nelle diverse tipologie di scuola. Il prospetto generale individua la ripartizione delle due quote con cui la riduzione dei posti dovrà essere operata (22.000 sull’organico "di diritto", 3.600 su quello "di fatto"), mentre viene lasciata alle deliberazioni degli Uffici Scolastici Regionali l’articolazione di tale modalità operativa tra i diversi ordini.

Nelle tabelle per ordine di scuola è fissato, per ciascuna regione, l’ammontare complessivo dei posti da ridurre, ma è lasciata alle determinazioni dell’USR l’eventuale compensazione fra un ordine di scuola e l’altro nell’individuazione della quota da portare in riduzione in organico di fatto.

Legati direttamente alle innovazioni introdotte nel II ciclo sono gli altri tre documenti posti all’esame delle Organizzazioni Sindacali, ovvero le bozze di decreto interministeriale (uno per gli istituti tecnici e uno per gli istituti professionali), con i quali sono indicate puntualmente, per ciascuna classe dei diversi indirizzi di ordinamento e sperimentali, le ore da portare in riduzione sulle diverse classi di concorso per raggiungere l’obiettivo di un più contenuto orario curricolare nelle seconde e terze classi degli istituti professionali e nelle seconde, terze e quarte classi degli istituti tecnici. Trattandosi di materia complessa e molto dettagliata, sono in corso le verifiche di eventuali incongruenze prima della definitiva stesura: i decreti rappresentano lo strumento che consente di evitare che la scelta delle riduzioni di orario sia rimessa alle singole scuole, con i conseguenti prevedibili elementi di tensione e conflitto che ciò inevitabilmente comporterebbe.

Resta ovviamente il profondo dissenso della CISL Scuola per un intervento che stravolge i "quadri orario" dei percorsi in atto.

Per quanto riguarda, invece, il prospetto di confluenza delle discipline rispetto alle attuali classi di concorso nelle classi prime interessate al nuovo ordinamento, per gli insegnamenti atipici (attribuibili cioè a diverse classi di concorso), si richiama la precisazione che la CISL Scuola ha voluto fosse riportata nella circolare, per affermare che in caso di concorrenza sullo stesso posto di titolari di diversa classe di concorso si procederà nell’ordine derivante dall’intreccio fra le diverse graduatorie presenti nell’istituto.

L’Amministrazione, recependo in tal senso le richieste di parte sindacale, si è detta disponibile a proseguire il confronto, ultimata l’informativa sugli organici ed emanato il relativo decreto interministeriale, attivando un "tavolo permanente" per un monitoraggio costante delle operazioni, collegato anche all'eventuale integrazione del contratto sulla mobilità previsto all’art. 1, comma 3, del CCNI.

In tale sede, pertanto, la CISL Scuola darà continuità ad un’azione che non si limiterà alla mera acquisizione di conoscenze e informazioni, ma punterà ad incalzare il MIUR sull’esigenza - ineludibile - di una riconsiderazione della "manovra" sugli organici e del pieno rispetto degli impegni che il Ministro, in diverse occasioni, ha annunciato per una consistente quota di assunzioni a tempo indeterminato sia di personale docente che di personale ATA.

La CISL Scuola valuterà - in relazione all’andamento del confronto - la necessità del ricorso ad eventuali iniziative di mobilitazione della categoria.

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FPS e CISL SCUOLA: subito il rinnovo

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sabato 10 aprile 2010

Agenda Sindacale

Contrattazione d'Istituto:
lun 29 marzo IC Oristano 4
mar 30 marzo IC Oristano 3 - IC Samugheo
mer 31 marzo ISIS Mossa - IC OR4 - IC OR1 -
mer 7 aprile ISIS Galilei-Contini
ven 9 aprile IPSAA
sab 10 aprile IC Simaxis

lun 29 marzo - Conferenza Comprensori

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venerdì 9 aprile 2010

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mercoledì 7 aprile 2010

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Personale ATA: procedure per la mobilità professionale (prove selettive) - Sul sito web del MIUR la "raccolta dei test"

Direttamente ----> dal sito internet del MIUR le raccolte complete delle domande dalle quali saranno estratte quelle che costituiranno la prove selettive previste dalle procedure per i passaggi del personale ATA dalla propria attuale area contrattuale a quella immediatamente superiore.

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martedì 6 aprile 2010

Citazione latina (52)

Lupus in fabula
(Il lupo nella favola)

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Proverbio sardo (83)

Andadu ses azu, torradu ses chibuddu.
(Sei andato aglio e ritornato cipolla)

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sabato 3 aprile 2010

Auguri!

Dalla Cisl Scuola


i migliori auguri di


BUONA PASQUA!


Pino Cìulu

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venerdì 2 aprile 2010

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Inglese nella scuola primaria. Garantire la qualità dell'insegnamento

I "tagli" agli organici condotti senza criterio incidono inevitabilmente sulla qualità dell'offerta formativa, con scarso rispetto per la dignità professionale degli insegnanti. Duemila docenti di scuola primaria, nel prossimo settembre, saranno chiamati ad insegnare l'inglese anche se non avranno ancora completato il percorso di formazione con cui dovranno acquisire il livello di competenza minima previsto dagli standard internazionali (livello B1).

Pur di perseguire gli obiettivi di contenimento della spesa, il "piano di formazione linguistica" - predisposto dal MIUR e gestito dall'ANSAS - che coinvolgerà, in totale, cinquemila unità di personale, ipotizza che una parte dei docenti in formazione (duemila circa) si possa considerare idonea all'insegnamento dell'inglese con la sola frequenza di 50 ore di formazione integrata (parte on line e parte in presenza).

Sono evidenti i rischi di un abbassamento dei livelli di qualità dell'insegnamento, qualora non siano assicurate alcune precise condizioni.

In termini più chiari, non basta che il possesso di un livello A1 di competenza sia indicato come requisito di priorità nell'accesso al contingente dei duemila corsisti "accelerati": questo deve essere indicato come requisito essenziale e imprescindibile.

Devono, poi, essere puntualmente e rigorosamente rispettati gli impegni che l'Amministrazione ha dichiarato di voler assumere (formazione in esonero dal servizio; presenza di figure di supporto; opportunità di formazione all'estero).

L'efficacia e la qualità della didattica non possono continuare ad essere l'ultima preoccupazione di chi governa la nostra scuola pubblica!

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giovedì 1 aprile 2010

Tagli, riforma e soldi alle scuole: un disagio senza fine

Tagli, riforma e soldi alle scuole:un disagio senza fine

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